Calendario prossimi spettacoli

25 mar
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • sabato 25 marzo 2023
  • 20:45

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
dettagli  

LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.

26 mar
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • domenica 26 marzo 2023
  • 16:00

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
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LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.

31 mar
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • venerdì 31 marzo 2023
  • 20:45

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
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LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.

1 apr
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • sabato 1 aprile 2023
  • 20:45

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
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LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.

2 apr
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • domenica 2 aprile 2023
  • 16:00

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
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LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.

5 apr

Percorso Attraverso i luoghi della Memoria. E come potevamo noi cantare

  • Stazione Ferroviaria - Binario 1
    Loggia del Grano
    Sinagoga Norsa Torrazzo
    Memoriale della Shoah mantovana
    Liceo “Isabella d’Este”
  • mercoledì 5 aprile 2023
  • 8:45

A cura di Giovanna Maresta e Andrea Ranzato

Rielaborazione e riscrittura musicale dei cori a cura di Luca Buzzavi

Trascrizioni ed elaborazioni delle canzoni dei ghetti a cura di Francesco Bonfà

Coro del Liceo Musicale “Isabella d’Este” dir. Prof. Romano Adami

Voci soliste Rita Gelmetti, Elena GuerreschiLuciana Vaona

Chitarra Tommaso Consoli

Lettori Francesca Campogalliani, Mario Zolin


 
14 apr
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • venerdì 14 aprile 2023
  • 20:45

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
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LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.

15 apr
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • sabato 15 aprile 2023
  • 20:45

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
dettagli  

LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.

16 apr
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • domenica 16 aprile 2023
  • 16:00

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
dettagli  

LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.

21 apr
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • venerdì 21 aprile 2023
  • 20:45

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
dettagli  

LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.

22 apr
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • sabato 22 aprile 2023
  • 20:45

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
dettagli  

LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.

23 apr
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • domenica 23 aprile 2023
  • 16:00

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
dettagli  

LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.

28 apr
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • venerdì 28 aprile 2023
  • 20:45

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
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LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.

29 apr
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • sabato 29 aprile 2023
  • 20:45

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
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LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.

30 apr
  • Teatrino di Palazzo d’Arco
  • domenica 30 aprile 2023
  • 16:00

di Amélie Nothomb
Regia di Mario Zolin


 
dettagli  

LA STORIA

Partendo dalla metaforica sala d’attesa di un aeroporto, “non luogo” maledetto e senza rimedio in caso di ritardi, la “Cosmetica del nemico” s’inoltra crudelmente su un percorso intrigante, in sottile equilibrio fra il “giallo” e il “noir metafisico”. E in questo “non luogo” troviamo l’irascibile uomo d’affari francese Jérome Angust, simbolo dell’individuo che preferisce non vedere piuttosto che accettare la giusta sorte. Coscienza e memoria sono infatti il nemico, il demonio, desueto comandamento della filosofia classica: “conosci te stesso”. Così questo manager in viaggio d’affari non vuole saperne. Persino il suo cognome, Angust, richiama la miseria interiore in cui non vuole ammettere di trovarsi. Ma Jérome dovrà fare i conti con quello strano “nemico” che è il suo incalzante e impertinente scocciatore olandese: Textor Texel. Quest’ultimo costringerà Jérome a subire una conversazione asfissiante, per condurlo in tal modo verso il suo destino prestabilito. Con il suo decimo romanzo breve (come tanti altri suoi, particolarmente adatto alla messa in scena), Amélie Nothomb compie uno dei suoi migliori atti di denuncia dell’animo umano: “senza la giusta memoria, l’uomo si autoassolve perfino dal crimine peggiore”. Come in molti altri suoi romanzi, la scrittrice belga dimostra anche qui il suo gusto per l’ironia e il sarcasmo, non privo di una sottile vena di sadismo, e, anche in questo caso, la lotta senza esclusioni di colpi fra i due protagonisti porterà a una resa dei conti drammatica. Dal fulminante dialogo fra Jérome e Textor emergeranno via via, nel ritmo incalzante e nella tensione crescente, le profonde tematiche (tragicamente attuali) messe in luce dalla Nothomb nel suo testo.  Fino alla rottura del guscio che svelerà il mistero più macabro.

 

NOTE DI REGIA

La lettura di “Cosmetica del nemico” mi ha conquistato sin dalle prime pagine. Allora non sapevo bene dove mi avrebbero portato quei due personaggi con il loro serrato botta e risposta, ma poi, battuta dopo battuta, ho cominciato a scavare nella vita di entrambi: ciò mi ha permesso di capire i loro comportamenti e le loro reazioni a determinati accadimenti con cui è costruita la trama del racconto. Terminata la prima lettura, mi sono reso conto che il serrato processo che si svolge in “Cosmetica del nemico” poteva essere portato in scena con approcci molto diversi. La mia scelta è stata quella di prediligere l’aspetto “giallo” del testo, ma senza svuotarlo di quei riferimenti psicologici e filosofici che lo rendono vivo e attuale. L’Autrice è infatti riuscita a far emergere nel suo racconto quel nemico che ognuno di noi ha dentro di sé e che non sempre si riesce a vincere.

Su questi aspetti ho concentrato la messinscena; i due protagonisti si affrontano, si studiano, si aggrediscono fino alle ultime battute di un finale, in un certo senso macabro, ma del tutto sorprendente.

Dopo un approfondito lavoro con gli attori, mi sono dedicato alla ricerca di quei contributi multimediali (luci, interventi sonori e videoproiezioni) che potessero scandire e sottolineare i vari passaggi di situazione. Con questi contributi ho cercato inoltre di evidenziare il filo narrativo e di stimolare l’attenzione del pubblico, favorendo l’immedesimazione dello stesso nei personaggi per renderlo partecipe delle emozioni che si scatenano via via nella storia. Una storia che lo spettatore percorre entrando e uscendo da quel “non luogo” che è la sala d’attesa di un aeroporto, che ho ricreato con una scenografia metaforicamente astratta.

 

“Sono te. Sono quella parte di te che non conosci ma che ti conosce fin troppo bene. Sono quella parte di te che tu ti sforzi di ignorare”

 

AMÉLIE NOTHOMB

Scrittrice belga di lingua francese (nata a Kobe, Giappone, nel 1967), figlia di un ambasciatore, la Nothomb ha trascorso l’infanzia nel Paese natale, seguendo poi il padre in diversi altri Paesi, fra cui Cina e Stati Uniti. Dopo la laurea in Belgio, ha vissuto ancora in Giappone, dove ha lavorato come traduttrice in una grande azienda. Scrittrice di culto, non solo in Francia, ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta a livello internazionale. Ha pubblicato un libro all’anno e i suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue. Innumerevoli sono stati negli anni gli adattamenti cinematografici e teatrali a loro ispirati. Si è aggiudicata diversi prestigiosi premi letterari, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022.