Riconoscimenti

In questa pagina sono riportati i primi ed i riconoscimenti ottenuti sia dall'Accademia Teatrale ‘Francesco Campogalliani’ di Mantova, che dagli attori, registi e tecnici che vi partecipano.
 
 

14 dic

Francesca Campogalliani

  • Virgilio d’Oro
  • sala conferenze del Conservatorio “Lucio Campiani”
    Mantova
  • mercoledì 14 dicembre 2022
 

Virgilio d’Oro a Francesca Campogalliani, presidente dell’accademia teatrale Campogalliani

Motivazione: “Attrice, insegnante e costumista, dal palco del Teatrino di Palazzo d’Arco, ha mantenuto e negli anni rinnovato l’Accademia, che grazie a lei dal 2003 è anche Scuola di Teatro. L’Accademia Campogalliani ha scaldato i cuori e coinvolto intere generazioni di mantovani fra lacrime e risate, portando il nome della nostra città in Italia e all’estero”.

“Dedico questo riconoscimento a mio nonno Francesco, a mio padre Ettore, alla mia famiglia e alla Campogalliani che ha sempre fatto parte della mia vita. Con commozione e gioia e un solo dolore. La mancanza di mio marito e di tante figure importanti nella nostra vita teatrale. Siamo la compagnia più vecchia d’Italia. Io sono fanalino di coda ma la Campogalliani brilla come una stella” – il commento di Francesca Campogalliani

 

Francesca Campogalliani, presidente dell’accademia teatrale Campogalliani.
Francesca Campogalliani, presidente dell’accademia teatrale Campogalliani.

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30 apr

Roberta Vesentini

  • Premio speciale
  • Rassegna teatrale di autore italiano - Premio Giorgio Totola - Sedicesima edizione 2022
  • Teatro Camploy
    Verona
  • sabato 30 aprile 2022
 

Processo a Dio

per lo spettacolo “Processo a Dio” di Stefano Massini

Dopo approfondite riflessioni la Giuria ha deciso all’unanimità di assegnare un Premio Speciale a Roberta Vesentini per la perfetta aderenza recitativa al personaggio immaginario di Elga Firsch del Processo a Dio di Stefano Massini, a cui restituisce una verità umana forte, caparbia, determinata, che va oltre il ruolo che le è stato assegnato per diventare metafora di una incessante interrogazione sui mali del mondo, che ancora oggi ci interpellano davanti alla tragedia ucraia, che non sembrano trovare risposte soddisfacenti neanche in quel “silenzio di Dio” che sovrasta il pensioro religioso e lo spirito dei “non credenti”. A tutte queste questioni, Roberta Vesentini oppone la forza di una pietas che non fa sconti a nessuno, tantomeno a se stessa, attraverso una “cognizione del dolore” consapevole e partecipa che ci costringe a ragionare sull’Olocausto, ma non solo.

L’Arena
lunedì 2 maggio 2022

il giornale di Verona dal 1866

lunedì, 2 maggio 2022

 

/// AL PREMIO TOTOLA


Universale il «male in cornice» spiegato da Vittorino Andreoli

 
Vittorino Andreoli (foto Pezzani)


Ospite d’onore all’apertura della sedicesima edizione del Premio Totola dedicato al Teatro d’autore italiano contemporaneo, lo psichiatra, letterato e commediografo Vittorino Andreoli, ha fatto riflettere il folto pubblico sulla realtà del male che attanaglia il mondo e ne ha spiegato la tragica attualità.
L’intervento del professore ha introdotto lo spettacolo sull’Olocausto che ne è seguito, ossia «Processo a Dio», testo di Stefano Massini a cura della compagnia mantovana Campogalliani, e di forte impatto è stato il «fare una cornice» al tema, parole usate dal luminare per affrontare l’argomento dell’altra faccia del bene, sia dal punto di vista quotidiano sociale, a partire dalle guerre e non solo quella in Ucraina, che letterario, specchio di una condizione universale di delirio dei valori che fa sollevare la domanda, in chi crede, «Dove è finito Dio?» e in chi non crede: «Dove può ancora arrivare la belva umana?».
«Io che mi occupo di uomo vorrei qui trattare il rapporto tra l’uomo e il male che è un problema talmente grande da far pensare che il male supera persino l’uomo», ha detto Andreoli, il quale si è riferito come primo elemento di analisi al grande scrittore russo Fëdor Dostoevskij. «Nei fratelli Karamazov il romanziere ha parlato del male sia fisico che psicologico. In questa opera si spiega la grandezza del male, il fascino del male». Andreoli è passato quindi ad esporre la valenza del male quale «massima espressione della libertà»; ha inoltre citato il libro «La notte» di Elie Wiesel (1928-2016), Premio Nobel per la pace nel 1986 per invitare il pubblico ad una lettura di questo romanzo autobiografico che racconta l’esperienza dell’autore, ebreo ortodosso, deportato con la famiglia ad Auschwitz.
La grande svastica ha quindi dominato la scena all’apertura del sipario per il «Processo a Dio» della compagnia Francesco Campogalliani la quale, specie attraverso l’interpretazione portante dell’attrice Roberta Vesentini, è giunta alla conclusione che Dio c’era nei lager ed era quegli uomini immolati nel nome del male: un concetto aperto che il crudo testo di Stefano Massini spalanca anche oltre la Shoah ma si estende a condannare ogni forma di guerra, violenza, sopruso, orrore. Un lavoro diretto con ruvida intimità realistica da Mario Zolin, che lascia il segno per verità e memoria ed evidenzia la vocazione della compagnia allo scavo introspettivo negli abissi dell’animo umano.

Michela Pezzani

L’Arena
sabato 30 aprile 2022

il giornale di Verona dal 1866

sabato, 30 aprile 2022

 

/// STASERA AL CAMPLOY


Il «Processo a Dio» della Compagnia Campogalliani apre il Premio Totola

 
La Compagnia Campogalliani in «Processo a Dio»


Sul banco degli imputati c’è addirittura l’Altissimo e sarà lo psichiatra Vittorino Andreoli in persona ad aprire la serata del «Processo a Dio» che al Teatro Camploy stasera (30 aprile) alle ore 21 inaugura il Premio Totola.
La sedicesima edizione della rassegna di teatro d’autore italiano contemporaneo è intitolata al compianto uomo di cultura, attore e regista veronese Giorgio Totola di cui la famiglia porta avanti l’attività artistica e il seguito concorso torna dopo il forzato stop dovuto alla pandemia da Covid.
Il toccante lavoro di Stefano Massini, affermato autore vincitore di numerosi premi tra cui Campello e Ubu, inaugura il festival che prevede quattro titoli di alto livello in cartellone, con serata finale il 28 maggio, e la valutazione finale dei lavori da parte di una giuria specializzata che decreterà miglior testo, migliore regia, miglior attore, migliore attrice, miglior allestimento. «Processo a Dio» è a cura della compagnia Accademia Teatrale Francesco Campogalliani (Mantova) con la regia di Mario Zolin e parla di Olocausto ma la narrazione si distacca da strade già percorse per affrontare la tragedia alla fine della Seconda guerra mondiale in un lager vicino a Lublino, in Polonia, attraverso la testimonianza di alcuni prigionieri ebrei scampati all’odio razziale e allo sterminio. «Finché ci sarà una sola Majdanek sulla faccia della terra, Dio sarà in qualche modo sotto processo», è una delle frasi emblematiche del dramma che si svolge come un vero e proprio processo e tanto di giudice e avvocati, tutti ex prigionieri e personaggi immaginari posti di fronte al dilemma dell’imperdonabile lontananza di Dio in quei momenti disumani.
Il Premio Totola si dedica all’attualità e all’impegno sociale ed è organizzato dal Comune di Verona in collaborazione con la Compagnia Giorgio Totola che ne cura la direzione artistica. Istituito nel 1988, il Premio Totola, oltre al nome, porta avanti l’impegno dell’uomo di teatro che ha lasciato la sua orma nell’ambiente culturale veronese e nel teatro amatoriale italiano. La commissione giudicatrice dei titoli in cartellone al Premio, riconosciuto a livello internazionale, è presieduta da Giuseppe Liotta, docente universitario e critico teatrale, e composta da Lina Corsini, moglie di Giorgio Totola, insegnante e presidente dell’omonima compagnia teatrale, da Mario Guidorizzi, docente universitario e storico del cinema, Alberto Agosti, docente universitario, e Paola Bonfante, laureata Dams Spettacolo. Presente anche Maurizio Ravazzin fratello di Luciana Ravazzin alla quale è intestato il Premio alla migliore attrice.

Michela Pezzani

L’Arena
venerdì 22 aprile 2022

il giornale di Verona dal 1866

venerdì, 22 aprile 2022

 

LA RASSEGNA Dal 30 aprile al 28 maggio al Camploy per cinue sabati la XVI edizione


Premio Totola, il teatro mette in scena l’attualità


In cartellone testi di autori italiani contemporanei introdotti da esperti
Apre «Processo a Dio» di Massini con l’intervento di Vittorino Andreoli

 
In concorso «Processo a Dio» presentato dalla compagnia Accademia Teatrale Francesco Campogalliani</>


Un’occasione per avvicinare e scoprire il teatro contemporaneo, la scrittura drammaturgica di autori del nostro tempo, con occhio attento, più che all’estetica delle opere presentate, ai temi trattati, legati ora all’aspetto sociale ora al privato, ma colto sempre all’interno di un contesto collettivo. Ecco il Premio Giorgio Totola, istituito nel 1988, che torna al teatro Camploy, per la sua XVI edizione, dal 30 aprile al 28 maggio: per cinque sabati andranno in scena spettacoli dedicati dunque all’attualità e all’impegno sociale, come è del resto nel dna del Premio Totola, intitolato alla memoria di Giorgio Totola, regista e attore veronese scomparso nel 1987, che per oltre vent’anni contribuì a dare valore e dignità al teatro non professionista con la propria opera di uomo di teatro aperto, sensibile e rigoroso. La rassegna è stata presentata ieri dall’assessore alla Cultura Francesca Briani, affiancata da alcuni rappresentanti della giuria e da Maurizio Ravazzin, fratello di Luciana Ravazzin alla quale è intestato il Premio alla migliore attrice. Le quattro rappresentazioni in finale sono state selezionate, infatti, dalla commissione presieduta da Giuseppe Liotta, docente universitario e critico teatrale, e composta da Lina Corsini, moglie di Giorgio Totola, insegnante e presidente dell’omonima compagnia teatrale, da Mario Guidorizzi, docente universitario e storico del cinema, Alberto Agosti, docente universitario, e Paola Bonfante, laureata Dams Spettacolo. «Un premio riconosciuto a livello nazionale, che ha riscosso anche per questa edizione l’interesse di numerose compagnie, impegnate con temi di grande attualità», ha detto Briani. «Verona ha una importantissima tradizione legata al teatro amatoriale, con rassegne che animano sia la stagione culturale invernale che quella estiva. Siamo pertanto orgogliosi di riproporre questo Premio, giunto alla sua sedicesima edizione». Novità di questa sedicesima edizione, le rappresentazioni saranno introdotte da una breve presentazione condotta da esperti dei temi che di volta in volta lo spettacolo metterà in gioco: il dramma della guerra, la solitudine, la memoria, i rapporti tra padri e figli. Il cartellone si apre dunque sabato 30 aprile con lo spettacolo di Stefano Massini «Processo a Dio», portato in scena dalla compagnia Accademia Teatrale Francesco Campogalliani (Mantova), con la regia di Mario Zolin. Presenterà il professor Vittorino Andreoli. Il 7 maggio sarà la Compagnia La Bottega dei Rebardò di Roma a proporre «Sugo Finto» di Gianni Clementi, regia di Renzo Ardone.; presenterà Alberto Agosti. Il 14 maggio, La Cricca APS di Taranto proporrà «Le Ultime Lune» di Furio Bordon, regia di Aldo L’Imperio. Presenterà Giuseppe Liotta. Il 21 maggio, Il Teatro del Sorriso (Ancona) metterà in scena «Dritto al cuore» di Patrizio Cigliano per la regia di Giampiero Piantadosi. Presenterà Mario Guidorizzi. Ultimo appuntamento sarà il 28 maggio. Dopo le premiazioni, la Compagnia Giorgio Totola proporrà lo spettacolo fuori concorso «Tu non c’eri» di Erri De Luca. Il biglietto di ingresso agli spettacoli avrà un costo di 10 euro. Prenotazioni via mail a info@compagniagiorgiototola.it o telefonando al numero 3491606742. •.

Alessandra Galetto

28 nov

Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani”

  • Primo premio assoluto
  • 53ª Rassegna nazionale d’arte drammatica Angelo Perugini
  • Lauro Rossi
    Macerata
  • domenica 28 novembre 2021
 

Processo a Dio

Primo premio assoluto per gradimento del pubblico del 90,31 per cento.

Il Resto del Carlino
mercoledì 2 febbraio 2022


Rassegna teatrale Perugini, "Processo a Dio" incoronato dal pubblico del Lauro Rossi


Pubblicato il 2 febbraio 2022

Un momento della serata finale al teatro Lauro Rossi
Un momento della serata finale al teatro Lauro Rossi



“Processo a Dio” di Stefano Massini è lo spettacolo che vince la 53esima Rassegna Nazionale “Angelo Perugini”. La serata finale della manifestazione, andata in scena domenica scorsa al teatro Lauro Rossi, è stata una festa per le compagnie partecipanti. L’opera di Massini ha avuto un voto altissimo dal pubblico (9,31). L’Accademia Campogalliani di Mantova ha anche visto premiata come miglior attrice Roberta Visentini. La giuria della ha poi riconosciuto i valori artistici dello spettacolo “Rumori fuori scena” di Michael Frayn presentato dal gruppo “Einaudi-Galilei” di Verona al quale ha assegnato il Premio della critica “Walter Cortella” e quello della regia a Renato Baldi e Marco Frassani. Altri importanti premi: scenografia, attore non protagonista (Francesco Di Monda) e “Giovane promessa” (Leonardo Russo Spena), oltre a 5 nomination, sono andati alla “Masaniello” di Torino che ha portato il classico “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta. La “Corte dei Folli” di Fossano con il testo di Luigi Lunari “Nel nome del padre” ha visto primeggiare quale migliore interprete maschile Pinuccio Bellone. La compagnia “La Bottega dei RebArdò” di Roma ha visto il testo di Gianni Clementi “Sugo finto” al posto d’onore nel gradimento del pubblico e le due interpreti, Antonella Rebecchi e Stefania Giayvia, hanno vinto l’ex-aequo quali migliori attrici. Il riconoscimento di miglior caratterista femminile è andato a Federica Cestarelli della Compagnia “Agorà” di Potenza Picena. Altri premi sono andati a Gherardi Coltri quale miglior caratterista maschile e a Beatrice Varalta quale miglior attrice. La serata ha visto un avvincente allestimento dell’“Elettra” da Euripide per la regia di Diego Dezi, portato in scena dal “Teatro Oreste Calabresi” che insieme alla Compagnia Filarmonico Drammatica “Andrea Caldarelli” ha organizzato la manifestazione.

la Voce di Mantova
martedì 1 febbraio 2022

 

Il pubblico premia l’Accademia Campogalliani

Per la messa in scena di Processo a Dio, al Festival nazionale di Macerata. Migliore attrice Roberta Vesentini



MANTOVA – L’approvazione da parte del pubblico per gli artisti è molto importante e la risposta degli spettatori alle proposte dell’Accademia Teatrale Francesco Campogalliani è sempre stata entusiasta. Ma vincere un premio attesta in qualche modo l’impegno profuso. È il caso della performance della compagnia per Processo a Dio, testo di Stefano Massini, portato in scena con la regia di Mario Zolin, come racconta la direttrice artistica dell’Accademia Maria Grazia Bettini. La rappresentazione, infatti, ha ottenuto il riconoscimento tributato proprio dal pubblico, partecipando al Festival nazionale di Macerata.
Abbiamo preso parte volentieri al bando, - racconta Bettini - pur sapendo che solitamente gli spettatori mostrano apprezzamento per pièce molto divertenti o molto commoventi, mentre in questo caso si affrontano anche complessi approfondimenti filosofici, politici e religiosi, il lavoro è ambientato all’interno di un campo di concentramento, dove ciascuno esprime differenti stati d’animo. Siamo quindi ancora più contenti del risultato. Quando ho incontrato questo testo, che di solito rappresentiamo per la Giornata della Memoria, ho subito pensato che fosse nelle corde della regia di Mario Zolin che lo ha in effetti curato in modo definito e attento. La compagnia è in lizza anche per il premio Giorgio Totola, a Verona. Staremo a vedere.
Vincitrice come attrice protagonista per Processo a Dio è risultata Roberta Visentini, ma nella rosa dei nominati c’erano anche Michele Romualdi come interprete non protagonista e Mario Zolin, nel ruolo di un rabbino di Francoforte.
L’opera vede sul palco anche neo attori, appena usciti dalla scuola di recitazione dell’Accademia.
La compagnia è attualmente in scena, al teatrino d’Arco con la commedia brillante Sinceramente bugiardi, nella quale Visentini porta la sua verve ironica, fino al 13 febbraio. Dal 18 febbraio sarà la volta di Donne appassionate, ancora con la partecipazione di alcuni allievi della scuola e un cast tutto al femminile, alle prese con un umorismo caustico e graffiante. E poi, dal 26 febbraio, Indovina chi viene a cena, incursioni letterarie e teatrali nel cibo, con letture ispirate a vari ambiti dell’intrattenimento.
Per informazioni telefono 0376 325363, mail info@teatro-campogalliani.it (Ilperf)


Cronache Maceratesi
martedì 1 febbraio 2022
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1 febbraio 2022

“Processo a Dio”
vince la rassegna Perugini


MACERATA - Il pubblico ha premiato l’Accademia Campogalliani
 

“Processo a Dio” di Stefano Massini è lo spettacolo che vince la 53a Rassegna Nazionale “Angelo Perugini”. La serata finale della manifestazione, domenica 30 gennaio, al Teatro Lauro Rossi, è stata una festa per le compagnie partecipanti che hanno visto riconosciuta la loro qualità artistica da un pubblico che ha seguito gli spettacoli in concorso con attenzione e partecipazione.

L’opera teatrale di Stefano Massini ha avuto un voto altissimo dal pubblico (9,31) a conferma della passione dei maceratesi per la prosa intensa e coinvolgente, e il testo dell’autore toscano ha toccato veramente le corde più sensibili dell’animo umano. Anche il pubblico del Lauro Rossi, quindi, ha premiato un autore che, oltre ad essere consulente del Piccolo di Milano, ha ricevuto premi in tutta Europa e le sue opere sono ormai entrate nella cerchia di quelle più tradotte e rappresentate nel mondo. L’Accademia Campogalliani di Mantova ha anche visto premiata come miglior attrice Roberta Visentini.
La giuria della Rassegna ha poi riconosciuto i valori artistici dello spettacolo “Rumori fuori scena” di Michael Frayn presentato dal Gruppo “Einaudi-Galilei” di Verona al quale ha assegnato il Premio della critica”Walter Cortella” e quello della regia a Renato Baldi e Marco Frassani.
Altri importanti premi: scenografia, attore non protagonista (Francesco Di Monda) e “Giovane promessa” (Leonardo Russo Spena), oltre a 5 nomination, sono andati alla “Masaniello” di Torino che ha portato il classico “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta, autore mai dimenticato.
La “Corte dei Folli” di Fossano con il testo di Luigi Lunari “Nel nome del padre” ha visto primeggiare quale migliore interprete maschile Pinuccio Bellone (e 2 nomination per la scenografia e la migliore interprete femminile).
La compagnia “La Bottega dei RebArdò” di Roma, che aveva trionfato alla Rassegna nel 2019, ha visto il testo di Gianni Clementi “Sugo finto” al posto d’onore nel gradimento del pubblico e le due interpreti, Antonella Rebecchi e Stefania Giayvia, hanno vinto l’ex-aequo quali migliori attrici.
Un riconoscimento importante di miglior caratterista femminile è andato a Federica Cestarelli della Compagnia “Agorà” di Potenza Picena per la sua estroversa interpretazione nel lavoro di Giuseppe Sorgi “Serata omicidio”. Altri premi sono andati a Gherardi Coltri quale miglior caratterista maschile in “Rumori fuori scena”, a conferma di un grande talento artistico e riconoscimento di una lunga carriera teatrale, ed a Beatrice Varalta quale miglior attrice non protagonista nello stesso spettacolo.
Il vice sindaco Francesca D’Alessandro, operatori teatrali e sponsor della Rassegna hanno premiato e riconosciuto il valore culturale e artistico di questa 53a Rassegna Angelo Perugini che da più di mezzo secolo è un polo importante per le stagioni di prosa del Lauro Rossi. La serata ha visto un avvincente e significativo allestimento dell’Elettra” da Euripide per la regia di Diego Dezi, portato in scena dal “Teatro Oreste Calabresi” che insieme alla Compagnia Filarmonico Drammatica “Andrea Caldarelli” ha organizzato tutta la manifestazione.

La premiazione

 

Comune di Macerata
martedì 1 febbraio 2022

1 febbraio 2022

NEWS


Il pubblico della “Perugini” premia l’Accademia Campogalliani

 


“Processo a Dio” di Stefano Massini è lo spettacolo che vince la 53a Rassegna Nazionale “Angelo Perugini”.


La serata finale della manifestazione, domenica 30 gennaio, al Teatro Lauro Rossi, è stata una festa per le compagnie partecipanti che hanno visto riconosciuta la loro qualità artistica da un pubblico che ha seguito gli spettacoli in concorso con attenzione e partecipazione.

 

Il gradimento del pubblico

L’opera teatrale di Stefano Massini ha avuto un voto altissimo dal pubblico (9,31) a conferma della passione dei maceratesi per la prosa intensa e coinvolgente, e il testo dell’autore toscano ha toccato veramente le corde più sensibili dell’animo umano. Anche il pubblico del Lauro Rossi, quindi, ha premiato un autore che, oltre ad essere consulente del Piccolo di Milano, ha ricevuto premi in tutta Europa e le sue opere sono ormai entrate nella cerchia di quelle più tradotte e rappresentate nel mondo. L’Accademia Campogalliani di Mantova ha anche visto premiata come miglior attrice Roberta Visentini.

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Gazzetta di Mantova
lunedì 31 gennaio 2022

LUNEDÌ, 31 gennaio 2022

 

MANTOVA - Tempo-Libero


Campogalliani, “Processo a Dio” vince il primo premio assoluto a Macerata

 


Roberta Vesentini migliore attrice protagonista e nomination a Michele Romualdi miglior attore non protagonista e Mario Zolin miglior attore protagonista


Accademia teatrale Campogalliani in festa. Domenica pomeriggio al teatro Lauro Rossi di Macerata la Rassegna nazionale d’arte drammatica Angelo Perugini ha conferito a “Processo a Dio” il primo premio assoluto per gradimento del pubblico del 90,31 per cento, con Roberta Vesentini migliore attrice protagonista e nomination a Michele Romualdi miglior attore non protagonista e Mario Zolin miglior attore protagonista.

«Vincere a una rassegna nazionale premi così importanti, a coronamento di un lavoro di ricerca e di accurata preparazione attoriale, ci riempie di orgoglio e ci rende oltremodo felici. È un onore vincere potendo così arricchire il palmares della compagnia Campogalliani» dice Zolin, regista dello spettacolo e attore. «È stato emozionante - prosegue - poter competere, confrontarsi e vincere con una selezione di compagnie a livello nazionale. Per questo ringrazio tutti gli attori e i tecnici che con me hanno affrontato questa competizione».

Felicissima Roberta Vesentini: «Ricevere un premio importante in una Rassegna così prestigiosa - dice - è sempre elettrizzante. Riceverlo dopo un periodo così triste e buio è una vera e propria botta di gioia e di luce. La notizia è arrivata dritta nei camerini del nostro teatrino d’Arco dove stavamo rappresentando la frizzante commedia “Sinceramente bugiardi”. Risate, lacrime, abbracci per una vittoria che è di tanti: della grande Compagnia-famiglia Campogalliani, dei miei straordinari compagni di “doloroso viaggio teatrale” nel crudele mondo dei lager, del testo efficace e coraggioso di Massini, del nostro impegno anche per un “teatro civile”, che tenga sempre accesa la memoria e infine del teatro-tutto, che continua a essere un faro di bellezza nelle nostre vite».

In “Processo a Dio”, andato in scena a Macerata lo scorso 28 novembre, l’Olocausto è rivissuto da personaggi immaginari. Siamo in Polonia nell’estate 1944: l’ultima notte nel padiglione 41 del lager di Majdanek dopo la liberazione da parte dei russi. Elga Firsch (interpretata da Roberta Vesentini), attrice di Francoforte, deportata, consapevole della disumana violenza subita decide di processare Dio per la sua lontananza dalla devastazione che ha colpito il suo popolo. I due saggi Solomon Borowitz e Mordechai Cohen (Giovanni Rodelli e Giampiero Marra), scampati alla morte, assumono il ruolo di giudici. Il rabbino Nachman Bidermann (Mario Zolin) sente il dovere di sostenere le tesi dei testi sacri per garantire la difesa all’imputato Dio. Il giovane Adek Bidermann (Paolo Di Mauro), figlio del rabbino, desideroso di vendetta verbalizza gli atti del processo.

Il capitano delle SS Rudolf Reinhard (Michele Romualdi) rappresenta con lunghi silenzi il silenzio di Dio. Realizzazione costumi Francesca Campogalliani e Diego Fusari. Scene Zolin. Le luci per questo spettacolo furono realizzate da Giorgio Codognola scomparso nel 2020. Selezione musicale Nicola Martinelli. Realizzazione scene Falegnameria Busoli. Direttrici di scena Diva Polidori e Marina Albertini. Aiuto alla regia Marco Federici. La regia rende omaggio al regista Aldo Signoretti, scomparso nel 2015, che con le sue opere sul tema è stato fonte di ispirazione. g.s.

Il Resto del Carlino
domenica 28 novembre 2021


Al Lauro Rossi ’Processo a Dio’ per i campi di sterminio e i lager di oggi nel mondo


Pubblicato il 28 novembre 2021

Stefano Massini"Processo a Dio" è il titolo dello spettacolo proposto alle 17.30 di oggi al Lauro Rossi dall’accademia Campogalliani di Mantova in occasione della 53esima Rassegna nazionale Angelo Perugini. L’opera porta la firma di Stefano Massini (nella foto), uno dei più importanti autori teatrali degli ultimi trenta anni, regista e consulente artistico del Piccolo di Milano. Massini ha vinto sette premi della critica tra Francia, Italia, Germania e Spagna e i suoi testi si sono imposti oltre i confini italiani come autentico fenomeno. Questo testo, applaudito non solo in Italia, costituisce un processo in piena regola dove la verità storica dell’Olocausto è incarnata e rivissuta da personaggi immaginari. L’autore porta lo spettatore nell’estate del 1944 in Polonia, per la precisione all’ultima notte nel padiglione 41 del lager dopo la liberazione da parte dei russi: Elga Firsch, attrice di Francoforte deportata a Majdanek, consapevole della ferita impressa indelebilmente nell’anima per la disumana violenza subita, decide di processare Dio per la sua imperdonabile lontananza dalla devastazione che ha colpito il suo popolo. La musica sottolinea gli stati d’animo, le emozioni e i sentimenti. Ancora adesso esistono campi di detenzione o concentramento. Si alzano muri per contenere o respingere. Ci sono nel mondo ancora oggi tante reti di filo spinato. Le motivazioni economiche, politiche, religiose o addirittura filosofiche non possono giustificare le atrocità commesse nei campi di sterminio o nei lager di tutto il mondo.

I biglietti sono disponibili al teatro. La regia è firmata da Mario Zolin, sul palco ci saranno Roberta Vesentini, lo stesso Zolin, Paolo Di Mauro, Giovanni Rodelli, Giampiero Marra e Michele Romualdi.

Lorenzo Monachesi

28 nov

Roberta Vesentini

  • Miglior attrice protagonista
  • 53ª Rassegna nazionale d’arte drammatica Angelo Perugini
  • Lauro Rossi
    Macerata
  • domenica 28 novembre 2021
 

Processo a Dio

Il Resto del Carlino
mercoledì 2 febbraio 2022


Rassegna teatrale Perugini, "Processo a Dio" incoronato dal pubblico del Lauro Rossi


Pubblicato il 2 febbraio 2022

Un momento della serata finale al teatro Lauro Rossi
Un momento della serata finale al teatro Lauro Rossi



“Processo a Dio” di Stefano Massini è lo spettacolo che vince la 53esima Rassegna Nazionale “Angelo Perugini”. La serata finale della manifestazione, andata in scena domenica scorsa al teatro Lauro Rossi, è stata una festa per le compagnie partecipanti. L’opera di Massini ha avuto un voto altissimo dal pubblico (9,31). L’Accademia Campogalliani di Mantova ha anche visto premiata come miglior attrice Roberta Visentini. La giuria della ha poi riconosciuto i valori artistici dello spettacolo “Rumori fuori scena” di Michael Frayn presentato dal gruppo “Einaudi-Galilei” di Verona al quale ha assegnato il Premio della critica “Walter Cortella” e quello della regia a Renato Baldi e Marco Frassani. Altri importanti premi: scenografia, attore non protagonista (Francesco Di Monda) e “Giovane promessa” (Leonardo Russo Spena), oltre a 5 nomination, sono andati alla “Masaniello” di Torino che ha portato il classico “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta. La “Corte dei Folli” di Fossano con il testo di Luigi Lunari “Nel nome del padre” ha visto primeggiare quale migliore interprete maschile Pinuccio Bellone. La compagnia “La Bottega dei RebArdò” di Roma ha visto il testo di Gianni Clementi “Sugo finto” al posto d’onore nel gradimento del pubblico e le due interpreti, Antonella Rebecchi e Stefania Giayvia, hanno vinto l’ex-aequo quali migliori attrici. Il riconoscimento di miglior caratterista femminile è andato a Federica Cestarelli della Compagnia “Agorà” di Potenza Picena. Altri premi sono andati a Gherardi Coltri quale miglior caratterista maschile e a Beatrice Varalta quale miglior attrice. La serata ha visto un avvincente allestimento dell’“Elettra” da Euripide per la regia di Diego Dezi, portato in scena dal “Teatro Oreste Calabresi” che insieme alla Compagnia Filarmonico Drammatica “Andrea Caldarelli” ha organizzato la manifestazione.

la Voce di Mantova
martedì 1 febbraio 2022

 

Il pubblico premia l’Accademia Campogalliani

Per la messa in scena di Processo a Dio, al Festival nazionale di Macerata. Migliore attrice Roberta Vesentini



MANTOVA – L’approvazione da parte del pubblico per gli artisti è molto importante e la risposta degli spettatori alle proposte dell’Accademia Teatrale Francesco Campogalliani è sempre stata entusiasta. Ma vincere un premio attesta in qualche modo l’impegno profuso. È il caso della performance della compagnia per Processo a Dio, testo di Stefano Massini, portato in scena con la regia di Mario Zolin, come racconta la direttrice artistica dell’Accademia Maria Grazia Bettini. La rappresentazione, infatti, ha ottenuto il riconoscimento tributato proprio dal pubblico, partecipando al Festival nazionale di Macerata.
Abbiamo preso parte volentieri al bando, - racconta Bettini - pur sapendo che solitamente gli spettatori mostrano apprezzamento per pièce molto divertenti o molto commoventi, mentre in questo caso si affrontano anche complessi approfondimenti filosofici, politici e religiosi, il lavoro è ambientato all’interno di un campo di concentramento, dove ciascuno esprime differenti stati d’animo. Siamo quindi ancora più contenti del risultato. Quando ho incontrato questo testo, che di solito rappresentiamo per la Giornata della Memoria, ho subito pensato che fosse nelle corde della regia di Mario Zolin che lo ha in effetti curato in modo definito e attento. La compagnia è in lizza anche per il premio Giorgio Totola, a Verona. Staremo a vedere.
Vincitrice come attrice protagonista per Processo a Dio è risultata Roberta Visentini, ma nella rosa dei nominati c’erano anche Michele Romualdi come interprete non protagonista e Mario Zolin, nel ruolo di un rabbino di Francoforte.
L’opera vede sul palco anche neo attori, appena usciti dalla scuola di recitazione dell’Accademia.
La compagnia è attualmente in scena, al teatrino d’Arco con la commedia brillante Sinceramente bugiardi, nella quale Visentini porta la sua verve ironica, fino al 13 febbraio. Dal 18 febbraio sarà la volta di Donne appassionate, ancora con la partecipazione di alcuni allievi della scuola e un cast tutto al femminile, alle prese con un umorismo caustico e graffiante. E poi, dal 26 febbraio, Indovina chi viene a cena, incursioni letterarie e teatrali nel cibo, con letture ispirate a vari ambiti dell’intrattenimento.
Per informazioni telefono 0376 325363, mail info@teatro-campogalliani.it (Ilperf)


Cronache Maceratesi
martedì 1 febbraio 2022
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1 febbraio 2022

“Processo a Dio”
vince la rassegna Perugini


MACERATA - Il pubblico ha premiato l’Accademia Campogalliani
 

“Processo a Dio” di Stefano Massini è lo spettacolo che vince la 53a Rassegna Nazionale “Angelo Perugini”. La serata finale della manifestazione, domenica 30 gennaio, al Teatro Lauro Rossi, è stata una festa per le compagnie partecipanti che hanno visto riconosciuta la loro qualità artistica da un pubblico che ha seguito gli spettacoli in concorso con attenzione e partecipazione.

L’opera teatrale di Stefano Massini ha avuto un voto altissimo dal pubblico (9,31) a conferma della passione dei maceratesi per la prosa intensa e coinvolgente, e il testo dell’autore toscano ha toccato veramente le corde più sensibili dell’animo umano. Anche il pubblico del Lauro Rossi, quindi, ha premiato un autore che, oltre ad essere consulente del Piccolo di Milano, ha ricevuto premi in tutta Europa e le sue opere sono ormai entrate nella cerchia di quelle più tradotte e rappresentate nel mondo. L’Accademia Campogalliani di Mantova ha anche visto premiata come miglior attrice Roberta Visentini.
La giuria della Rassegna ha poi riconosciuto i valori artistici dello spettacolo “Rumori fuori scena” di Michael Frayn presentato dal Gruppo “Einaudi-Galilei” di Verona al quale ha assegnato il Premio della critica”Walter Cortella” e quello della regia a Renato Baldi e Marco Frassani.
Altri importanti premi: scenografia, attore non protagonista (Francesco Di Monda) e “Giovane promessa” (Leonardo Russo Spena), oltre a 5 nomination, sono andati alla “Masaniello” di Torino che ha portato il classico “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta, autore mai dimenticato.
La “Corte dei Folli” di Fossano con il testo di Luigi Lunari “Nel nome del padre” ha visto primeggiare quale migliore interprete maschile Pinuccio Bellone (e 2 nomination per la scenografia e la migliore interprete femminile).
La compagnia “La Bottega dei RebArdò” di Roma, che aveva trionfato alla Rassegna nel 2019, ha visto il testo di Gianni Clementi “Sugo finto” al posto d’onore nel gradimento del pubblico e le due interpreti, Antonella Rebecchi e Stefania Giayvia, hanno vinto l’ex-aequo quali migliori attrici.
Un riconoscimento importante di miglior caratterista femminile è andato a Federica Cestarelli della Compagnia “Agorà” di Potenza Picena per la sua estroversa interpretazione nel lavoro di Giuseppe Sorgi “Serata omicidio”. Altri premi sono andati a Gherardi Coltri quale miglior caratterista maschile in “Rumori fuori scena”, a conferma di un grande talento artistico e riconoscimento di una lunga carriera teatrale, ed a Beatrice Varalta quale miglior attrice non protagonista nello stesso spettacolo.
Il vice sindaco Francesca D’Alessandro, operatori teatrali e sponsor della Rassegna hanno premiato e riconosciuto il valore culturale e artistico di questa 53a Rassegna Angelo Perugini che da più di mezzo secolo è un polo importante per le stagioni di prosa del Lauro Rossi. La serata ha visto un avvincente e significativo allestimento dell’Elettra” da Euripide per la regia di Diego Dezi, portato in scena dal “Teatro Oreste Calabresi” che insieme alla Compagnia Filarmonico Drammatica “Andrea Caldarelli” ha organizzato tutta la manifestazione.

La premiazione

 

Comune di Macerata
martedì 1 febbraio 2022

1 febbraio 2022

NEWS


Il pubblico della “Perugini” premia l’Accademia Campogalliani

 


“Processo a Dio” di Stefano Massini è lo spettacolo che vince la 53a Rassegna Nazionale “Angelo Perugini”.


La serata finale della manifestazione, domenica 30 gennaio, al Teatro Lauro Rossi, è stata una festa per le compagnie partecipanti che hanno visto riconosciuta la loro qualità artistica da un pubblico che ha seguito gli spettacoli in concorso con attenzione e partecipazione.

 

Il gradimento del pubblico

L’opera teatrale di Stefano Massini ha avuto un voto altissimo dal pubblico (9,31) a conferma della passione dei maceratesi per la prosa intensa e coinvolgente, e il testo dell’autore toscano ha toccato veramente le corde più sensibili dell’animo umano. Anche il pubblico del Lauro Rossi, quindi, ha premiato un autore che, oltre ad essere consulente del Piccolo di Milano, ha ricevuto premi in tutta Europa e le sue opere sono ormai entrate nella cerchia di quelle più tradotte e rappresentate nel mondo. L’Accademia Campogalliani di Mantova ha anche visto premiata come miglior attrice Roberta Visentini.

...

Gazzetta di Mantova
lunedì 31 gennaio 2022

LUNEDÌ, 31 gennaio 2022

 

MANTOVA - Tempo-Libero


Campogalliani, “Processo a Dio” vince il primo premio assoluto a Macerata

 


Roberta Vesentini migliore attrice protagonista e nomination a Michele Romualdi miglior attore non protagonista e Mario Zolin miglior attore protagonista


Accademia teatrale Campogalliani in festa. Domenica pomeriggio al teatro Lauro Rossi di Macerata la Rassegna nazionale d’arte drammatica Angelo Perugini ha conferito a “Processo a Dio” il primo premio assoluto per gradimento del pubblico del 90,31 per cento, con Roberta Vesentini migliore attrice protagonista e nomination a Michele Romualdi miglior attore non protagonista e Mario Zolin miglior attore protagonista.

«Vincere a una rassegna nazionale premi così importanti, a coronamento di un lavoro di ricerca e di accurata preparazione attoriale, ci riempie di orgoglio e ci rende oltremodo felici. È un onore vincere potendo così arricchire il palmares della compagnia Campogalliani» dice Zolin, regista dello spettacolo e attore. «È stato emozionante - prosegue - poter competere, confrontarsi e vincere con una selezione di compagnie a livello nazionale. Per questo ringrazio tutti gli attori e i tecnici che con me hanno affrontato questa competizione».

Felicissima Roberta Vesentini: «Ricevere un premio importante in una Rassegna così prestigiosa - dice - è sempre elettrizzante. Riceverlo dopo un periodo così triste e buio è una vera e propria botta di gioia e di luce. La notizia è arrivata dritta nei camerini del nostro teatrino d’Arco dove stavamo rappresentando la frizzante commedia “Sinceramente bugiardi”. Risate, lacrime, abbracci per una vittoria che è di tanti: della grande Compagnia-famiglia Campogalliani, dei miei straordinari compagni di “doloroso viaggio teatrale” nel crudele mondo dei lager, del testo efficace e coraggioso di Massini, del nostro impegno anche per un “teatro civile”, che tenga sempre accesa la memoria e infine del teatro-tutto, che continua a essere un faro di bellezza nelle nostre vite».

In “Processo a Dio”, andato in scena a Macerata lo scorso 28 novembre, l’Olocausto è rivissuto da personaggi immaginari. Siamo in Polonia nell’estate 1944: l’ultima notte nel padiglione 41 del lager di Majdanek dopo la liberazione da parte dei russi. Elga Firsch (interpretata da Roberta Vesentini), attrice di Francoforte, deportata, consapevole della disumana violenza subita decide di processare Dio per la sua lontananza dalla devastazione che ha colpito il suo popolo. I due saggi Solomon Borowitz e Mordechai Cohen (Giovanni Rodelli e Giampiero Marra), scampati alla morte, assumono il ruolo di giudici. Il rabbino Nachman Bidermann (Mario Zolin) sente il dovere di sostenere le tesi dei testi sacri per garantire la difesa all’imputato Dio. Il giovane Adek Bidermann (Paolo Di Mauro), figlio del rabbino, desideroso di vendetta verbalizza gli atti del processo.

Il capitano delle SS Rudolf Reinhard (Michele Romualdi) rappresenta con lunghi silenzi il silenzio di Dio. Realizzazione costumi Francesca Campogalliani e Diego Fusari. Scene Zolin. Le luci per questo spettacolo furono realizzate da Giorgio Codognola scomparso nel 2020. Selezione musicale Nicola Martinelli. Realizzazione scene Falegnameria Busoli. Direttrici di scena Diva Polidori e Marina Albertini. Aiuto alla regia Marco Federici. La regia rende omaggio al regista Aldo Signoretti, scomparso nel 2015, che con le sue opere sul tema è stato fonte di ispirazione. g.s.

Il Resto del Carlino
domenica 28 novembre 2021


Al Lauro Rossi ’Processo a Dio’ per i campi di sterminio e i lager di oggi nel mondo


Pubblicato il 28 novembre 2021

Stefano Massini"Processo a Dio" è il titolo dello spettacolo proposto alle 17.30 di oggi al Lauro Rossi dall’accademia Campogalliani di Mantova in occasione della 53esima Rassegna nazionale Angelo Perugini. L’opera porta la firma di Stefano Massini (nella foto), uno dei più importanti autori teatrali degli ultimi trenta anni, regista e consulente artistico del Piccolo di Milano. Massini ha vinto sette premi della critica tra Francia, Italia, Germania e Spagna e i suoi testi si sono imposti oltre i confini italiani come autentico fenomeno. Questo testo, applaudito non solo in Italia, costituisce un processo in piena regola dove la verità storica dell’Olocausto è incarnata e rivissuta da personaggi immaginari. L’autore porta lo spettatore nell’estate del 1944 in Polonia, per la precisione all’ultima notte nel padiglione 41 del lager dopo la liberazione da parte dei russi: Elga Firsch, attrice di Francoforte deportata a Majdanek, consapevole della ferita impressa indelebilmente nell’anima per la disumana violenza subita, decide di processare Dio per la sua imperdonabile lontananza dalla devastazione che ha colpito il suo popolo. La musica sottolinea gli stati d’animo, le emozioni e i sentimenti. Ancora adesso esistono campi di detenzione o concentramento. Si alzano muri per contenere o respingere. Ci sono nel mondo ancora oggi tante reti di filo spinato. Le motivazioni economiche, politiche, religiose o addirittura filosofiche non possono giustificare le atrocità commesse nei campi di sterminio o nei lager di tutto il mondo.

I biglietti sono disponibili al teatro. La regia è firmata da Mario Zolin, sul palco ci saranno Roberta Vesentini, lo stesso Zolin, Paolo Di Mauro, Giovanni Rodelli, Giampiero Marra e Michele Romualdi.

Lorenzo Monachesi

28 nov

Michele Romualdi

  • Nomination miglior attore non protagonista
  • 53ª Rassegna nazionale d’arte drammatica Angelo Perugini
  • Lauro Rossi
    Macerata
  • domenica 28 novembre 2021
 

Processo a Dio

Il Resto del Carlino
mercoledì 2 febbraio 2022


Rassegna teatrale Perugini, "Processo a Dio" incoronato dal pubblico del Lauro Rossi


Pubblicato il 2 febbraio 2022

Un momento della serata finale al teatro Lauro Rossi
Un momento della serata finale al teatro Lauro Rossi



“Processo a Dio” di Stefano Massini è lo spettacolo che vince la 53esima Rassegna Nazionale “Angelo Perugini”. La serata finale della manifestazione, andata in scena domenica scorsa al teatro Lauro Rossi, è stata una festa per le compagnie partecipanti. L’opera di Massini ha avuto un voto altissimo dal pubblico (9,31). L’Accademia Campogalliani di Mantova ha anche visto premiata come miglior attrice Roberta Visentini. La giuria della ha poi riconosciuto i valori artistici dello spettacolo “Rumori fuori scena” di Michael Frayn presentato dal gruppo “Einaudi-Galilei” di Verona al quale ha assegnato il Premio della critica “Walter Cortella” e quello della regia a Renato Baldi e Marco Frassani. Altri importanti premi: scenografia, attore non protagonista (Francesco Di Monda) e “Giovane promessa” (Leonardo Russo Spena), oltre a 5 nomination, sono andati alla “Masaniello” di Torino che ha portato il classico “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta. La “Corte dei Folli” di Fossano con il testo di Luigi Lunari “Nel nome del padre” ha visto primeggiare quale migliore interprete maschile Pinuccio Bellone. La compagnia “La Bottega dei RebArdò” di Roma ha visto il testo di Gianni Clementi “Sugo finto” al posto d’onore nel gradimento del pubblico e le due interpreti, Antonella Rebecchi e Stefania Giayvia, hanno vinto l’ex-aequo quali migliori attrici. Il riconoscimento di miglior caratterista femminile è andato a Federica Cestarelli della Compagnia “Agorà” di Potenza Picena. Altri premi sono andati a Gherardi Coltri quale miglior caratterista maschile e a Beatrice Varalta quale miglior attrice. La serata ha visto un avvincente allestimento dell’“Elettra” da Euripide per la regia di Diego Dezi, portato in scena dal “Teatro Oreste Calabresi” che insieme alla Compagnia Filarmonico Drammatica “Andrea Caldarelli” ha organizzato la manifestazione.

la Voce di Mantova
martedì 1 febbraio 2022

 

Il pubblico premia l’Accademia Campogalliani

Per la messa in scena di Processo a Dio, al Festival nazionale di Macerata. Migliore attrice Roberta Vesentini



MANTOVA – L’approvazione da parte del pubblico per gli artisti è molto importante e la risposta degli spettatori alle proposte dell’Accademia Teatrale Francesco Campogalliani è sempre stata entusiasta. Ma vincere un premio attesta in qualche modo l’impegno profuso. È il caso della performance della compagnia per Processo a Dio, testo di Stefano Massini, portato in scena con la regia di Mario Zolin, come racconta la direttrice artistica dell’Accademia Maria Grazia Bettini. La rappresentazione, infatti, ha ottenuto il riconoscimento tributato proprio dal pubblico, partecipando al Festival nazionale di Macerata.
Abbiamo preso parte volentieri al bando, - racconta Bettini - pur sapendo che solitamente gli spettatori mostrano apprezzamento per pièce molto divertenti o molto commoventi, mentre in questo caso si affrontano anche complessi approfondimenti filosofici, politici e religiosi, il lavoro è ambientato all’interno di un campo di concentramento, dove ciascuno esprime differenti stati d’animo. Siamo quindi ancora più contenti del risultato. Quando ho incontrato questo testo, che di solito rappresentiamo per la Giornata della Memoria, ho subito pensato che fosse nelle corde della regia di Mario Zolin che lo ha in effetti curato in modo definito e attento. La compagnia è in lizza anche per il premio Giorgio Totola, a Verona. Staremo a vedere.
Vincitrice come attrice protagonista per Processo a Dio è risultata Roberta Visentini, ma nella rosa dei nominati c’erano anche Michele Romualdi come interprete non protagonista e Mario Zolin, nel ruolo di un rabbino di Francoforte.
L’opera vede sul palco anche neo attori, appena usciti dalla scuola di recitazione dell’Accademia.
La compagnia è attualmente in scena, al teatrino d’Arco con la commedia brillante Sinceramente bugiardi, nella quale Visentini porta la sua verve ironica, fino al 13 febbraio. Dal 18 febbraio sarà la volta di Donne appassionate, ancora con la partecipazione di alcuni allievi della scuola e un cast tutto al femminile, alle prese con un umorismo caustico e graffiante. E poi, dal 26 febbraio, Indovina chi viene a cena, incursioni letterarie e teatrali nel cibo, con letture ispirate a vari ambiti dell’intrattenimento.
Per informazioni telefono 0376 325363, mail info@teatro-campogalliani.it (Ilperf)


Cronache Maceratesi
martedì 1 febbraio 2022
CM cronachemaceratesi.it la tua provincia in rete

 
1 febbraio 2022

“Processo a Dio”
vince la rassegna Perugini


MACERATA - Il pubblico ha premiato l’Accademia Campogalliani
 

“Processo a Dio” di Stefano Massini è lo spettacolo che vince la 53a Rassegna Nazionale “Angelo Perugini”. La serata finale della manifestazione, domenica 30 gennaio, al Teatro Lauro Rossi, è stata una festa per le compagnie partecipanti che hanno visto riconosciuta la loro qualità artistica da un pubblico che ha seguito gli spettacoli in concorso con attenzione e partecipazione.

L’opera teatrale di Stefano Massini ha avuto un voto altissimo dal pubblico (9,31) a conferma della passione dei maceratesi per la prosa intensa e coinvolgente, e il testo dell’autore toscano ha toccato veramente le corde più sensibili dell’animo umano. Anche il pubblico del Lauro Rossi, quindi, ha premiato un autore che, oltre ad essere consulente del Piccolo di Milano, ha ricevuto premi in tutta Europa e le sue opere sono ormai entrate nella cerchia di quelle più tradotte e rappresentate nel mondo. L’Accademia Campogalliani di Mantova ha anche visto premiata come miglior attrice Roberta Visentini.
La giuria della Rassegna ha poi riconosciuto i valori artistici dello spettacolo “Rumori fuori scena” di Michael Frayn presentato dal Gruppo “Einaudi-Galilei” di Verona al quale ha assegnato il Premio della critica”Walter Cortella” e quello della regia a Renato Baldi e Marco Frassani.
Altri importanti premi: scenografia, attore non protagonista (Francesco Di Monda) e “Giovane promessa” (Leonardo Russo Spena), oltre a 5 nomination, sono andati alla “Masaniello” di Torino che ha portato il classico “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta, autore mai dimenticato.
La “Corte dei Folli” di Fossano con il testo di Luigi Lunari “Nel nome del padre” ha visto primeggiare quale migliore interprete maschile Pinuccio Bellone (e 2 nomination per la scenografia e la migliore interprete femminile).
La compagnia “La Bottega dei RebArdò” di Roma, che aveva trionfato alla Rassegna nel 2019, ha visto il testo di Gianni Clementi “Sugo finto” al posto d’onore nel gradimento del pubblico e le due interpreti, Antonella Rebecchi e Stefania Giayvia, hanno vinto l’ex-aequo quali migliori attrici.
Un riconoscimento importante di miglior caratterista femminile è andato a Federica Cestarelli della Compagnia “Agorà” di Potenza Picena per la sua estroversa interpretazione nel lavoro di Giuseppe Sorgi “Serata omicidio”. Altri premi sono andati a Gherardi Coltri quale miglior caratterista maschile in “Rumori fuori scena”, a conferma di un grande talento artistico e riconoscimento di una lunga carriera teatrale, ed a Beatrice Varalta quale miglior attrice non protagonista nello stesso spettacolo.
Il vice sindaco Francesca D’Alessandro, operatori teatrali e sponsor della Rassegna hanno premiato e riconosciuto il valore culturale e artistico di questa 53a Rassegna Angelo Perugini che da più di mezzo secolo è un polo importante per le stagioni di prosa del Lauro Rossi. La serata ha visto un avvincente e significativo allestimento dell’Elettra” da Euripide per la regia di Diego Dezi, portato in scena dal “Teatro Oreste Calabresi” che insieme alla Compagnia Filarmonico Drammatica “Andrea Caldarelli” ha organizzato tutta la manifestazione.

La premiazione

 

Comune di Macerata
martedì 1 febbraio 2022

1 febbraio 2022

NEWS


Il pubblico della “Perugini” premia l’Accademia Campogalliani

 


“Processo a Dio” di Stefano Massini è lo spettacolo che vince la 53a Rassegna Nazionale “Angelo Perugini”.


La serata finale della manifestazione, domenica 30 gennaio, al Teatro Lauro Rossi, è stata una festa per le compagnie partecipanti che hanno visto riconosciuta la loro qualità artistica da un pubblico che ha seguito gli spettacoli in concorso con attenzione e partecipazione.

 

Il gradimento del pubblico

L’opera teatrale di Stefano Massini ha avuto un voto altissimo dal pubblico (9,31) a conferma della passione dei maceratesi per la prosa intensa e coinvolgente, e il testo dell’autore toscano ha toccato veramente le corde più sensibili dell’animo umano. Anche il pubblico del Lauro Rossi, quindi, ha premiato un autore che, oltre ad essere consulente del Piccolo di Milano, ha ricevuto premi in tutta Europa e le sue opere sono ormai entrate nella cerchia di quelle più tradotte e rappresentate nel mondo. L’Accademia Campogalliani di Mantova ha anche visto premiata come miglior attrice Roberta Visentini.

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Gazzetta di Mantova
lunedì 31 gennaio 2022

LUNEDÌ, 31 gennaio 2022

 

MANTOVA - Tempo-Libero


Campogalliani, “Processo a Dio” vince il primo premio assoluto a Macerata

 


Roberta Vesentini migliore attrice protagonista e nomination a Michele Romualdi miglior attore non protagonista e Mario Zolin miglior attore protagonista


Accademia teatrale Campogalliani in festa. Domenica pomeriggio al teatro Lauro Rossi di Macerata la Rassegna nazionale d’arte drammatica Angelo Perugini ha conferito a “Processo a Dio” il primo premio assoluto per gradimento del pubblico del 90,31 per cento, con Roberta Vesentini migliore attrice protagonista e nomination a Michele Romualdi miglior attore non protagonista e Mario Zolin miglior attore protagonista.

«Vincere a una rassegna nazionale premi così importanti, a coronamento di un lavoro di ricerca e di accurata preparazione attoriale, ci riempie di orgoglio e ci rende oltremodo felici. È un onore vincere potendo così arricchire il palmares della compagnia Campogalliani» dice Zolin, regista dello spettacolo e attore. «È stato emozionante - prosegue - poter competere, confrontarsi e vincere con una selezione di compagnie a livello nazionale. Per questo ringrazio tutti gli attori e i tecnici che con me hanno affrontato questa competizione».

Felicissima Roberta Vesentini: «Ricevere un premio importante in una Rassegna così prestigiosa - dice - è sempre elettrizzante. Riceverlo dopo un periodo così triste e buio è una vera e propria botta di gioia e di luce. La notizia è arrivata dritta nei camerini del nostro teatrino d’Arco dove stavamo rappresentando la frizzante commedia “Sinceramente bugiardi”. Risate, lacrime, abbracci per una vittoria che è di tanti: della grande Compagnia-famiglia Campogalliani, dei miei straordinari compagni di “doloroso viaggio teatrale” nel crudele mondo dei lager, del testo efficace e coraggioso di Massini, del nostro impegno anche per un “teatro civile”, che tenga sempre accesa la memoria e infine del teatro-tutto, che continua a essere un faro di bellezza nelle nostre vite».

In “Processo a Dio”, andato in scena a Macerata lo scorso 28 novembre, l’Olocausto è rivissuto da personaggi immaginari. Siamo in Polonia nell’estate 1944: l’ultima notte nel padiglione 41 del lager di Majdanek dopo la liberazione da parte dei russi. Elga Firsch (interpretata da Roberta Vesentini), attrice di Francoforte, deportata, consapevole della disumana violenza subita decide di processare Dio per la sua lontananza dalla devastazione che ha colpito il suo popolo. I due saggi Solomon Borowitz e Mordechai Cohen (Giovanni Rodelli e Giampiero Marra), scampati alla morte, assumono il ruolo di giudici. Il rabbino Nachman Bidermann (Mario Zolin) sente il dovere di sostenere le tesi dei testi sacri per garantire la difesa all’imputato Dio. Il giovane Adek Bidermann (Paolo Di Mauro), figlio del rabbino, desideroso di vendetta verbalizza gli atti del processo.

Il capitano delle SS Rudolf Reinhard (Michele Romualdi) rappresenta con lunghi silenzi il silenzio di Dio. Realizzazione costumi Francesca Campogalliani e Diego Fusari. Scene Zolin. Le luci per questo spettacolo furono realizzate da Giorgio Codognola scomparso nel 2020. Selezione musicale Nicola Martinelli. Realizzazione scene Falegnameria Busoli. Direttrici di scena Diva Polidori e Marina Albertini. Aiuto alla regia Marco Federici. La regia rende omaggio al regista Aldo Signoretti, scomparso nel 2015, che con le sue opere sul tema è stato fonte di ispirazione. g.s.

Il Resto del Carlino
domenica 28 novembre 2021


Al Lauro Rossi ’Processo a Dio’ per i campi di sterminio e i lager di oggi nel mondo


Pubblicato il 28 novembre 2021

Stefano Massini"Processo a Dio" è il titolo dello spettacolo proposto alle 17.30 di oggi al Lauro Rossi dall’accademia Campogalliani di Mantova in occasione della 53esima Rassegna nazionale Angelo Perugini. L’opera porta la firma di Stefano Massini (nella foto), uno dei più importanti autori teatrali degli ultimi trenta anni, regista e consulente artistico del Piccolo di Milano. Massini ha vinto sette premi della critica tra Francia, Italia, Germania e Spagna e i suoi testi si sono imposti oltre i confini italiani come autentico fenomeno. Questo testo, applaudito non solo in Italia, costituisce un processo in piena regola dove la verità storica dell’Olocausto è incarnata e rivissuta da personaggi immaginari. L’autore porta lo spettatore nell’estate del 1944 in Polonia, per la precisione all’ultima notte nel padiglione 41 del lager dopo la liberazione da parte dei russi: Elga Firsch, attrice di Francoforte deportata a Majdanek, consapevole della ferita impressa indelebilmente nell’anima per la disumana violenza subita, decide di processare Dio per la sua imperdonabile lontananza dalla devastazione che ha colpito il suo popolo. La musica sottolinea gli stati d’animo, le emozioni e i sentimenti. Ancora adesso esistono campi di detenzione o concentramento. Si alzano muri per contenere o respingere. Ci sono nel mondo ancora oggi tante reti di filo spinato. Le motivazioni economiche, politiche, religiose o addirittura filosofiche non possono giustificare le atrocità commesse nei campi di sterminio o nei lager di tutto il mondo.

I biglietti sono disponibili al teatro. La regia è firmata da Mario Zolin, sul palco ci saranno Roberta Vesentini, lo stesso Zolin, Paolo Di Mauro, Giovanni Rodelli, Giampiero Marra e Michele Romualdi.

Lorenzo Monachesi

28 nov

Mario Zolin

  • Nomination miglior attore protagonista
  • 53ª Rassegna nazionale d’arte drammatica Angelo Perugini
  • Lauro Rossi
    Macerata
  • domenica 28 novembre 2021
 

Processo a Dio

Il Resto del Carlino
mercoledì 2 febbraio 2022


Rassegna teatrale Perugini, "Processo a Dio" incoronato dal pubblico del Lauro Rossi


Pubblicato il 2 febbraio 2022

Un momento della serata finale al teatro Lauro Rossi
Un momento della serata finale al teatro Lauro Rossi



“Processo a Dio” di Stefano Massini è lo spettacolo che vince la 53esima Rassegna Nazionale “Angelo Perugini”. La serata finale della manifestazione, andata in scena domenica scorsa al teatro Lauro Rossi, è stata una festa per le compagnie partecipanti. L’opera di Massini ha avuto un voto altissimo dal pubblico (9,31). L’Accademia Campogalliani di Mantova ha anche visto premiata come miglior attrice Roberta Visentini. La giuria della ha poi riconosciuto i valori artistici dello spettacolo “Rumori fuori scena” di Michael Frayn presentato dal gruppo “Einaudi-Galilei” di Verona al quale ha assegnato il Premio della critica “Walter Cortella” e quello della regia a Renato Baldi e Marco Frassani. Altri importanti premi: scenografia, attore non protagonista (Francesco Di Monda) e “Giovane promessa” (Leonardo Russo Spena), oltre a 5 nomination, sono andati alla “Masaniello” di Torino che ha portato il classico “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta. La “Corte dei Folli” di Fossano con il testo di Luigi Lunari “Nel nome del padre” ha visto primeggiare quale migliore interprete maschile Pinuccio Bellone. La compagnia “La Bottega dei RebArdò” di Roma ha visto il testo di Gianni Clementi “Sugo finto” al posto d’onore nel gradimento del pubblico e le due interpreti, Antonella Rebecchi e Stefania Giayvia, hanno vinto l’ex-aequo quali migliori attrici. Il riconoscimento di miglior caratterista femminile è andato a Federica Cestarelli della Compagnia “Agorà” di Potenza Picena. Altri premi sono andati a Gherardi Coltri quale miglior caratterista maschile e a Beatrice Varalta quale miglior attrice. La serata ha visto un avvincente allestimento dell’“Elettra” da Euripide per la regia di Diego Dezi, portato in scena dal “Teatro Oreste Calabresi” che insieme alla Compagnia Filarmonico Drammatica “Andrea Caldarelli” ha organizzato la manifestazione.

la Voce di Mantova
martedì 1 febbraio 2022

 

Il pubblico premia l’Accademia Campogalliani

Per la messa in scena di Processo a Dio, al Festival nazionale di Macerata. Migliore attrice Roberta Vesentini



MANTOVA – L’approvazione da parte del pubblico per gli artisti è molto importante e la risposta degli spettatori alle proposte dell’Accademia Teatrale Francesco Campogalliani è sempre stata entusiasta. Ma vincere un premio attesta in qualche modo l’impegno profuso. È il caso della performance della compagnia per Processo a Dio, testo di Stefano Massini, portato in scena con la regia di Mario Zolin, come racconta la direttrice artistica dell’Accademia Maria Grazia Bettini. La rappresentazione, infatti, ha ottenuto il riconoscimento tributato proprio dal pubblico, partecipando al Festival nazionale di Macerata.
Abbiamo preso parte volentieri al bando, - racconta Bettini - pur sapendo che solitamente gli spettatori mostrano apprezzamento per pièce molto divertenti o molto commoventi, mentre in questo caso si affrontano anche complessi approfondimenti filosofici, politici e religiosi, il lavoro è ambientato all’interno di un campo di concentramento, dove ciascuno esprime differenti stati d’animo. Siamo quindi ancora più contenti del risultato. Quando ho incontrato questo testo, che di solito rappresentiamo per la Giornata della Memoria, ho subito pensato che fosse nelle corde della regia di Mario Zolin che lo ha in effetti curato in modo definito e attento. La compagnia è in lizza anche per il premio Giorgio Totola, a Verona. Staremo a vedere.
Vincitrice come attrice protagonista per Processo a Dio è risultata Roberta Visentini, ma nella rosa dei nominati c’erano anche Michele Romualdi come interprete non protagonista e Mario Zolin, nel ruolo di un rabbino di Francoforte.
L’opera vede sul palco anche neo attori, appena usciti dalla scuola di recitazione dell’Accademia.
La compagnia è attualmente in scena, al teatrino d’Arco con la commedia brillante Sinceramente bugiardi, nella quale Visentini porta la sua verve ironica, fino al 13 febbraio. Dal 18 febbraio sarà la volta di Donne appassionate, ancora con la partecipazione di alcuni allievi della scuola e un cast tutto al femminile, alle prese con un umorismo caustico e graffiante. E poi, dal 26 febbraio, Indovina chi viene a cena, incursioni letterarie e teatrali nel cibo, con letture ispirate a vari ambiti dell’intrattenimento.
Per informazioni telefono 0376 325363, mail info@teatro-campogalliani.it (Ilperf)


Cronache Maceratesi
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1 febbraio 2022

“Processo a Dio”
vince la rassegna Perugini


MACERATA - Il pubblico ha premiato l’Accademia Campogalliani
 

“Processo a Dio” di Stefano Massini è lo spettacolo che vince la 53a Rassegna Nazionale “Angelo Perugini”. La serata finale della manifestazione, domenica 30 gennaio, al Teatro Lauro Rossi, è stata una festa per le compagnie partecipanti che hanno visto riconosciuta la loro qualità artistica da un pubblico che ha seguito gli spettacoli in concorso con attenzione e partecipazione.

L’opera teatrale di Stefano Massini ha avuto un voto altissimo dal pubblico (9,31) a conferma della passione dei maceratesi per la prosa intensa e coinvolgente, e il testo dell’autore toscano ha toccato veramente le corde più sensibili dell’animo umano. Anche il pubblico del Lauro Rossi, quindi, ha premiato un autore che, oltre ad essere consulente del Piccolo di Milano, ha ricevuto premi in tutta Europa e le sue opere sono ormai entrate nella cerchia di quelle più tradotte e rappresentate nel mondo. L’Accademia Campogalliani di Mantova ha anche visto premiata come miglior attrice Roberta Visentini.
La giuria della Rassegna ha poi riconosciuto i valori artistici dello spettacolo “Rumori fuori scena” di Michael Frayn presentato dal Gruppo “Einaudi-Galilei” di Verona al quale ha assegnato il Premio della critica”Walter Cortella” e quello della regia a Renato Baldi e Marco Frassani.
Altri importanti premi: scenografia, attore non protagonista (Francesco Di Monda) e “Giovane promessa” (Leonardo Russo Spena), oltre a 5 nomination, sono andati alla “Masaniello” di Torino che ha portato il classico “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta, autore mai dimenticato.
La “Corte dei Folli” di Fossano con il testo di Luigi Lunari “Nel nome del padre” ha visto primeggiare quale migliore interprete maschile Pinuccio Bellone (e 2 nomination per la scenografia e la migliore interprete femminile).
La compagnia “La Bottega dei RebArdò” di Roma, che aveva trionfato alla Rassegna nel 2019, ha visto il testo di Gianni Clementi “Sugo finto” al posto d’onore nel gradimento del pubblico e le due interpreti, Antonella Rebecchi e Stefania Giayvia, hanno vinto l’ex-aequo quali migliori attrici.
Un riconoscimento importante di miglior caratterista femminile è andato a Federica Cestarelli della Compagnia “Agorà” di Potenza Picena per la sua estroversa interpretazione nel lavoro di Giuseppe Sorgi “Serata omicidio”. Altri premi sono andati a Gherardi Coltri quale miglior caratterista maschile in “Rumori fuori scena”, a conferma di un grande talento artistico e riconoscimento di una lunga carriera teatrale, ed a Beatrice Varalta quale miglior attrice non protagonista nello stesso spettacolo.
Il vice sindaco Francesca D’Alessandro, operatori teatrali e sponsor della Rassegna hanno premiato e riconosciuto il valore culturale e artistico di questa 53a Rassegna Angelo Perugini che da più di mezzo secolo è un polo importante per le stagioni di prosa del Lauro Rossi. La serata ha visto un avvincente e significativo allestimento dell’Elettra” da Euripide per la regia di Diego Dezi, portato in scena dal “Teatro Oreste Calabresi” che insieme alla Compagnia Filarmonico Drammatica “Andrea Caldarelli” ha organizzato tutta la manifestazione.

La premiazione

 

Comune di Macerata
martedì 1 febbraio 2022

1 febbraio 2022

NEWS


Il pubblico della “Perugini” premia l’Accademia Campogalliani

 


“Processo a Dio” di Stefano Massini è lo spettacolo che vince la 53a Rassegna Nazionale “Angelo Perugini”.


La serata finale della manifestazione, domenica 30 gennaio, al Teatro Lauro Rossi, è stata una festa per le compagnie partecipanti che hanno visto riconosciuta la loro qualità artistica da un pubblico che ha seguito gli spettacoli in concorso con attenzione e partecipazione.

 

Il gradimento del pubblico

L’opera teatrale di Stefano Massini ha avuto un voto altissimo dal pubblico (9,31) a conferma della passione dei maceratesi per la prosa intensa e coinvolgente, e il testo dell’autore toscano ha toccato veramente le corde più sensibili dell’animo umano. Anche il pubblico del Lauro Rossi, quindi, ha premiato un autore che, oltre ad essere consulente del Piccolo di Milano, ha ricevuto premi in tutta Europa e le sue opere sono ormai entrate nella cerchia di quelle più tradotte e rappresentate nel mondo. L’Accademia Campogalliani di Mantova ha anche visto premiata come miglior attrice Roberta Visentini.

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Gazzetta di Mantova
lunedì 31 gennaio 2022

LUNEDÌ, 31 gennaio 2022

 

MANTOVA - Tempo-Libero


Campogalliani, “Processo a Dio” vince il primo premio assoluto a Macerata

 


Roberta Vesentini migliore attrice protagonista e nomination a Michele Romualdi miglior attore non protagonista e Mario Zolin miglior attore protagonista


Accademia teatrale Campogalliani in festa. Domenica pomeriggio al teatro Lauro Rossi di Macerata la Rassegna nazionale d’arte drammatica Angelo Perugini ha conferito a “Processo a Dio” il primo premio assoluto per gradimento del pubblico del 90,31 per cento, con Roberta Vesentini migliore attrice protagonista e nomination a Michele Romualdi miglior attore non protagonista e Mario Zolin miglior attore protagonista.

«Vincere a una rassegna nazionale premi così importanti, a coronamento di un lavoro di ricerca e di accurata preparazione attoriale, ci riempie di orgoglio e ci rende oltremodo felici. È un onore vincere potendo così arricchire il palmares della compagnia Campogalliani» dice Zolin, regista dello spettacolo e attore. «È stato emozionante - prosegue - poter competere, confrontarsi e vincere con una selezione di compagnie a livello nazionale. Per questo ringrazio tutti gli attori e i tecnici che con me hanno affrontato questa competizione».

Felicissima Roberta Vesentini: «Ricevere un premio importante in una Rassegna così prestigiosa - dice - è sempre elettrizzante. Riceverlo dopo un periodo così triste e buio è una vera e propria botta di gioia e di luce. La notizia è arrivata dritta nei camerini del nostro teatrino d’Arco dove stavamo rappresentando la frizzante commedia “Sinceramente bugiardi”. Risate, lacrime, abbracci per una vittoria che è di tanti: della grande Compagnia-famiglia Campogalliani, dei miei straordinari compagni di “doloroso viaggio teatrale” nel crudele mondo dei lager, del testo efficace e coraggioso di Massini, del nostro impegno anche per un “teatro civile”, che tenga sempre accesa la memoria e infine del teatro-tutto, che continua a essere un faro di bellezza nelle nostre vite».

In “Processo a Dio”, andato in scena a Macerata lo scorso 28 novembre, l’Olocausto è rivissuto da personaggi immaginari. Siamo in Polonia nell’estate 1944: l’ultima notte nel padiglione 41 del lager di Majdanek dopo la liberazione da parte dei russi. Elga Firsch (interpretata da Roberta Vesentini), attrice di Francoforte, deportata, consapevole della disumana violenza subita decide di processare Dio per la sua lontananza dalla devastazione che ha colpito il suo popolo. I due saggi Solomon Borowitz e Mordechai Cohen (Giovanni Rodelli e Giampiero Marra), scampati alla morte, assumono il ruolo di giudici. Il rabbino Nachman Bidermann (Mario Zolin) sente il dovere di sostenere le tesi dei testi sacri per garantire la difesa all’imputato Dio. Il giovane Adek Bidermann (Paolo Di Mauro), figlio del rabbino, desideroso di vendetta verbalizza gli atti del processo.

Il capitano delle SS Rudolf Reinhard (Michele Romualdi) rappresenta con lunghi silenzi il silenzio di Dio. Realizzazione costumi Francesca Campogalliani e Diego Fusari. Scene Zolin. Le luci per questo spettacolo furono realizzate da Giorgio Codognola scomparso nel 2020. Selezione musicale Nicola Martinelli. Realizzazione scene Falegnameria Busoli. Direttrici di scena Diva Polidori e Marina Albertini. Aiuto alla regia Marco Federici. La regia rende omaggio al regista Aldo Signoretti, scomparso nel 2015, che con le sue opere sul tema è stato fonte di ispirazione. g.s.

Il Resto del Carlino
domenica 28 novembre 2021


Al Lauro Rossi ’Processo a Dio’ per i campi di sterminio e i lager di oggi nel mondo


Pubblicato il 28 novembre 2021

Stefano Massini"Processo a Dio" è il titolo dello spettacolo proposto alle 17.30 di oggi al Lauro Rossi dall’accademia Campogalliani di Mantova in occasione della 53esima Rassegna nazionale Angelo Perugini. L’opera porta la firma di Stefano Massini (nella foto), uno dei più importanti autori teatrali degli ultimi trenta anni, regista e consulente artistico del Piccolo di Milano. Massini ha vinto sette premi della critica tra Francia, Italia, Germania e Spagna e i suoi testi si sono imposti oltre i confini italiani come autentico fenomeno. Questo testo, applaudito non solo in Italia, costituisce un processo in piena regola dove la verità storica dell’Olocausto è incarnata e rivissuta da personaggi immaginari. L’autore porta lo spettatore nell’estate del 1944 in Polonia, per la precisione all’ultima notte nel padiglione 41 del lager dopo la liberazione da parte dei russi: Elga Firsch, attrice di Francoforte deportata a Majdanek, consapevole della ferita impressa indelebilmente nell’anima per la disumana violenza subita, decide di processare Dio per la sua imperdonabile lontananza dalla devastazione che ha colpito il suo popolo. La musica sottolinea gli stati d’animo, le emozioni e i sentimenti. Ancora adesso esistono campi di detenzione o concentramento. Si alzano muri per contenere o respingere. Ci sono nel mondo ancora oggi tante reti di filo spinato. Le motivazioni economiche, politiche, religiose o addirittura filosofiche non possono giustificare le atrocità commesse nei campi di sterminio o nei lager di tutto il mondo.

I biglietti sono disponibili al teatro. La regia è firmata da Mario Zolin, sul palco ci saranno Roberta Vesentini, lo stesso Zolin, Paolo Di Mauro, Giovanni Rodelli, Giampiero Marra e Michele Romualdi.

Lorenzo Monachesi

26 feb

Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani”

  • Commento dell’Autore
  • Teatro di Palazzo d’Arco
    Mantova
  • martedì 26 febbraio 2019
 

Assenze

A Warm Reception in Mantua

by Peter Floyd

On Saturday, February 9, my wife Vinita and I were guests of the Academia Teatrale Francesco Campogalliani in Mantua, Italy, at the opening night of their revival of Assenze, the Italian translation (by Antonia Brancati) of Absence. As noted in my previous post, this was the company that had premiered this translation two years ago, when I was unable to attend.

It was a magnificent performance, powerful and moving, with a brilliant cast anchored by a heart-stopping performance by Francesca Campogalliani (the granddaughter of the company’s founder!) as Helen. The designers created a beautiful world in the intimate theater, under Mario Zolin’s solid direction.

But more than the play itself, Vinita and I were moved by the warmth and generosity of everyone at the theater, who invited us to have dinner with them after the show and made us feel completely at home. The two of us spoke little Italian, and many of the people there spoke little English, but we were able to make our mutual admiration known!

I was also happy to meet Antonia Brancati herself. We’d been e-mailing each other for years, but we at last got to meet face to face! (She’s a talented playwright in her own right.)

It’s always an honor to have my work performed in translation, but it’s also humbling to see “my” work performed successfully with words that aren’t actually my own.

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6 gen

Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani”

  • Da un nostro giovanissimo spettatore ...
  • Teatro di Palazzo d’Arco
    Mantova
  • domenica 6 gennaio 2019
 
18 lug

Compagnia Teatrale “Francesco Campogalliani”

  • Messaggi di ringraziamento
  • ASSOCIAZIONE CASA DEL SOLE ONLUS
  • Teatro di Palazzo d’Arco
    Mantova
  • mercoledì 18 luglio 2018
 

I Lunedì del d’Arco

Casa del Sole

Ringraziamo la Campogalliani

La nostra associazione ringrazia l’Accademia teatrale Campogalliani per il contributo raccolto in occasione degli eventi “Lunedì del d’Arco”.
Da diversi anni l’Accademia sostiene la Casa del Sole attraverso diverse iniziative.
Il legame di sincera amicizia ci permette ogni anno di continuare a offrire servizi educativi e riabilitativi ai bambini cerobropatici che frequentano il centro di San Silvestro.
Quest’anno il contributo sarà rivolto all’Ippoterapia e in particolare all’acquisto di un nuovo cavallo.


Associazione Casa del Sole onlus

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12 apr

FRANCESCA CAMPOGALLIANI

  • PER UNA DONNA
  • Palazzo d’Arco
    Mantova
  • mercoledì 12 aprile 2017
 

Premio “PER UNA DONNA” a Francesca Campogalliani


Gazzetta di Mantova
giovedì 13 aprile 2017
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Premio a Francesca Campogalliani

 




Partecipata cerimonia, ieri a palazzo d’Arco, per “Per una Donna”, premio voluto dall’Ammi, associazione mogli dei medici, presieduta da Silvana Faben Scalori, e dedicato a donne speciali. Premiata Francesca Campogalliani, nome di spicco del teatro mantovano.

11 feb

Accademia Teatrale “Francesco Campogaliani”

  • Miglior Compagnia
  • 29º FESTIVAL NAZIONALE DEL TEATRO AMATORIALE “MASCHERA D’ORO”
  • Teatro San Marco
    Vicenza
  • sabato 11 febbraio 2017
 

Il trigamo o la spartizione

Motivazione: “Un perfetto dosaggio di recitazione, regia, ambientazione e luci, ma anche pause e accelerazioni, smarrimenti improvvisi e riprese, ha contribuito a restituire in maniera assai persuasiva un noto testo di Piero Chiara, che nell’apparente semplicità espressiva e nella artificiosità piccolo borghese dissimula le difficoltà. Esemplare il disporsi degli interpreti nella grigia luce del salotto, così come la capacità di suggerire piuttosto che dire, fra allusioni e sospensioni. La vicenda, allora,, prende i colori di una verità umana e sociale, con i suoi squallori morali e le miserie quotidiane”.

Primio alla Miglior Compagnia

Primio alla Miglior Compagnia

I premi vinti dall’Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani”

Uno dei momenti della premiazione dell’Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani”

F.I.T.A. VENETO
domenica 28 maggio 2017
F.I.T.A. Veneto


FABER & MASCHERA D’ORO: TEATRO E IMPRESA REGALANO GRANDI EMOZIONI



Assolutamente speciale la serata che sabato 27 maggio, con la consegna del 23º Premio Faber Teatro promosso da Confartigianato Vicenza, ha chiuso al Teatro Olimpico la 29º edizione del Festival nazionale "Maschera d’Oro", promosso dal Comitato Veneto della Federazione Italiana Teatro Amatori (Fita). Il palcoscenico del teatro coperto più antico del mondo, gioiello nato dal genio di Andrea Palladio e Vincenzo Scamozzi, ha fatto come sempre da straordinario scenario alla serata, che ha visto l’Accademia Teatrale "Francesco Campogalliani" di Mantova, vincitrice del Festival, esibirsi in un vivace e piacevolissimo allestimento de "Le intellettuali" di Molière, basato sull’orginale traduzione di Cesare Garboli e diretto con verve e leggerezza da Maria Grazia Bettini.

Presentata dalla giornalista Elisa Santucci e aperta da un intervento del consulente artistico di Fita Veneto Luigi Lunari, la serata ha visto la partecipazione di tanti amici del Festival, rappresentanti del mondo dell’impresa e del teatro e autorità, tra le quali il nuovo Prefetto di Vicenza, Umberto Guidato, l’assessore alla Comunità e alle Famiglie del Comune Isabella Sala e il presidente di Apindustria Vicenza Flavio Lorenzin.

Tra gli applausi del pubblico dell’Olimpico - affiancato dal presidente del Festival e vicepresidente nazionale Fita Aldo Zordan e dal presidente di Fita Veneto Mauro Dalla Villa - il presidente di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo, ha consegnato alla "Campogalliani" l’ambitissimo Faber Teatro, che proprio quest’anno ha cambiato volto; la sua nuova forma è infatti quella di una maschera di Arlecchino, realizzata dal celebre laboratorio dei Fratelli De Marchi: un simbolo ancora più evidente del legame fra mondo dell’impresa artigiana e mondo del teatro amatoriale, uniti dalla comune cultura del "fare" e del "fare bene" e protagonisti (entrambi) di significative ricadute sociali ed economiche.

Chiusa in bellezza l’edizione numero 29, la macchina del Festival "Maschera d’Oro" è già al lavoro, e con una marcia in più, in vista dell’edizione numero 30 in preparazione per il 2018.

F.I.T.A. VENETO
martedì 23 maggio 2017
F.I.T.A. Veneto


TEMPO DI PREMIO FABER AL TEATRO OLIMPICO



Tradizionale appuntamento sabato 27 maggio alle 21, al Teatro Olimpico di Vicenza, con il Premio Faber Teatro, riconoscimento che Confartigianato Vicenza attribuisce ai vincitori del Festival nazionale "Maschera d’Oro", kermesse organizzata da Fita Veneto e giunta quest’anno alla 29ª edizione. In palio, come noto, proprio la straordinaria possibilità di esibirsi per una sera sul palcoscenico palladiano, teatro coperto più antico del mondo.

L’onore toccherà all’Accademia Teatrale "Francesco Campogalliani" di Mantova, che per la quarta volta è riuscita a vincere la "Maschera" e che rappresenterà per l’occasione il suo applaudito e brillante allestimento de "Le intellettuali" di Molière, per la regia di Maria Grazia Bettini.
«Da ventitré anni - sottolinea il presidente della Confartigianato vicentina, Agostino Bonomo - con il Premio Faber vogliamo ribadire l’affinità tra il mondo delle nostre piccole imprese e lo spirito degli "artigiani del teatro" sui comuni valori dell’impegno, della capacità di lavoro, della creatività, così come nello strettissimo rapporto con il tessuto sociale del territorio».
«Lo speciale rapporto esistente tra Fita Veneto e Confartigianato Vicenza - gli fa eco Aldo Zordan, presidente del Festival e vicepresidente nazionale Fita - continua ad essere un esempio virtuoso di come due mondi all’apparenza lontani come quello del teatro e dell’impresa possano trovare punti d’incontro reali, con significative ricadute (anche economiche) a vantaggio del territorio e della società».

Mincio & Dintorni
mercoledì 29 marzo 2017
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VICENZA – LA CAMPOGALLIANI PREMIATA AL FESTIVAL NAZIONALE MASCHERA D’ORO

 


29 marzo 2017



Con lo spettacolo “Il Trigamo” di Piero Chiara l’Accademia Teatrale Campogalliani trionfa al Festival Nazionale Maschera d’Oro di Vicenza aggiudicandosi il premio come miglior compagnia e il premio alle migliori attrici caratteriste assegnato a Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello e Gabriella Pezzoli, oltre alle nomination per migliore regia a Maria Grazia Bettini, per migliore attore ad Adolfo Vaini, per miglior attore caratterista a Diego Fusari e al migliore allestimento per scene, costumi, luci e sonoro.


La Campogalliani si aggiudica per la quarta volta il massimo riconoscimento in uno dei più prestigiosi festival del teatro amatoriale italiano che ha selezionato tra più di cento spettacoli iscritti solo otto compagnie finaliste.

Il premio Maschera d’oro dà il diritto alla storica compagnia mantovana di recitare al Teatro Olimpico di Andrea Palladio, il più antico teatro coperto del modo, con lo spettacolo “Le Intellettuali” di Moliére che verrà rappresentato sabato 27 maggio.



La giuria ha espresso il verdetto con la seguente motivazione: “un perfetto dosaggio di recitazione, regia, ambientazione e luci, ma anche pause e accelerazioni, smarrimenti improvvisi e riprese, ha contribuito a restituire in maniera assai persuasiva un noto testo di Piero Chiara, che nell’apparente semplicità espressiva e nella artificiosità piccolo borghese dissimula le difficoltà. Esemplare il disporsi degli interpreti nella grigia luce del salotto, così come la capacità di suggerire piuttosto che dire, fra allusioni e sospensioni. La vicenda, allora,, prende i colori di una verità umana e sociale, con i suoi squallori morali e le miserie quotidiane”.



Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello e Gabriella Pezzoli, che hanno interpretato le sorelle Tettamanzi hanno ottenuto il premio ex aequo come migliori attrici caratteriste dalla giuria che si è così espressa: “talmente abili ed accorte da creare un unico personaggio femminile a tre dimensioni, hanno offerto una grande prova, grazie anche a una malizia che sottilmente passava dal palcoscenico al pubblico, in un incedere tutto giocato sulle pause e le allusioni, sul passarsi la parola e calcolare i tempi. Una femminilità autentica e vincente, che si nutre, più che delle sue contraddizioni, della consapevolezza di essere e volere”.

La riduzione teatrale, elaborata dallo stesso Piero Chiara adattando per il palcoscenico il suo romanzo, divenne subito un grande successo nel 1970 per la regia di Aldo Trionfo e l’interpretazione di grandi attori quali Gianni Agus, Valeria Moriconi, Adriana Innocenti, Giovanna Pellizzi e le scenografie di Emanuele Luzzati. Nello stesso anno il successo venne ripetuto quando il regista Alberto Lattuada adattò il racconto per il grande schermo, cambiando il titolo, che divenne “Venga a prendere il caffè da noi”, con Ugo Tognazzi.



La vicenda è incentrata sulla figura di Emerenziano Paronzini, invalido della II Guerra Mondiale, impiegato al Ministero delle Finanze trasferito in qualità di vice-capufficio, a Luino, sul Lago Maggiore. Preciso e metodico, sia nella vita privata che sul lavoro, Paronzini adocchia le sorelle Tettamanzi, tre “mature ragazze”, che hanno una bella casa sul lago e una considerevole fortuna, ereditata dal padre, “patrocinatore legale” con la passione per la scienza e la biologia, morto da poco. L’Autore così le descrive: “brutte ciascuna a suo modo di una bruttezza singolare, e consapevoli della ripugnanza che ispiravano agli uomini, avevano tacitamente soppresso l’amore, come se l’avessero seppellito in giardino per nascondere una vergogna. In verità, neppure quando andavano a scuola, nessun uomo aveva pensato di farle accorte del loro sesso.

Il Paronzini decide di sposare Fortunata, la più anziana, ma, tornato dal viaggiodi nozze, visto che la moglie risulterà, a un controllo medico, “vaginalmente infiammata”, inizia a sollazzarsi anche con le altre due sorelle (Tarsilla e Camilla), intensificando i rapporti, dedicandosi ogni notte a una sorella diversa, sotto gli occhi orripilati della vecchia serva Teresa che non dorme più e si spella le mani a furia di rosari. Il paese naturalmente intuisce, ma non riesce a sapere con certezza. Paronzini diventa così l’amante di tutte e tre le sorelle, che si dividono le sue attenzioni senza gelosie, fino all’inevitabile schianto coronarico dell’attempato amatore.


La regia porta la firma di Maria Grazia Bettini che, lo scorso anno, in occasione del settantennale dell’Accademia Campogalliani, decise di rimettere in scena lo spettacolo, che debuttò nel 1985, con la sostituzione di alcuni attori e con una nuova scenografia, ma con il medesimo impianto interpretativo e registico, per riproporre agli spettatori una storia di ipocrisie perbeniste, raccontata con ironia e semplicità da un grande scrittore come Piero Chiara.

Gli interpreti sono: Adolfo Vaini (Emerenziano Paronzini), Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello e Gabriella Pezzoli (le tre sorelle Tettamanzi), Diego Fusari (Paolino Mentasti), Roberta Bonfiglio (la domestica Teresa), Giancarlo Braglia (il dottor Raggi), Michele Romualdi (il Prevosto), Sergio Negri (don Casimiro) e Daniele Pizzoli (il segertario politico). Le scenografie sono state ideate da Daniele Pizzoli, i costumi da Francesca Campogalliani e Diego Fusari, i disegni per le decorazioni scenografiche da Nani Tedeschi, le musiche sono state selezionate da Daniele Pizzoli e le luci curate da Giorgio Codognola, mentre per la direzione scenica hanno collaborato Marina Alberini, Lorenza Becchi, Martina Ginelli e Annalaura Melotti.

Gazzetta di Mantova
lunedì 27 marzo 2017
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MANTOVA

“Teatro, la Campogalliani trionfa a Vicenza

 

Con “Il Trigamo” di Piero Chiara al festival Maschera d’Oro primi premi per la miglior compagnia e le migliori attrici caratteriste


I rappresentanti della Campogalliani alla premiazione



MANTOVA. Con lo spettacolo Il Trigamo di Piero Chiara l’Accademia teatrale Campogalliani ha trionfato al festival nazionale Maschera d’Oro di Vicenza aggiudicandosi il premio come miglior compagnia e il premio alle migliori attrici caratteriste assegnato a Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello e Gabriella Pezzoli, oltre alle nomination per migliore regia a Maria Grazia Bettini, per migliore attore ad Adolfo Vaini, per miglior attore caratterista a Diego Fusari e al migliore allestimento per scene, costumi, luci e sonoro.

La Campogalliani si aggiudica per la quarta volta il massimo riconoscimento in uno dei più prestigiosi festival del teatro amatoriale italiano che ha selezionato tra più di 100 spettacoli iscritti solo 8 compagnie finaliste. Il premio Maschera d’oro dà il diritto alla storica compagnia mantovana di recitare al Teatro Olimpico di Andrea Palladio<<, il più antico teatro coperto del mondo, con lo spettacolo Le Intellettuali di Moliére che verrà rappresentato sabato 27 maggio.


Una foto di scena con Loredana Sartorello, Gabriella Pezzoli, Francesca Campogalliani e Adolfo Vaini



La giuria ha espresso il verdetto con la seguente motivazione: “Un perfetto dosaggio di recitazione, regia, ambientazione e luci, ma anche pause e accelerazioni, smarrimenti improvvisi e riprese, ha contribuito a restituire in maniera assai persuasiva un noto testo di Piero Chiara, che nell’apparente semplicità espressiva e nella artificiosità piccolo borghese dissimula le difficoltà. Esemplare il disporsi degli interpreti nella grigia luce del salotto, così come la capacità di suggerire piuttosto che dire, fra allusioni e sospensioni. La vicenda, allora, prende i colori di una verità umana e sociale, con i suoi squallori morali e le miserie quotidiane”.

Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello e Gabriella Pezzoli, che hanno interpretato le sorelle Tettamanzi hanno ottenuto il premio ex aequo come migliori attrici caratteriste dalla giuria che si è così espressa: “talmente abili ed accorte da creare un unico personaggio femminile a tre dimensioni, hanno offerto una grande prova, grazie anche a una malizia che sottilmente passava dal palcoscenico al pubblico, in un incedere tutto giocato sulle pause e le allusioni, sul passarsi la parola e calcolare i tempi. Una femminilità autentica e vincente, che si nutre, più che delle sue contraddizioni, della consapevolezza di essere e volere”.

La riduzione teatrale, elaborata dallo stesso Piero Chiara adattando per il palcoscenico il suo romanzo, divenne subito un grande successo nel 1970 per la regia di Aldo Trionfo. Nello stesso anno il successo venne ripetuto quando il regista Alberto Lattuada adattò il racconto per il grande schermo, con Venga a prendere il caffè da noi e Ugo Tognazzi grande protagonista.

La vicenda è incentrata sulla figura di Emerenziano Paronzini, impiegato al ministero delle Finanze, trasferito in qualità di vice-capufficio, a Luino, sul Lago Maggiore, che adocchia le sorelle Tettamanzi, tre “mature ragazze”, che hanno una bella casa sul lago e una considerevole fortuna.

La regia porta la firma di Maria Grazia Bettini che, lo scorso anno, nel settantennale dell’Accademia Campogalliani, decise di rimettere in scena lo spettacolo, che debuttò nel 1985, con la sostituzione di alcuni attori e con una nuova scenografia.

F.I.T.A. VENETO
domenica 26 marzo 2017
F.I.T.A. Veneto
 


Festival Maschera d’Oro: vince la Campogalliani di Mantova





È l’Accademia "Francesco Campogalliani" di Mantova la vincitrice del 29o Festival nazionale "Maschera d’Oro", kermesse del teatro amatoriale italiano organizzata da Fita Veneto, in collaborazione con Regione, Comune di Vicenza, Il Giornale di Vicenza e Confartigianato provinciale e con il patrocinio di Provincia e Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Con lo spettacolo "Il trigamo" di Piero Chiara, per la regia di Maria Grazia Bettini, la formazione lombarda ha avuto la meglio, al rush finale, sulla salernitana Avalon Teatro, con "Le voci di dentro" di Eduardo De Filippo, regia di Gerry Petrosino, e sui trevigiani Amici del Teatro Roncade, con "Otto donne" di Robert Thomas, per la regia di Alberto Moscatelli.

Grande soddisfazione, naturalmente, in casa Campogalliani, alla quarta vittoria al Festival, dopo i successi ottenuti nel 2002, 2003 e 2013. Per lei, ora, si aprono anche le porte dell’Olimpico, gioiello palladiano e teatro coperto più antico al mondo, sul cui palcoscenico potrà esibirsi, sabato 27 maggio, grazie al Premio "Faber Teatro", messo in palio da Confartigianato Vicenza.

Questi gli altri riconoscimenti assegnati: migliore regia, Alberto Moscatelli (Amici del Teatro Roncade); attore, Gigi Mardegan (Il Satiro - Treviso); attrice, Sara Tomasucci (La Piccola Ribalta - Pesaro); attore caratterista, Salvatore Illegittimo (Avalon); attrici caratteriste, Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello e Gabriella Pezzoli (Campogalliani); giovane, Chiara Becchimanzi (Luna Nova - Latina); allestimento, Amici del Teatro Roncade; gradimento del pubblico, Il Satiro di Treviso per "La locomotiva" di Roberto Cuppone.

Nel concorso di critica "La Scuola e il Teatro", riservato agli studenti delle scuole superiori, "en plein" del Liceo scientifico "Quadri" di Vicenza: vittoria di Chiara Caucchiolo della IV ESC, seguita da Leonardo Rossi della V CSA e da Annalisa Righele della II FSA. Infine, Premio "Renato Salvato" all’impegno per il teatro ad Annalisa Carrara, direttrice artistica del Civico di Schio.

Dopo le premiazioni, La Bottega dei RebArdò di Roma si è esibita nello spettacolo "Ben Hur" di Gianni Clementi, per la regia di Enzo Ardone, sul palco con Monica Biagini e Sandro Calabrese. Lunghi applausi del pubblico per un lavoro che sa disegnare, con ironia e acutezza, le contraddizioni della nostra società.

Condotta con simpatia dalla giornalista Elisa Santucci, la serata è stata aperta dalla lettura di alcuni passaggi del messaggio dell’attrice Isabelle Huppert, testimonial della 55ª Giornata Mondiale del Teatro, fissata per il 27 marzo, cui anche Fita Veneto ha aderito. Numerose le autorità presenti alle premiazioni, tra cui il consigliere Gianpaolo Giacon, in rappresentanza del Comune di Vicenza, il consigliere delegato alla Cultura della Provincia di Vicenza Francesco Enrico Gonzo, il presidente dell’Istituto culturale "Rezzara" di Vicenza Luciano Righi, il presidente della Cofas - Filodrammatiche trentine Gino Tarter, il consulente artistico di Fita Veneto Luigi Lunari, il presidente del Cesar - Centro sviluppo artigianato di Vicenza Martino Pesavento e il presidente di Confartigianato Vicenza Agostino Bonomo. Soddisfazione per gli ottimi risultati di questa edizione della Maschera d’Oro sono stati espressi anche da Mauro Dalla Villa, presidente Fita Veneto, e dal presidente del Festival, nonché vicepresidente della Fita nazionale, Aldo Zordan, che ha lanciato l’edizione numero 30 della kermesse, in programma nel 2018: «Siamo già al lavoro - ha dichiarato - per preparare un’edizione assolutamente da ricordare. Qualche anticipazione? Di sicuro uno spazio speciale avranno il pubblico e i giovani».

Il Giornale di Vicenza
sabato 11 febbraio 2017
Il Giornale di Vicenza
 
11 febbraio 2017

MASCHERA D’ORO. Stasera al San Marco al concorso degli amatoriali la Campogalliani di Mantova propone “Il trigamo”

Pubbliche virtù e vizi privati
nella piccola società di provincia

Una scena de “Il trigamo” con l’Accademia Campogalliani di Mantova Una scena de “Il trigamo” con l’Accademia Campogalliani di Mantova

Intrigante e spassosa commedia che lo scrittore Piero Chiara trasse da un suo racconto. Tre sorelle e l’ingombrante memoria del padre


VICENZA

Dopo il sold-out traboccante di applausi della scorsa settimana, tutto pronto per la seconda serata del 29º Festival nazionale “Maschera d’Oro”, che oggi alle 21 vedrà approdare al Teatro San Marco uno dei supercampioni della manifestazione promossa da F.i.t.a. Veneto / Federazione italiana teatro amatori, in collaborazione con Regione Veneto, Comune, Il Giornale di Vicenza e Conartigianato provinciale.
Asalire sul palcoscenico sarà l’Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani” di Mantova, storica formazione lombarda che nel 2016 ha festeggiato i propri 70 anni di attività e che al festival ha già vinto tre volte (l’ultima nel 2013 con “Pigmalione” di George Bernard Shaw), attesa alla kermesse con una celebre, intrigante e spassosissima commedia di Piero Chiara: “Il trigmo”, piece che lo scrittore di Luino trasse dal proprio romanzo “Laspartizione”, reso celebre nche dal film di Alberto Lattuada “Venga a prendere un caffè da noi”, con Ugo Tognazzi
Diretta da Maria Grazia Bettini, la commedia riprende l”andamento narrativo del romanzo di Chiara, seguendo passo passo, nell’atmosfera ovattata di una cittadina di provincia, le grandi manovre messe in atto da Emerenziano Paronzini, invalido di guerra e impiegato del Ministero della Finanze, per trovare la migliore delle sistemazioni nella ricca dimora di tre sorelle nubili: Fortunata, Tarsilla e Camilla Tettamanzi.
Bruttine e stagionate, pur ciascuna con una propria “bellezza”, le tre donne vivono nell’ingombrante memoria del padre procuratore, dedito a inquietanti esperimenti botanici.
Specchio perfetto della piccola società di provincia, le tre trascorrono i giorni (e le interminabili notti) strette tra pubbliche virtù e vizi privati, effettivamente compiuti o solo sognati, finché nella loro vita non si insinua all’improvviso, l’impomatato e affettato seduttore Paronzini, gallo in pollaio del quale arriva ben presto ad avere il controllo assoluto.
Sposatosi con una delle tre, l’uomo creerà un pruriginoso “mènage a quatre”, sotto lo sguardo scandalizzato della vecchia domestica Teresa.
Ma ecco capitare qualcosa di assolutamente imprevisto... Sul palcoscenico la “Campogalliani” schiera Adolfo Vaini, Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello, Gabriella Pezzoli, Diego Fusari, Roberto Bonfiglio, Michele Romualdi, Sergio Negri, Giancarlo Braglia, Daniele Pizzoli.
Costumi di Francesca Campogallini e Diego Fusari, scene di Daniele Pizzoli realizzate da Enzo Busoli, disegni originali di Nani Tedeschi, luci di Giorgio Codognola.
L’Accademia mantovana deve il proprio nome a Francesco Campogalliani,celebre burattinaio discendente da una famiglia di artisti. A fondare la compagnia nel 1946 fu suo nipote Ettore,famoso musicista e insegnante di canto lirico.
Dal 1953 la compagnia ha sede nel Teatrino di Palazzo d’Arco nel cuore di Mantova, divenuto vivace centro di cultura, spettacolo e formazione. In oltre settant’anni di attività, la compagnia ha toccato i più diversi generi teatrali, ma con una spiccata predilezione per i classici.
Informazioni su www.fita-veneto.org; botteghino del San Marco aperto dalle 19 di stasera (tel. 0444 921560). Il festival è patrocinato dal Provincia e Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo.

TVIWEB
lunedì 6 febbraio 2017

TVIWEB


CULTURA - EVENTI
| 6 Febbraio 2017 - 11.57

VICENZA – XXIX Maschera d’Oro, l’accademia “Campogalliani” in scena con i “Il Trigamo” di Chiara



VICENZA – Risate e pruriti di provincia di scena sabato 11 febbraio alle 21, al Teatro San Marco di Vicenza, per la seconda serata del 29º Festival nazionale “Maschera d’Oro”, promosso da F.i.t.a. Veneto / Federazione italiana teatro amatori, in collaborazione con Regione del Veneto, Comune, Il Giornale di Vicenza e Confartigianato provinciale. L’appuntamento è con la storica Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani” di Mantova, attiva dal 1946 e diretta da Maria Grazia Bettini ne “Il trigamo”, divertente commedia di Piero Chiara ispirata al suo romanzo “La spartizione”, reso celebre anche dal film di Alberto Lattuada “Venga a prendere il caffè da noi”, con Ugo Tognazzi.

La trama. In una tipica città di provincia, impegnata a mostrare le proprie virtù pubbliche ma per nulla esente da vizi privati, vivono le sorelle Fortunata, Tarsilla e Camilla Tettamanzi, più che mature, tutt’altro che attraenti ma decisamente benestanti. Emerenziano Paronzini, invalido di guerra e impiegato al Ministero delle Finanze, riesce a farsi sposare da una delle tre e a sedurre le altre, dando il via ad un ménage allargato sotto lo sguardo di riprovazione della domestica Teresa. Ma un evento darà al tutto una svolta imprevista.

Sul palcoscenico la “Campogalliani” schiera Adolfo Vaini, Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello, Gabriella Pezzoli, Diego Fusari, Roberta Bonfiglio, Michele Romualdi, Sergio Negri, Giancarlo Braglia, Daniele Pizzoli.
Biglietti in prevendita nella sede di Fita Veneto, in stradella delle Barche 7 a Vicenza (tel. 0444 324907, al mattino, dal lunedì al venerdì) a 10 euro (8.50 i ridotti). Botteghino del San Marco aperto dalle 19 la sera dello spettacolo (tel. 0444 921560). Il festival è patrocinato da Provincia e Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Informazioni su www.fitaveneto.org.

11 feb

Francesca Campogalliani
Gabriella Pezzoli
Loredana Sartorello

  • Migliori attrici caratteriste
  • 29º FESTIVAL NAZIONALE DEL TEATRO AMATORIALE “MASCHERA D’ORO”
  • Teatro San Marco
    Vicenza
  • sabato 11 febbraio 2017
 

Il trigamo o la spartizione

Motivazione: “Talmente abili ed accorte da creare un unico personaggio femminile a tre dimensioni, hanno offerto una grande prova, grazie anche a una malizia che sottilmente passava dal palcoscenico al pubblico, in un incedere tutto giocato sulle pause e le allusioni, sul passarsi la parola e calcolare i tempi. Una femminilità autentica e vincente, che si nutre, più che delle sue contraddizioni, della consapevolezza di essere e volere”.


La premiazione delle attrici dalla Compagnia Teatrale “Francesco Campogalliani”

La premiazione delle attrici dalla Compagnia Teatrale “Francesco Campogalliani”

I primi ottenuti dalla Compagnia Teatrale “Francesco Campogalliani”

I primi ottenuti dalla Compagnia Teatrale “Francesco Campogalliani””

F.I.T.A. VENETO
domenica 28 maggio 2017
F.I.T.A. Veneto


FABER & MASCHERA D’ORO: TEATRO E IMPRESA REGALANO GRANDI EMOZIONI



Assolutamente speciale la serata che sabato 27 maggio, con la consegna del 23º Premio Faber Teatro promosso da Confartigianato Vicenza, ha chiuso al Teatro Olimpico la 29º edizione del Festival nazionale "Maschera d’Oro", promosso dal Comitato Veneto della Federazione Italiana Teatro Amatori (Fita). Il palcoscenico del teatro coperto più antico del mondo, gioiello nato dal genio di Andrea Palladio e Vincenzo Scamozzi, ha fatto come sempre da straordinario scenario alla serata, che ha visto l’Accademia Teatrale "Francesco Campogalliani" di Mantova, vincitrice del Festival, esibirsi in un vivace e piacevolissimo allestimento de "Le intellettuali" di Molière, basato sull’orginale traduzione di Cesare Garboli e diretto con verve e leggerezza da Maria Grazia Bettini.

Presentata dalla giornalista Elisa Santucci e aperta da un intervento del consulente artistico di Fita Veneto Luigi Lunari, la serata ha visto la partecipazione di tanti amici del Festival, rappresentanti del mondo dell’impresa e del teatro e autorità, tra le quali il nuovo Prefetto di Vicenza, Umberto Guidato, l’assessore alla Comunità e alle Famiglie del Comune Isabella Sala e il presidente di Apindustria Vicenza Flavio Lorenzin.

Tra gli applausi del pubblico dell’Olimpico - affiancato dal presidente del Festival e vicepresidente nazionale Fita Aldo Zordan e dal presidente di Fita Veneto Mauro Dalla Villa - il presidente di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo, ha consegnato alla "Campogalliani" l’ambitissimo Faber Teatro, che proprio quest’anno ha cambiato volto; la sua nuova forma è infatti quella di una maschera di Arlecchino, realizzata dal celebre laboratorio dei Fratelli De Marchi: un simbolo ancora più evidente del legame fra mondo dell’impresa artigiana e mondo del teatro amatoriale, uniti dalla comune cultura del "fare" e del "fare bene" e protagonisti (entrambi) di significative ricadute sociali ed economiche.

Chiusa in bellezza l’edizione numero 29, la macchina del Festival "Maschera d’Oro" è già al lavoro, e con una marcia in più, in vista dell’edizione numero 30 in preparazione per il 2018.

F.I.T.A. VENETO
martedì 23 maggio 2017
F.I.T.A. Veneto


TEMPO DI PREMIO FABER AL TEATRO OLIMPICO



Tradizionale appuntamento sabato 27 maggio alle 21, al Teatro Olimpico di Vicenza, con il Premio Faber Teatro, riconoscimento che Confartigianato Vicenza attribuisce ai vincitori del Festival nazionale "Maschera d’Oro", kermesse organizzata da Fita Veneto e giunta quest’anno alla 29ª edizione. In palio, come noto, proprio la straordinaria possibilità di esibirsi per una sera sul palcoscenico palladiano, teatro coperto più antico del mondo.

L’onore toccherà all’Accademia Teatrale "Francesco Campogalliani" di Mantova, che per la quarta volta è riuscita a vincere la "Maschera" e che rappresenterà per l’occasione il suo applaudito e brillante allestimento de "Le intellettuali" di Molière, per la regia di Maria Grazia Bettini.
«Da ventitré anni - sottolinea il presidente della Confartigianato vicentina, Agostino Bonomo - con il Premio Faber vogliamo ribadire l’affinità tra il mondo delle nostre piccole imprese e lo spirito degli "artigiani del teatro" sui comuni valori dell’impegno, della capacità di lavoro, della creatività, così come nello strettissimo rapporto con il tessuto sociale del territorio».
«Lo speciale rapporto esistente tra Fita Veneto e Confartigianato Vicenza - gli fa eco Aldo Zordan, presidente del Festival e vicepresidente nazionale Fita - continua ad essere un esempio virtuoso di come due mondi all’apparenza lontani come quello del teatro e dell’impresa possano trovare punti d’incontro reali, con significative ricadute (anche economiche) a vantaggio del territorio e della società».

Mincio & Dintorni
mercoledì 29 marzo 2017
Logo Mincio & Dintorni

 

VICENZA – LA CAMPOGALLIANI PREMIATA AL FESTIVAL NAZIONALE MASCHERA D’ORO

 


29 marzo 2017



Con lo spettacolo “Il Trigamo” di Piero Chiara l’Accademia Teatrale Campogalliani trionfa al Festival Nazionale Maschera d’Oro di Vicenza aggiudicandosi il premio come miglior compagnia e il premio alle migliori attrici caratteriste assegnato a Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello e Gabriella Pezzoli, oltre alle nomination per migliore regia a Maria Grazia Bettini, per migliore attore ad Adolfo Vaini, per miglior attore caratterista a Diego Fusari e al migliore allestimento per scene, costumi, luci e sonoro.


La Campogalliani si aggiudica per la quarta volta il massimo riconoscimento in uno dei più prestigiosi festival del teatro amatoriale italiano che ha selezionato tra più di cento spettacoli iscritti solo otto compagnie finaliste.

Il premio Maschera d’oro dà il diritto alla storica compagnia mantovana di recitare al Teatro Olimpico di Andrea Palladio, il più antico teatro coperto del modo, con lo spettacolo “Le Intellettuali” di Moliére che verrà rappresentato sabato 27 maggio.



La giuria ha espresso il verdetto con la seguente motivazione: “un perfetto dosaggio di recitazione, regia, ambientazione e luci, ma anche pause e accelerazioni, smarrimenti improvvisi e riprese, ha contribuito a restituire in maniera assai persuasiva un noto testo di Piero Chiara, che nell’apparente semplicità espressiva e nella artificiosità piccolo borghese dissimula le difficoltà. Esemplare il disporsi degli interpreti nella grigia luce del salotto, così come la capacità di suggerire piuttosto che dire, fra allusioni e sospensioni. La vicenda, allora,, prende i colori di una verità umana e sociale, con i suoi squallori morali e le miserie quotidiane”.



Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello e Gabriella Pezzoli, che hanno interpretato le sorelle Tettamanzi hanno ottenuto il premio ex aequo come migliori attrici caratteriste dalla giuria che si è così espressa: “talmente abili ed accorte da creare un unico personaggio femminile a tre dimensioni, hanno offerto una grande prova, grazie anche a una malizia che sottilmente passava dal palcoscenico al pubblico, in un incedere tutto giocato sulle pause e le allusioni, sul passarsi la parola e calcolare i tempi. Una femminilità autentica e vincente, che si nutre, più che delle sue contraddizioni, della consapevolezza di essere e volere”.

La riduzione teatrale, elaborata dallo stesso Piero Chiara adattando per il palcoscenico il suo romanzo, divenne subito un grande successo nel 1970 per la regia di Aldo Trionfo e l’interpretazione di grandi attori quali Gianni Agus, Valeria Moriconi, Adriana Innocenti, Giovanna Pellizzi e le scenografie di Emanuele Luzzati. Nello stesso anno il successo venne ripetuto quando il regista Alberto Lattuada adattò il racconto per il grande schermo, cambiando il titolo, che divenne “Venga a prendere il caffè da noi”, con Ugo Tognazzi.



La vicenda è incentrata sulla figura di Emerenziano Paronzini, invalido della II Guerra Mondiale, impiegato al Ministero delle Finanze trasferito in qualità di vice-capufficio, a Luino, sul Lago Maggiore. Preciso e metodico, sia nella vita privata che sul lavoro, Paronzini adocchia le sorelle Tettamanzi, tre “mature ragazze”, che hanno una bella casa sul lago e una considerevole fortuna, ereditata dal padre, “patrocinatore legale” con la passione per la scienza e la biologia, morto da poco. L’Autore così le descrive: “brutte ciascuna a suo modo di una bruttezza singolare, e consapevoli della ripugnanza che ispiravano agli uomini, avevano tacitamente soppresso l’amore, come se l’avessero seppellito in giardino per nascondere una vergogna. In verità, neppure quando andavano a scuola, nessun uomo aveva pensato di farle accorte del loro sesso.

Il Paronzini decide di sposare Fortunata, la più anziana, ma, tornato dal viaggiodi nozze, visto che la moglie risulterà, a un controllo medico, “vaginalmente infiammata”, inizia a sollazzarsi anche con le altre due sorelle (Tarsilla e Camilla), intensificando i rapporti, dedicandosi ogni notte a una sorella diversa, sotto gli occhi orripilati della vecchia serva Teresa che non dorme più e si spella le mani a furia di rosari. Il paese naturalmente intuisce, ma non riesce a sapere con certezza. Paronzini diventa così l’amante di tutte e tre le sorelle, che si dividono le sue attenzioni senza gelosie, fino all’inevitabile schianto coronarico dell’attempato amatore.


La regia porta la firma di Maria Grazia Bettini che, lo scorso anno, in occasione del settantennale dell’Accademia Campogalliani, decise di rimettere in scena lo spettacolo, che debuttò nel 1985, con la sostituzione di alcuni attori e con una nuova scenografia, ma con il medesimo impianto interpretativo e registico, per riproporre agli spettatori una storia di ipocrisie perbeniste, raccontata con ironia e semplicità da un grande scrittore come Piero Chiara.

Gli interpreti sono: Adolfo Vaini (Emerenziano Paronzini), Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello e Gabriella Pezzoli (le tre sorelle Tettamanzi), Diego Fusari (Paolino Mentasti), Roberta Bonfiglio (la domestica Teresa), Giancarlo Braglia (il dottor Raggi), Michele Romualdi (il Prevosto), Sergio Negri (don Casimiro) e Daniele Pizzoli (il segertario politico). Le scenografie sono state ideate da Daniele Pizzoli, i costumi da Francesca Campogalliani e Diego Fusari, i disegni per le decorazioni scenografiche da Nani Tedeschi, le musiche sono state selezionate da Daniele Pizzoli e le luci curate da Giorgio Codognola, mentre per la direzione scenica hanno collaborato Marina Alberini, Lorenza Becchi, Martina Ginelli e Annalaura Melotti.

Gazzetta di Mantova
lunedì 27 marzo 2017
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MANTOVA

“Teatro, la Campogalliani trionfa a Vicenza

 

Con “Il Trigamo” di Piero Chiara al festival Maschera d’Oro primi premi per la miglior compagnia e le migliori attrici caratteriste


I rappresentanti della Campogalliani alla premiazione



MANTOVA. Con lo spettacolo Il Trigamo di Piero Chiara l’Accademia teatrale Campogalliani ha trionfato al festival nazionale Maschera d’Oro di Vicenza aggiudicandosi il premio come miglior compagnia e il premio alle migliori attrici caratteriste assegnato a Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello e Gabriella Pezzoli, oltre alle nomination per migliore regia a Maria Grazia Bettini, per migliore attore ad Adolfo Vaini, per miglior attore caratterista a Diego Fusari e al migliore allestimento per scene, costumi, luci e sonoro.

La Campogalliani si aggiudica per la quarta volta il massimo riconoscimento in uno dei più prestigiosi festival del teatro amatoriale italiano che ha selezionato tra più di 100 spettacoli iscritti solo 8 compagnie finaliste. Il premio Maschera d’oro dà il diritto alla storica compagnia mantovana di recitare al Teatro Olimpico di Andrea Palladio<<, il più antico teatro coperto del mondo, con lo spettacolo Le Intellettuali di Moliére che verrà rappresentato sabato 27 maggio.


Una foto di scena con Loredana Sartorello, Gabriella Pezzoli, Francesca Campogalliani e Adolfo Vaini



La giuria ha espresso il verdetto con la seguente motivazione: “Un perfetto dosaggio di recitazione, regia, ambientazione e luci, ma anche pause e accelerazioni, smarrimenti improvvisi e riprese, ha contribuito a restituire in maniera assai persuasiva un noto testo di Piero Chiara, che nell’apparente semplicità espressiva e nella artificiosità piccolo borghese dissimula le difficoltà. Esemplare il disporsi degli interpreti nella grigia luce del salotto, così come la capacità di suggerire piuttosto che dire, fra allusioni e sospensioni. La vicenda, allora, prende i colori di una verità umana e sociale, con i suoi squallori morali e le miserie quotidiane”.

Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello e Gabriella Pezzoli, che hanno interpretato le sorelle Tettamanzi hanno ottenuto il premio ex aequo come migliori attrici caratteriste dalla giuria che si è così espressa: “talmente abili ed accorte da creare un unico personaggio femminile a tre dimensioni, hanno offerto una grande prova, grazie anche a una malizia che sottilmente passava dal palcoscenico al pubblico, in un incedere tutto giocato sulle pause e le allusioni, sul passarsi la parola e calcolare i tempi. Una femminilità autentica e vincente, che si nutre, più che delle sue contraddizioni, della consapevolezza di essere e volere”.

La riduzione teatrale, elaborata dallo stesso Piero Chiara adattando per il palcoscenico il suo romanzo, divenne subito un grande successo nel 1970 per la regia di Aldo Trionfo. Nello stesso anno il successo venne ripetuto quando il regista Alberto Lattuada adattò il racconto per il grande schermo, con Venga a prendere il caffè da noi e Ugo Tognazzi grande protagonista.

La vicenda è incentrata sulla figura di Emerenziano Paronzini, impiegato al ministero delle Finanze, trasferito in qualità di vice-capufficio, a Luino, sul Lago Maggiore, che adocchia le sorelle Tettamanzi, tre “mature ragazze”, che hanno una bella casa sul lago e una considerevole fortuna.

La regia porta la firma di Maria Grazia Bettini che, lo scorso anno, nel settantennale dell’Accademia Campogalliani, decise di rimettere in scena lo spettacolo, che debuttò nel 1985, con la sostituzione di alcuni attori e con una nuova scenografia.

F.I.T.A. VENETO
domenica 26 marzo 2017
F.I.T.A. Veneto
 


Festival Maschera d’Oro: vince la Campogalliani di Mantova





È l’Accademia "Francesco Campogalliani" di Mantova la vincitrice del 29o Festival nazionale "Maschera d’Oro", kermesse del teatro amatoriale italiano organizzata da Fita Veneto, in collaborazione con Regione, Comune di Vicenza, Il Giornale di Vicenza e Confartigianato provinciale e con il patrocinio di Provincia e Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Con lo spettacolo "Il trigamo" di Piero Chiara, per la regia di Maria Grazia Bettini, la formazione lombarda ha avuto la meglio, al rush finale, sulla salernitana Avalon Teatro, con "Le voci di dentro" di Eduardo De Filippo, regia di Gerry Petrosino, e sui trevigiani Amici del Teatro Roncade, con "Otto donne" di Robert Thomas, per la regia di Alberto Moscatelli.

Grande soddisfazione, naturalmente, in casa Campogalliani, alla quarta vittoria al Festival, dopo i successi ottenuti nel 2002, 2003 e 2013. Per lei, ora, si aprono anche le porte dell’Olimpico, gioiello palladiano e teatro coperto più antico al mondo, sul cui palcoscenico potrà esibirsi, sabato 27 maggio, grazie al Premio "Faber Teatro", messo in palio da Confartigianato Vicenza.

Questi gli altri riconoscimenti assegnati: migliore regia, Alberto Moscatelli (Amici del Teatro Roncade); attore, Gigi Mardegan (Il Satiro - Treviso); attrice, Sara Tomasucci (La Piccola Ribalta - Pesaro); attore caratterista, Salvatore Illegittimo (Avalon); attrici caratteriste, Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello e Gabriella Pezzoli (Campogalliani); giovane, Chiara Becchimanzi (Luna Nova - Latina); allestimento, Amici del Teatro Roncade; gradimento del pubblico, Il Satiro di Treviso per "La locomotiva" di Roberto Cuppone.

Nel concorso di critica "La Scuola e il Teatro", riservato agli studenti delle scuole superiori, "en plein" del Liceo scientifico "Quadri" di Vicenza: vittoria di Chiara Caucchiolo della IV ESC, seguita da Leonardo Rossi della V CSA e da Annalisa Righele della II FSA. Infine, Premio "Renato Salvato" all’impegno per il teatro ad Annalisa Carrara, direttrice artistica del Civico di Schio.

Dopo le premiazioni, La Bottega dei RebArdò di Roma si è esibita nello spettacolo "Ben Hur" di Gianni Clementi, per la regia di Enzo Ardone, sul palco con Monica Biagini e Sandro Calabrese. Lunghi applausi del pubblico per un lavoro che sa disegnare, con ironia e acutezza, le contraddizioni della nostra società.

Condotta con simpatia dalla giornalista Elisa Santucci, la serata è stata aperta dalla lettura di alcuni passaggi del messaggio dell’attrice Isabelle Huppert, testimonial della 55ª Giornata Mondiale del Teatro, fissata per il 27 marzo, cui anche Fita Veneto ha aderito. Numerose le autorità presenti alle premiazioni, tra cui il consigliere Gianpaolo Giacon, in rappresentanza del Comune di Vicenza, il consigliere delegato alla Cultura della Provincia di Vicenza Francesco Enrico Gonzo, il presidente dell’Istituto culturale "Rezzara" di Vicenza Luciano Righi, il presidente della Cofas - Filodrammatiche trentine Gino Tarter, il consulente artistico di Fita Veneto Luigi Lunari, il presidente del Cesar - Centro sviluppo artigianato di Vicenza Martino Pesavento e il presidente di Confartigianato Vicenza Agostino Bonomo. Soddisfazione per gli ottimi risultati di questa edizione della Maschera d’Oro sono stati espressi anche da Mauro Dalla Villa, presidente Fita Veneto, e dal presidente del Festival, nonché vicepresidente della Fita nazionale, Aldo Zordan, che ha lanciato l’edizione numero 30 della kermesse, in programma nel 2018: «Siamo già al lavoro - ha dichiarato - per preparare un’edizione assolutamente da ricordare. Qualche anticipazione? Di sicuro uno spazio speciale avranno il pubblico e i giovani».

Il Giornale di Vicenza
sabato 11 febbraio 2017
Il Giornale di Vicenza
 
11 febbraio 2017

MASCHERA D’ORO. Stasera al San Marco al concorso degli amatoriali la Campogalliani di Mantova propone “Il trigamo”

Pubbliche virtù e vizi privati
nella piccola società di provincia

Una scena de “Il trigamo” con l’Accademia Campogalliani di Mantova Una scena de “Il trigamo” con l’Accademia Campogalliani di Mantova

Intrigante e spassosa commedia che lo scrittore Piero Chiara trasse da un suo racconto. Tre sorelle e l’ingombrante memoria del padre


VICENZA

Dopo il sold-out traboccante di applausi della scorsa settimana, tutto pronto per la seconda serata del 29º Festival nazionale “Maschera d’Oro”, che oggi alle 21 vedrà approdare al Teatro San Marco uno dei supercampioni della manifestazione promossa da F.i.t.a. Veneto / Federazione italiana teatro amatori, in collaborazione con Regione Veneto, Comune, Il Giornale di Vicenza e Conartigianato provinciale.
Asalire sul palcoscenico sarà l’Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani” di Mantova, storica formazione lombarda che nel 2016 ha festeggiato i propri 70 anni di attività e che al festival ha già vinto tre volte (l’ultima nel 2013 con “Pigmalione” di George Bernard Shaw), attesa alla kermesse con una celebre, intrigante e spassosissima commedia di Piero Chiara: “Il trigmo”, piece che lo scrittore di Luino trasse dal proprio romanzo “Laspartizione”, reso celebre nche dal film di Alberto Lattuada “Venga a prendere un caffè da noi”, con Ugo Tognazzi
Diretta da Maria Grazia Bettini, la commedia riprende l”andamento narrativo del romanzo di Chiara, seguendo passo passo, nell’atmosfera ovattata di una cittadina di provincia, le grandi manovre messe in atto da Emerenziano Paronzini, invalido di guerra e impiegato del Ministero della Finanze, per trovare la migliore delle sistemazioni nella ricca dimora di tre sorelle nubili: Fortunata, Tarsilla e Camilla Tettamanzi.
Bruttine e stagionate, pur ciascuna con una propria “bellezza”, le tre donne vivono nell’ingombrante memoria del padre procuratore, dedito a inquietanti esperimenti botanici.
Specchio perfetto della piccola società di provincia, le tre trascorrono i giorni (e le interminabili notti) strette tra pubbliche virtù e vizi privati, effettivamente compiuti o solo sognati, finché nella loro vita non si insinua all’improvviso, l’impomatato e affettato seduttore Paronzini, gallo in pollaio del quale arriva ben presto ad avere il controllo assoluto.
Sposatosi con una delle tre, l’uomo creerà un pruriginoso “mènage a quatre”, sotto lo sguardo scandalizzato della vecchia domestica Teresa.
Ma ecco capitare qualcosa di assolutamente imprevisto... Sul palcoscenico la “Campogalliani” schiera Adolfo Vaini, Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello, Gabriella Pezzoli, Diego Fusari, Roberto Bonfiglio, Michele Romualdi, Sergio Negri, Giancarlo Braglia, Daniele Pizzoli.
Costumi di Francesca Campogallini e Diego Fusari, scene di Daniele Pizzoli realizzate da Enzo Busoli, disegni originali di Nani Tedeschi, luci di Giorgio Codognola.
L’Accademia mantovana deve il proprio nome a Francesco Campogalliani,celebre burattinaio discendente da una famiglia di artisti. A fondare la compagnia nel 1946 fu suo nipote Ettore,famoso musicista e insegnante di canto lirico.
Dal 1953 la compagnia ha sede nel Teatrino di Palazzo d’Arco nel cuore di Mantova, divenuto vivace centro di cultura, spettacolo e formazione. In oltre settant’anni di attività, la compagnia ha toccato i più diversi generi teatrali, ma con una spiccata predilezione per i classici.
Informazioni su www.fita-veneto.org; botteghino del San Marco aperto dalle 19 di stasera (tel. 0444 921560). Il festival è patrocinato dal Provincia e Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo.

TVIWEB
lunedì 6 febbraio 2017

TVIWEB


CULTURA - EVENTI
| 6 Febbraio 2017 - 11.57

VICENZA – XXIX Maschera d’Oro, l’accademia “Campogalliani” in scena con i “Il Trigamo” di Chiara



VICENZA – Risate e pruriti di provincia di scena sabato 11 febbraio alle 21, al Teatro San Marco di Vicenza, per la seconda serata del 29º Festival nazionale “Maschera d’Oro”, promosso da F.i.t.a. Veneto / Federazione italiana teatro amatori, in collaborazione con Regione del Veneto, Comune, Il Giornale di Vicenza e Confartigianato provinciale. L’appuntamento è con la storica Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani” di Mantova, attiva dal 1946 e diretta da Maria Grazia Bettini ne “Il trigamo”, divertente commedia di Piero Chiara ispirata al suo romanzo “La spartizione”, reso celebre anche dal film di Alberto Lattuada “Venga a prendere il caffè da noi”, con Ugo Tognazzi.

La trama. In una tipica città di provincia, impegnata a mostrare le proprie virtù pubbliche ma per nulla esente da vizi privati, vivono le sorelle Fortunata, Tarsilla e Camilla Tettamanzi, più che mature, tutt’altro che attraenti ma decisamente benestanti. Emerenziano Paronzini, invalido di guerra e impiegato al Ministero delle Finanze, riesce a farsi sposare da una delle tre e a sedurre le altre, dando il via ad un ménage allargato sotto lo sguardo di riprovazione della domestica Teresa. Ma un evento darà al tutto una svolta imprevista.

Sul palcoscenico la “Campogalliani” schiera Adolfo Vaini, Francesca Campogalliani, Loredana Sartorello, Gabriella Pezzoli, Diego Fusari, Roberta Bonfiglio, Michele Romualdi, Sergio Negri, Giancarlo Braglia, Daniele Pizzoli.
Biglietti in prevendita nella sede di Fita Veneto, in stradella delle Barche 7 a Vicenza (tel. 0444 324907, al mattino, dal lunedì al venerdì) a 10 euro (8.50 i ridotti). Botteghino del San Marco aperto dalle 19 la sera dello spettacolo (tel. 0444 921560). Il festival è patrocinato da Provincia e Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Informazioni su www.fitaveneto.org.

20 feb

Riccardo Fornoni

  • Premio speciale miglior attore giovane
  • 28º FESTIVAL NAZIONALE DEL TEATRO AMATORIALE “MASCHERA D’ORO”
  • TEATRO SAN MARCO
    Vicenza
  • sabato 20 febbraio 2016
 

La scuola delle mogli

Per l’interpretazione di ORAZIO, innamorato di Agnese, in “LA SCUOLA DELLE MOGLI” di Molière
MOTIVAZIONE:
In una commedia dai ritmi veloci, con cambi narrativi ed introspettivi spesso imprevedibili come “La scuola delle mogli” di Molière, Riccardo Fornoni ha vestito la parte di Orazio con sapiente abilità. La sua recitazione e la sua gestualità hanno beneficiato di una spontaneità ricca di colori, ma anche della più opportuna compostezza, calibrate al punto da rendere il personaggio interpretato parte sempre attiva e ben armonizzata nell’intrigante testo di Molière. Per la Campogalliani che lo ha tra i suoi componenti, ma anche per il teatro in generale, giovani così offrono magnifiche prospettive.

Gazzetta di Mantova
martedì 22 marzo 2016
La Gazzetta di Mantova



MASCHERA D’ORO

Il premio all’aspirante architetto che però vuole fare l’attore

Riccardo Fornoni Ha iniziato ad avvicinarsi al Teatro quasi per caso, ora è diventato il suo obiettivo di vita. È quanto sta accadendo a Riccardo Fornoni, 21enne, residente in città, attore in forza all’Accademia teatrale Francesco Campogalliani di Mantova, che ha vinto il prestigioso premio nazionale “Maschera d’Oro”, al concorso per gruppi teatrali amatoriali di Vicenza. In gara c’erano 7 compagnie e Riccardo ha prevalso nella categoria Migliore Attore per avere interpretato il ruolo di Orazio, innamorato della bella Agnese nella commedia La scuola delle mogli di Molière. «Ho iniziato un paio d’anni fa un corso alla Campogalliani per aspiranti attori - racconta Riccardo -. Ero appena stato a Milano per il test di ammissione alla facoltà di Architettura, ma non ero passato; avevo tempo da impiegare e mi sono iscritto. L’ambiente mi piaceva, mi emozionava. Ho debuttato proprio con lo spettacolo di Molière. Il riconoscimento a Vicenza non me lo aspettavo». Ora vuole proseguire e perfezionarsi, perché ha capito che il teatro è il suo mondo. Intanto frequenta il Politecnico di Milano, sede territoriale di Mantova: è sempre meglio avere aperte più possibilità. La passione per la recitazione però è predominante. «Vorrei farlo di professione - ammette -. Non farò sicuramente l’architetto per tutta la vita, non mi ci vedo. Anche gli amici mi sostengono e mi spronano a mollare l’Università per dedicarmi di più al teatro. Voglio portare a termine questo percorso di studio, anche se le mie aspirazioni sono altre». Simpatico, affabile, ha le idee chiare. Nel tempo libero (anche se è sempre troppo poco), pratica lo skateboarding sulla tavola a 4 ruote. Attualmente non è più fidanzato. «Lo sono stato fino a quando frequentavo le scuole superiori, ma poi è finita anche perché ho avuto sempre meno tempo libero». Nell’anno in cui festeggia il 70º anniversario di fondazione, la Campogalliani porterà in scena ad ottobre le pièce di Molière al Teatro Sociale. Un’ulteriore occasione per rivedere Riccardo sul palcoscenico.

Graziella Scavazza

 

Gazzetta di Mantova
lunedì 21 marzo 2016

La Gazzetta di Mantova



FESTIVAL LA MASCHERA D’ORO


Fornoni premiato a Vicenza


21 marzo 2016



Riccardo Fornoni dell’Accademia Campogalliani premiato alla finale del Festival La Maschera d’oroRiccardo Fornoni, 21 anni, residente in città, attore in forza all’Accademia Campogalliani di Mantova, sabato sera è stato premiato alla finale della 28ma edizione del Festival Nazionale La Maschera d’oro di Vicenza. A Fornoni il premio migliore attore giovane per l’interpretazione del personaggio di Orazio ne La Scuola delle Mogli di Molière per la regia di Mario Zolin. Come evidenzia un passaggio della motivazione: Fornoni ha vestito la parte di Orazio con sapiente abilità. La sua recitazione e la sua gestualità hanno beneficiato di una spontaneità ricca di colori, ma anche della più opportuna compostezza, calibrate al punto da rendere il personaggio interpretato parte sempre attiva e ben armonizzata nell’intrigante testo di Molière. Per la Campogalliani che lo ha tra i suoi componenti, ma anche per il teatro in generale, giovani così offrono magnifiche prospettive.


Riccardo Fornoni dell’Accademia Campogalliani premiato alla finale del Festival La Maschera d’oro

Il Giornale di Vicenza
lunedì 22 febbraio 2016

Il Giornale di Vicenza



22 febbraio 2016

TEATRO. Al San Marco la compagnia mantovana per la Maschera d’Oro

L’umorismo di Molière conquista
Lunghi applausi alla Campogalliani


La scuola delle mogliVICENZA

Il pungente umorismo di Molière torna a rivivere sul palco del Teatro San Marco di Vicenza, grazie allo spettacolo "La scuola delle mogli" portato in scena dalla storica accademia teatrale mantovana Campogalliani, per la 28esima edizione del festival nazionale Maschera d’Oro. Lo scandalo di cui fu oggetto la commedia nel lontano 1662, soprattutto tra i nobili francesi dell’epoca, lascia oggi spazio alle risate e agli applausi, per uno spettacolo che ha piacevolmente coinvolto il numeroso pubblico vicentino dalla prima fino all’ultima battuta, grazie anche alla sapiente regia di Mario Zolin. Sullo sfondo di una scenografia volutamente spoglia, dovuta ad un allestimento semplice, essenziale, che comprende una panchina, uno sgabello e una porta, risaltano i magnifici costumi indossati dagli interpreti, così realistici e ben confezionati da proiettare lo spettatore nella società parigina di metà Seicento. Mattatore assoluto della serata, il bravissimo Claudio Madoglio, protagonista di un’interpretazione tanto magistrale da far passare quasi in secondo piano quella degli altri (seppur apprezzabili) attori. L’uomo, sbeffeggia i nobili della città etichettandoli come cornuti e sottolinea che un marito, per non rischiare di subire un tradimento dalla propria consorte, debba crescere la propria futura moglie nell’ignoranza più totale. Ma l’ingenuità, a volte, può essere un’arma a doppio taglio. La giovane infatti, sorvegliata dai due servitori di Arnolfo, si innamora di Orazio (Riccardo Fornoni), figlio di Oronte (Sergio Negri), grande amico del cinico borghese. La vicenda prende dunque una piega inaspettata per Arnolfo che, scoprendo di avere un rivale in amore, inizia una spietata "lotta" a distanza con Orazio, nel tentativo di boicottare gli incontri dei due giovani. Lo spettacolo, tra equivoci e sotterfugi, si conclude con un piacevole lieto fine, accolto dallo scroscio incessante degli applausi del pubblico.

Il Giornale di Vicenza
sabato 20 febbraio 2016
Il Giornale di Vicenza
 
20 febbraio 2016

L’Accademia teatrale di Mantova
gioca la carta delle mogli di Molière

L’Accademia Teatrale “Campogalliani” di Mantova in “La scuola delle mogli” di Molière L’Accademia Teatrale “Campogalliani” di Mantova in “La scuola delle mogli” di Molière

VICENZA

Il concorso nazionale di teatro entra nel vivo. Appuntamento con Molière e il suo spassoso e pungente "La scuola delle mogli" questa sera alle 21 al Teatro San Marco di Vicenza, quarta tappa del 28º Festival nazionale "Maschera d’Oro" promosso da F.i.t.a. Veneto - Federazione italiana teatro amatori, in collaborazione con Regione, Comune, Il Giornale di Vicenza e Confartigianato provinciale e con il patrocinio di Provincia e Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. A salire sul palcoscenico, con la regia di Mario Zolin, sarà l’Accademia Teatrale "Francesco Campogalliani" di Mantova, formazione amatoriale tra le più longeve d’Italia e già vincitrice della kermesse nel 2002, nel 2003 e nel 2013.

Per tentare la quarta vittoria, dunque, l’Accademia si affida ad un Molière al vetriolo, che all’epoca della sua prima messinscena, nel 1662, scatenò un putiferio, dividendo intellettuali, aristocratici, teatranti e pubblica opinione, chi pro e chi contro l’autore.

Perché tanto scalpore? Perché il protagonista di questa piacevolissima commedia, l’altezzoso borghese e aspirante nobiluomo Arnolfo, è convinto che, per non correre il rischio di essere tradito, un uomo debba scegliere come moglie una giovane cresciuta a tale scopo fin dalla più tenera età, mantenendola lontana dalle tentazioni del mondo e quanto più possibile nell’assoluta ignoranza: «Se sposo un’oca – è infatti il suo motto – è per non essere fatto becco». Ma Agnese, la giovane designata a divenire sua moglie, è davvero così ingenua come Arnolfo crede? O i suoi sforzi non risulteranno, alla fine, non solo inutili ma perfino ridicoli? Nella Francia dell’epoca, tra matrimoni combinati che sfociavano quasi inevitabilmente in adulteri e donne – soprattutto nella nobiltà – sottomesse alla volontà di mariti e padri, un argomento del genere non poteva non toccare qualche nervo scoperto.

L’Accademia Campogalliani sceglie per questo suo Molière un’impostazione squisitamente classica, lasciando al testo del francese il ruolo di assoluto protagonista e affidandosi ad un cast composto da Claudio Madoglio, Valentina Durantini, Riccardo Fornoni, Matteo Bertoni, Gilberto Valle, Annalaura Melotti, Serena Zerbetto, Sergio Negri e Daniele Pizzoli. Scene di Diego Fusari e Mario Zolin, costumi di Francesca Campogalliani e Diego Fusari.

Fondata settant’anni fa, nel 1946, l’Accademia mantovana è intitolata al celebre burattinaio Francesco Campogalliani, discendente di un’antica famiglia di attori viaggianti. A costituire la compagnia fu Ettore Campogalliani, figlio di Francesco, compositore e maestro di numerosi grandi cantanti del melodramma italiano.

Biglietti interi a 10 euro e ridotti a 8.50, in vendita questa sera, dalle 19, al botteghino del teatro San Marco (telefono 0444 921560) o in prevendita nella sede di F.i.t.a. Veneto, in stradella delle Barche 7 a Vicenza (telefono 0444 324907). Informazioni sul sito internet www.fitaveneto.org. M.M.

14 dic

Compagnia Teatrale “Francesco Campogalliani”

  • Messaggi di ringraziamento
  • GLI STUDENTI A TEATRO
    Gli alunni delle classi 5ª A e 5ª B della Scuola Primaria Martiri di Belfiore di Mantova sono stati ospiti della Compagnia Teatrale “Francesco Campogalliani”.
  • Teatro di Palazzo d’Arco
    Mantova
  • lunedì 14 dicembre 2015
 

IL FANTASMA DI CANTERVILLE
di Oscar Wilde
lettura recitata

 
Gli studenti che hanno partecipato alla rappresentazione hanno voluto omaggiare la Compagnia con l’invio di numerosi biglietti di ringraziamento, di cui di seguito ne pubblichiamo alcuni.

 

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18 lug

Isabella Bertolini

  • Miglior attrice
  • 4ª edizione Festival Nazionale del Teatro Amatoriale Brillante “La Torre Che Ride”
  • Arena Florida
    Porto Potenza Picena
  • sabato 18 luglio 2015
 

L’Incidente

Per l’interpretazione della Sig.ra Martelli ne “L’incidente”.

MOTIVAZIONE:
Per la deliziosa e riuscitissima interpretazione di un personaggio apparentemente svagato ed incauto che invece risulta avere la personalità più forte e strutturata tra tutti gli altri e che nel tourbillon degli avvenimenti non deroga alle sue convinzioni.

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18 lug

Adolfo Vaini

  • Miglior attore non protagonista
  • 4ª edizione Festival Nazionale del Teatro Amatoriale Brillante “La Torre Che Ride”
  • Arena Florida
    Porto Potenza Picena
  • sabato 18 luglio 2015
 

L’Incidente

Per l’interpretazione del Dott. Scotti ne “L’incidente”.

MOTIVAZIONE:
Per la grande capacità attoriale nel rappresentare un personaggio afflitto dai più perniciosi vizi piccolo-borghesi.

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13 mar

Diego Fusari

  • Migliore interprete
  • Festival Nazionale del Teatro Amatoriale SIPARIO D’ORO
  • Teatro Riccardo Zandonai
    Rovereto (TN)
  • venerdì 13 marzo 2015
 

La dodicesima notte

MOTIVAZIONE:
«in questa interpretazione shakespeariana che spinge ogni personaggio a vivere la sua realtà con l’anima di chi crede che non si possa gustare appieno la vita, l’interpretazione di Diego Fusari del Conte Orsino riesce ad attraversare tale tempesta con un raro senso di equilibrio. Fusari piega l’iniziale interpretazione grottesca del Conte progressivamente a una recitazione più credibile, poetica, quasi naturalistica. Si realizza così, davanti ai nostri occhi, una gamma congiunta di espressioni che sono anche un bell’esercizio di virtuosismo».

Gazzetta di Mantova
domenica 29 marzo 2015
Gazzetta di Mantova

Campogalliani, premiati Diego Fusari e Valentina Durantini

29 marzo 2015


Nuovi premi per l’Accademia Campogalliani: nell’ambito della rassegna nazionale "Sipario d’Oro" recentemente conclusasi al Teatro Zandonai di Rovereto, sono stati premiati quali migliori interpreti Valentina Durantini e Diego Fusari, nei ruoli rispettivamente della Contessa Olivia e del Duca Orsino ne La Dodicesima Notte di William Shakespeare per la regia di Maria Grazia Bettini. La Durantini è stata premiata dalla giuria per avere recitato con «una apparente semplicità nell’affrontare il personaggio di Olivia, semplicità che a volte sembra ingenuità, ma in realtà nasconde la furbizia e la determinazione del personaggio. Valentina Durantini esprime tutto questo con una grazia, un garbo, e una consapevolezza che riconsegna la Contessa ad una credibilità svincolata dallo stereotipo della finta ingenua». Diego Fusari ha vinto il premio in quanto «in questa interpretazione shakespeariana che spinge ogni personaggio a vivere la sua realtà con l’anima di chi crede che non si possa gustare appieno la vita, l’interpretazione di Diego Fusari del Conte Orsino riesce ad attraversare tale tempesta con un raro senso di equilibrio. Fusari piega l’iniziale interpretazione grottesca del Conte progressivamente a una recitazione più credibile, poetica, quasi naturalistica. Si realizza così, davanti ai nostri occhi, una gamma congiunta di espressioni che sono anche un bell’esercizio di virtuosismo». Attualmente la Campogalliani sta rappresentando con grande successo al Teatrino D’Arco la divertente commedia di Luigi Lunari L’incidente che ha già registrato il tutto esaurito per tutte le repliche in programma che si protrarranno fino al 23 aprile. Per informazioni telefonare allo 0376 325363 dal mercoledì al sabato dalle ore 17 alle ore 18,30.

13 mar

Valentina Durantini

  • Miglior interprete
  • Festival Nazionale del Teatro Amatoriale SIPARIO D’ORO
  • Teatro Riccardo Zandonai
    Rovereto (TN)
  • venerdì 13 marzo 2015
 

La dodicesima notte

MOTIVAZIONE:
«una apparente semplicità nell’affrontare il personaggio di Olivia, semplicità che a volte sembra ingenuità, ma in realtà nasconde la furbizia e la determinazione del personaggio. Valentina Durantini esprime tutto questo con una grazia, un garbo, e una consapevolezza che riconsegna la Contessa ad una credibilità svincolata dallo stereotipo della finta ingenua».

Gazzetta di Mantova
domenica 29 marzo 2015
Gazzetta di Mantova

Campogalliani, premiati Diego Fusari e Valentina Durantini

29 marzo 2015


Nuovi premi per l’Accademia Campogalliani: nell’ambito della rassegna nazionale "Sipario d’Oro" recentemente conclusasi al Teatro Zandonai di Rovereto, sono stati premiati quali migliori interpreti Valentina Durantini e Diego Fusari, nei ruoli rispettivamente della Contessa Olivia e del Duca Orsino ne La Dodicesima Notte di William Shakespeare per la regia di Maria Grazia Bettini. La Durantini è stata premiata dalla giuria per avere recitato con «una apparente semplicità nell’affrontare il personaggio di Olivia, semplicità che a volte sembra ingenuità, ma in realtà nasconde la furbizia e la determinazione del personaggio. Valentina Durantini esprime tutto questo con una grazia, un garbo, e una consapevolezza che riconsegna la Contessa ad una credibilità svincolata dallo stereotipo della finta ingenua». Diego Fusari ha vinto il premio in quanto «in questa interpretazione shakespeariana che spinge ogni personaggio a vivere la sua realtà con l’anima di chi crede che non si possa gustare appieno la vita, l’interpretazione di Diego Fusari del Conte Orsino riesce ad attraversare tale tempesta con un raro senso di equilibrio. Fusari piega l’iniziale interpretazione grottesca del Conte progressivamente a una recitazione più credibile, poetica, quasi naturalistica. Si realizza così, davanti ai nostri occhi, una gamma congiunta di espressioni che sono anche un bell’esercizio di virtuosismo». Attualmente la Campogalliani sta rappresentando con grande successo al Teatrino D’Arco la divertente commedia di Luigi Lunari L’incidente che ha già registrato il tutto esaurito per tutte le repliche in programma che si protrarranno fino al 23 aprile. Per informazioni telefonare allo 0376 325363 dal mercoledì al sabato dalle ore 17 alle ore 18,30.

26 ott

Aldo Signoretti

  • Targa U.I.L.T.
  • Premio U.I.L.T.
  • Best Western Hotel Cristallo
    Borgo Virgilio (MN)
  • domenica 26 ottobre 2014
 

ALDO SIGNORETTI
il grande maestro del nostro teatro amatoriale

 

Targa U.I.L.T. a ALDO SIGNORETTI

 

SCENA - Notizie U.I.L.T. n. 78
mercoledì 1 ottobre 2014

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4 lug

Acc. Campogalliani

  • Premio Migliore Allestimento Scenico
  • FESTIVAL NAZIONALE DEL TEATRO BRILLANTE “LA TORRE CHE RIDE”
  • ARENA BENIAMINO GIGLI
    PORTO RECANATI (MC)
  • venerdì 4 luglio 2014
 

La dodicesima notte

MOTIVAZIONE:
"Gli essenziali elementi di scena, i raffinati costumi, le luci e i suoni efficaci hanno dato al testo shakespeariano una cornice elegante e appropriata."

Gazzetta di Mantova
domenica 13 luglio 2014
Gazzetta di Mantova


FESTIVAL "LA TORRE CHE RIDE"


Porto Recanati, due premi importanti per la Campogalliani

13 luglio 2014 - pagina 22 sezione: Nazionale


Giancarlo Braglia in scena tra Giovanna Bertoli e Martina Ginelli

Per la seconda volta l’Accademia Campogalliani viene invitata al Festival Nazionale La Torre che ride di Porto Recanati e per la seconda volta si aggiudica due importanti premi. Lo spettacolo, selezionato tra i circa 70 visionati in tutta Italia, è La Dodicesima Notte di William Shakespeare per la regia di Maria Grazia Bettini, che si è aggiudicato il premio per il migliore allestimento (scene e costumi ideati e curati da Diego Fusari, Daniele Pizzoli e Francesca Campogalliani ) e per il migliore attore non protagonista a Giancarlo Braglia nella parte di Sir Toby. Le motivazioni: «migliore allestimento in quanto gli essenziali elementi di scena, i raffinati costumi, le luci e i suoni efficaci hanno dato al testo shakespiriamo una cornice elegante ed appropriata; migliore attore non protagonista per aver caratterizzato in modo brillante ed incisivo una figura eccentrica rispetto alla vicenda altrimenti patetica di amori non corrisposti». La commedia, che beneficiava della simpatica e moderna traduzione di Luigi Lunari, ha debuttato il 31-12-2013 al Teatrino D’Arco ed è rimasta in scena per una trentina di repliche. Lo spettacolo inaugurerà anche il Festival Nazionale D’Arte Drammatica di Pesaro il prossimo 21 settembre.

 

CM cronachemaceratesi.it
mercoledì 9 luglio 2014
CM cronachemaceratesi.it la tua provincia in rete


 
9 luglio 2014

...
In quarta serata è scesa in lizza l’“Accademia F. Campogalliani” di Mantova, una delle migliori compagnie amatoriali italiane, che ha presentato “La dodicesima notte di Shakespeare”, nella originale e più godibile riscrittura di Luigi Lunari, autore e critico teatrale di grande vaglia. La formazione lombarda, sotto la guida della regista Maria Grazia Bettini, ha bissato il successo ottenuto nella prima edizione del Festival con “Il clan delle vedove’, aggiudicandosi due premi: quello per il miglior allestimento scenico, curato da Diego Fusari e Daniele Pizzoli e quello per il miglior attore non protagonista, assegnato al bravissimo Giancarlo Braglia, il “sir Tobia” sempre misuratamente ubriaco, per aver “caratterizzato in modo brillante ed incisivo una figura eccentrica, in una vicenda altrimenti patetica”. Lo stesso Fusari, che ha interpretato da par suo il ruolo del bizzarro Orsino, duca di Illiria, ha curato i bellissimi costumi insieme a Francesca Campogalliani.
...


 

 

 

 

4 lug

Giancarlo Braglia (Sir Tobia)

  • Premio Migliore Attore non Protagonista
  • FESTIVAL NAZIONALE DEL TEATRO BRILLANTE “LA TORRE CHE RIDE”
  • ARENA BENIAMINO GIGLI
    PORTO RECANATI (MC)
  • venerdì 4 luglio 2014
 

La dodicesima notte

MOTIVAZIONE:
"Caratterizza in modo brillante ed incisivo una figura eccentrica rispetto alla vicenda altrimenti patetica di amori non corrisposti."

Gazzetta di Mantova
domenica 13 luglio 2014
Gazzetta di Mantova


FESTIVAL "LA TORRE CHE RIDE"


Porto Recanati, due premi importanti per la Campogalliani

13 luglio 2014 - pagina 22 sezione: Nazionale


Giancarlo Braglia in scena tra Giovanna Bertoli e Martina Ginelli

Per la seconda volta l’Accademia Campogalliani viene invitata al Festival Nazionale La Torre che ride di Porto Recanati e per la seconda volta si aggiudica due importanti premi. Lo spettacolo, selezionato tra i circa 70 visionati in tutta Italia, è La Dodicesima Notte di William Shakespeare per la regia di Maria Grazia Bettini, che si è aggiudicato il premio per il migliore allestimento (scene e costumi ideati e curati da Diego Fusari, Daniele Pizzoli e Francesca Campogalliani ) e per il migliore attore non protagonista a Giancarlo Braglia nella parte di Sir Toby. Le motivazioni: «migliore allestimento in quanto gli essenziali elementi di scena, i raffinati costumi, le luci e i suoni efficaci hanno dato al testo shakespiriamo una cornice elegante ed appropriata; migliore attore non protagonista per aver caratterizzato in modo brillante ed incisivo una figura eccentrica rispetto alla vicenda altrimenti patetica di amori non corrisposti». La commedia, che beneficiava della simpatica e moderna traduzione di Luigi Lunari, ha debuttato il 31-12-2013 al Teatrino D’Arco ed è rimasta in scena per una trentina di repliche. Lo spettacolo inaugurerà anche il Festival Nazionale D’Arte Drammatica di Pesaro il prossimo 21 settembre.

 

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mercoledì 9 luglio 2014
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9 luglio 2014

...
In quarta serata è scesa in lizza l’“Accademia F. Campogalliani” di Mantova, una delle migliori compagnie amatoriali italiane, che ha presentato “La dodicesima notte di Shakespeare”, nella originale e più godibile riscrittura di Luigi Lunari, autore e critico teatrale di grande vaglia. La formazione lombarda, sotto la guida della regista Maria Grazia Bettini, ha bissato il successo ottenuto nella prima edizione del Festival con “Il clan delle vedove’, aggiudicandosi due premi: quello per il miglior allestimento scenico, curato da Diego Fusari e Daniele Pizzoli e quello per il miglior attore non protagonista, assegnato al bravissimo Giancarlo Braglia, il “sir Tobia” sempre misuratamente ubriaco, per aver “caratterizzato in modo brillante ed incisivo una figura eccentrica, in una vicenda altrimenti patetica”. Lo stesso Fusari, che ha interpretato da par suo il ruolo del bizzarro Orsino, duca di Illiria, ha curato i bellissimi costumi insieme a Francesca Campogalliani.
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28 mar

Maria Grazia Bettini

  • Miglior regia
  • Festival Nazionale del Teatro Amatoriale Sipario d’oro
  • Auditorium Fausto Melotti
    Rovereto (TN)
  • venerdì 28 marzo 2014
 

Pigmalione

MOTIVAZIONE:
Una regia scopertamente "al femminile", quella firmata da Maria Grazia Bettini per questo suo Pigmalione, che partendo da atmosfere astratte, quasi metafisiche, approda ad un più stretto ed elegante realismo scenico che esalta, invece delle pur brillanti ma non più attuali situazioni, il carattere degli innumerevoli personaggi, ma principalmente il ruolo che le donne hanno in questa commedia dalla conversazione spiccia e satura di neologismi e parole inventate, preludio umoristico, in questo caso anche burlesco, per qualsiasi emancipazione. Divertite le scene, allegre e funzionali le musiche per una versione scenica della commedia di GB. Shaw, nella quale, per una volta tanto, non viene assicurato il lieto fine.

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8 feb

Rossella Avanzi

  • Migliore attrice
  • Festival Nazionale del Teatro Amatoriale - Trofeo Catullo
  • Palazzo dei Congressi
    Sirmione (BS)
  • sabato 8 febbraio 2014
 

Pigmalione

MOTIVAZIONE.
"La metamorfosi del personaggio è stata offerta allo spettatore con una impressionante progressione di variazioni della gestualità, dei movimenti e soprattutto dell’eloquio, come il personaggio richiedeva, variazioni mantenute costantemente in divenire senza cedimenti per l’intero arco della rappresentazione."

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8 feb

Adolfo Vaini

  • Miglior attore caratterista
  • Festival Nazionale del Teatro Amatoriale - Trofeo Catullo
  • Palazzo dei Congressi
    Sirmione (BS)
  • sabato 8 febbraio 2014
 

Pigmalione

MOTIVAZIONE:
"Una collaudata ricchezza interpretativa ed una ammiccante valenza mimica e gestuale, unite ad una ridondante ed appropriatissima sonorità vocale, hanno fortemente caratterizzato un personaggio capace di imporre ritmo e plasticità teatrale all’interno dell’intera vicenda, ricordando il tradizionale effetto dell’elefante in un negozio di cristalleria."

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10 nov

Acc. Campogalliani

  • Miglior spettacolo
  • 45ª RASSEGNA NAZIONALE “A. PERUGINI”
  • Teatro Lauro Rossi
    MACERATA
  • domenica 10 novembre 2013
 

Pigmalione

MOTIVAZIONE:
Lo spettacolo restituisce le giuste e coinvolgenti atmosfere della Londra vittoriana, attraverso il recupero di ogni dettaglio. Si misurano due mondi : quello emarginati, che risulterà vincente, e quello falsamente aristocratico, che dovrà, suo malgrado adattarsi alle nuove realtà. Una vicenda raccontata in una sintesi artistica felice che illustra, come in un dipinto, i tempi, i ritmi, i contrasti di pensiero del miglior teatro classico.

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mercoledì 27 novembre 2013
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«Pigmalione» asso pigliatutto


Si aggiudica numerosi premi al 45o Festival Macerata Teatro


mercoledì 27 novembre 2013


di Walter Cortella


Francesca CampogallianiOrmai il 45o Festival Macerata Teatro appartiene al passato. I riflettori del «L.Rossi» sono spenti ma è ancora viva l’eco degli applausi con i quali il pubblico ha salutato, nel corso della cerimonia di premiazione, i rappresentanti delle Compagnie partecipanti. Diciamo subito che l’edizione 2013 della riuscita kermesse maceratese ha visto il trionfo indiscusso dell’«Accademia F.Campogalliani» di Mantova che con il suo Pigmalione di G. B. Shaw si è aggiudicato ben cinque premi. 
La giuria di esperti le ha assegnato il prestigioso trofeo «A.Perugini», destinato al migliore spettacolo, con la seguente motivazione: «Lo spettacolo restituisce le giuste e coinvolgenti atmosfere della Londra vittoriana, attraverso il recupero di ogni dettaglio. Si misurano due mondi: quello emarginato, che risulterà vincente, e quello falsamente aristocratico che dovrà, suo malgrado, adattarsi alle nuove realtà. Una vicenda raccontata in una sintesi artistica felice che illustra, come in un dipinto, i tempi, i ritmi, i contrasti di pensiero del miglior teatro classico».

Il miglior attore Diego FusariA corollario di questo riconoscimento, ci sono gli altri premi: miglior attore a Diego Fusari per la sua superlativa interpretazione del professor Higgins: «Protagonista di una performance che restituisce un personaggio prigioniero dell’aplomb britannico, che solo alla fine rivela la sua umanità, disposto a ripensare la propria esistenza, fino a quel momento riempita soltanto dalle gratificazioni personali di una cultura d’élite. Un’interpretazione costruita su tempi, ritmi e toni perfetti»; premio per la migliore attrice a Francesca Campogalliani, nel ruolo della raffinata madre dell’illustre linguista per aver «... saputo tratteggiare con assoluta e magnetica padronanza della scena un personaggio solo apparentemente uguale a se stesso, che unitamente alla giovane protagonista ha contribuito a sfaldare le certezze di un’epoca e di un mondo. Ancora una volta ha dimostrato qualità interpretative che esaltano tutta la sua lunga storia sul palcoscenico»; migliore caratterizzazione maschile ad Adolfo VainiAdolfo Vaini (Alfred Doolittle) per aver «... dato vita a un personaggio divertente e sopra le righe, che pur contestando le regole morali della società del suo tempo, in effetti si dimostra padrone di sé, determinato nel suo agire e capace con intelligenza e furbizia di approfittare delle circostanze che il caso gli offre per ottenere un salto sociale che lo soddisfa esteriormente, consentendogli anche di vendicarsi dei tanti soprusi ricevuti»; premio per la migliore scenografia, creata dal trio Fusari-Pizzoli-Zolin: «L’impianto scenico risolve con intelligenza e originalità le difficoltà prodotte dal testo. Attraverso soluzioni giocose e nello stesso tempo aderenti a un’idea contemporanea di scenografia, vengono illustrate tutte le diverse situazioni proposte dal lavoro, tra didascalia e astrazione». Inoltre, nomination per la regista Maria Grazia Bettini. E non basta: terzo gradino per la Compagnia mantovana sull’immaginario podio delle preferenze popolari. Un risultato di grandissimo rilievo che premia una delle formazioni di maggior prestigio nel ricco panorama del teatro amatoriale italiano. Ogni sua esibizione sulla scena della manifestazione maceratese è stata accolta sempre con grande favore dal pubblico.


 



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giovedì 14 novembre 2013
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Il “Pigmalione” dell’Accademia Campogalliani

MACERATA TEATRO - Al «Lauro Rossi» è andato in scena il capolavoro di George Barnard Shaw


di Walter Cortella
Il cartellone del 45o Festival Macerata Teatro, dopo la commedia contemporanea, vagamente tinta di giallo, Tressette con il morto di Gerry Petrosino, torna al teatro classico proponendo Pigmalione, di George Bernard Shaw, nell’allestimento dell’«Accademia F. Campogalliani» di Mantova, per la regia di Maria Grazia Bettini.
In questa celebre commedia l’autore affronta temi a lui molto cari, come la lotta di classe, l’emancipazione femminile, la fonetica e la superficialità dell’alta borghesia, ma forse il nodo centrale intorno al quale ruota tutta la vicenda è la manipolazione operata da sempre dall’uomo a danno dei suoi simili.

Nel caso specifico,
il prof. Higgins, illustre studioso di fonetica, colpito dai modi rudi e dal linguaggio a dir poco pittoresco di Elisa Doolittle, una umile fioraia incontrata casualmente in una serata di pioggia sul marciapiedi antistante un teatro londinese, decide di impartirle lezioni private per farle acquisire buone maniere e un linguaggio più corretto. È convinto che nel giro di soli sei mesi riuscirà a introdurla addirittura a corte. Non c’è che dire, una bella pretesa! Un esperimento intrigante! In realtà, il suo ambizioso progetto nasconde tra le pieghe un risultato secondario non del tutto condivisibile. Va bene l’elevamento culturale delle persone, ma fino a qual punto è lecito togliere qualcuno dalla strada, “ripulirlo” in tutti sensi, fargli conoscere nuovi stili di vita, assaporare solo per un breve tempo i piaceri e i lussi di un mondo del tutto diverso dal suo per poi abbandonarlo al suo destino? Che cosa ne sarà di lui una volta concluso l’esperimento? Riuscirà a farsi accettare nei nuovi ambienti sociali o dovrà rientrare sconfitto nel suo habitat naturale, nel quale si sentirà non più comunque a suo agio?

Di primo acchito non è facile dare una risposta a questa domanda, ma è grave che il cinico prof. Higgins di Shaw non si ponga assolutamente il quesito, nemmeno quando l’onesto colonnello Pickering, suo estimatore ed entusiasta partner nell’esperimento, lo induce a riflettere sulla liceità della sua operazione socio-culturale. A Higgins non interessa affatto il futuro della sua allieva, è un argomento che non lo sfiora minimamente. E invece dovrebbe farlo riflettere.Lui, egoista, narcisista e cinico, vuol ad ogni costo vincere la scommessa che ha fatto in fondo con se stesso: plasmare una nuova creatura, più nobile dell’originale,almeno all’apparenza, per far rivivere così nel XX secolo il mito del Pigmalione di Ovidio. Mutatis mutandis, è ciò che accade quando un pover’uomo, confinato nel ghetto dell’indigenza, vince improvvisamente uno di quei ricchissimi jackpot a sei zeri! Quale stravolgimenti può indurre nella sua esistenza una simile vincita inattesa, anche se in segreto sempre desiderata? Non è facile fare previsioni, è vero, ma l’esperienza ci dice che quei neo-ricchi hanno in seguito pagato a caro prezzo tanta fortuna. Il  buon senso dovrebbe illuminare chi di dovere! Ma torniamo alla commedia, proposta nella traduzione di Luigi Lunari nella quale, finalmente, la simpatica Doolittle parla un cockney made in Italy, ovvero un italiano infarcito di errori sintattici, di espressioni grevi e di termini scurrili, tipico di un strato sociale di bassa levatura, eliminando una grossa e ridicola incongruenza, quella di sentire una fioraia inglese di nome Doolittle che a Londra si rivolge a persone naturalmente anch’esse inglesi, in un improbabile lingua dalla cadenza pugliese o ciociara.

Inammissibile! In questo modo, il Pigmalione di Lunari è chiaramente più gradevole e credibile.Grazie, Lunari. La commedia è giocata sul filo dell’umorismo più raffinato, dall’inizio alla fine. Ottima l’interpretazione di tutti i componenti del cast, a cominciare da Diego Fusari, il cinico e «odioso» prof. Higgins, sempre sicuro di sé sulla scena. Una riuscita caratterizzazione, la sua. Accanto a lui, una graziosa Rossella Avanzi, convincente sia nel ruolo dell’umile fioraia che in quella di nuova lady. Ha saputo rendere appieno la «metamorfosi» operata in lei dal celebre linguista. Mario Zolin, impeccabile nel ruolo del colonnello Pickering, un ufficiale d’altri tempi, con il suo aplomb d’alta scuola. E che dire di Francesca Campogalliani? Perfetta nei panni della signora Higgins, dolce con gli ospiti e severa con il bizzoso e viziato figlio. Sempre pacata e raffinata nelle movenze. Adolfo Vaini ha il merito di aver conferito grande calore umano al rude ma simpatico Alfred Doolittle, più incline alla sana e godereccia vita delle osterie che a quella «ingessata» del nuovo ricco. Impeccabile la sua interpretazione. Bravi anche tutti gli altri elementi del cast, ma vorrei citare in particolare Antonella Farina. Austera nel tratto ma elegante nelle movenze, ha dato vita ad una perfetta signora Pearce, la governante di casa Higgins.E la scenografia del trio Fusari-Pizzoli-Zolin? Originale, semplice e raffinata: niente suppellettili ridondanti, ma leggeri disegni su pannelli mobili e sedie bianche, ad evocare un sobrio arredamento in stile Chippendale. I vari cambi di scena sono stati eseguiti tutti «a vista» dagli stessi protagonisti, con eleganti movimenti coreografici. Un vero tocco di classe. Infine un commento sui costumi, opera di Francesca Campogalliani e Diego Fusari: deliziosi, ricercati e ricchi. Numerosi e di raffinata fattura. Onori alla sartoria Costa Pereira. Con questo Pigmalione di così alto livello artistico, diretto con collaudata perizia da Maria Grazia Bettini, l’«Accademia Campogalliani», da sempre «punto di forza» della kermesse maceratese, si conferma come una delle migliori compagnie amatoriali italiane.
(Foto di Maurizio Iesari)

 

il «Pigmalione»Rossella Avanzi «lady Doolittle»Rossella Avanzi «Elisa Doolittle»Adolfo Vaini «Alfred Doolittle»
10 nov

Francesca Campogalliani

  • Miglior attrice
  • 45ª RASSEGNA NAZIONALE “A. PERUGINI”
  • Teatro Lauro Rossi
    MACERATA
  • domenica 10 novembre 2013
 

Pigmalione

MOTIVAZIONE:
Ha saputo tratteggiare con assoluta e magnetica padronanza della scena un personaggio solo apparentemente uguale a se stesso, che unitamente alla giovane protagonista ha contribuito a sfaldare le certezze di un’epoca e di un mondo. Ancora una volta ha dimostrato qualità interpretative che esaltano tutta la sua lunga storia sul palcoscenico.

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mercoledì 27 novembre 2013
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«Pigmalione» asso pigliatutto


Si aggiudica numerosi premi al 45o Festival Macerata Teatro


mercoledì 27 novembre 2013


di Walter Cortella


Francesca CampogallianiOrmai il 45o Festival Macerata Teatro appartiene al passato. I riflettori del «L.Rossi» sono spenti ma è ancora viva l’eco degli applausi con i quali il pubblico ha salutato, nel corso della cerimonia di premiazione, i rappresentanti delle Compagnie partecipanti. Diciamo subito che l’edizione 2013 della riuscita kermesse maceratese ha visto il trionfo indiscusso dell’«Accademia F.Campogalliani» di Mantova che con il suo Pigmalione di G. B. Shaw si è aggiudicato ben cinque premi. 
La giuria di esperti le ha assegnato il prestigioso trofeo «A.Perugini», destinato al migliore spettacolo, con la seguente motivazione: «Lo spettacolo restituisce le giuste e coinvolgenti atmosfere della Londra vittoriana, attraverso il recupero di ogni dettaglio. Si misurano due mondi: quello emarginato, che risulterà vincente, e quello falsamente aristocratico che dovrà, suo malgrado, adattarsi alle nuove realtà. Una vicenda raccontata in una sintesi artistica felice che illustra, come in un dipinto, i tempi, i ritmi, i contrasti di pensiero del miglior teatro classico».

Il miglior attore Diego FusariA corollario di questo riconoscimento, ci sono gli altri premi: miglior attore a Diego Fusari per la sua superlativa interpretazione del professor Higgins: «Protagonista di una performance che restituisce un personaggio prigioniero dell’aplomb britannico, che solo alla fine rivela la sua umanità, disposto a ripensare la propria esistenza, fino a quel momento riempita soltanto dalle gratificazioni personali di una cultura d’élite. Un’interpretazione costruita su tempi, ritmi e toni perfetti»; premio per la migliore attrice a Francesca Campogalliani, nel ruolo della raffinata madre dell’illustre linguista per aver «... saputo tratteggiare con assoluta e magnetica padronanza della scena un personaggio solo apparentemente uguale a se stesso, che unitamente alla giovane protagonista ha contribuito a sfaldare le certezze di un’epoca e di un mondo. Ancora una volta ha dimostrato qualità interpretative che esaltano tutta la sua lunga storia sul palcoscenico»; migliore caratterizzazione maschile ad Adolfo VainiAdolfo Vaini (Alfred Doolittle) per aver «... dato vita a un personaggio divertente e sopra le righe, che pur contestando le regole morali della società del suo tempo, in effetti si dimostra padrone di sé, determinato nel suo agire e capace con intelligenza e furbizia di approfittare delle circostanze che il caso gli offre per ottenere un salto sociale che lo soddisfa esteriormente, consentendogli anche di vendicarsi dei tanti soprusi ricevuti»; premio per la migliore scenografia, creata dal trio Fusari-Pizzoli-Zolin: «L’impianto scenico risolve con intelligenza e originalità le difficoltà prodotte dal testo. Attraverso soluzioni giocose e nello stesso tempo aderenti a un’idea contemporanea di scenografia, vengono illustrate tutte le diverse situazioni proposte dal lavoro, tra didascalia e astrazione». Inoltre, nomination per la regista Maria Grazia Bettini. E non basta: terzo gradino per la Compagnia mantovana sull’immaginario podio delle preferenze popolari. Un risultato di grandissimo rilievo che premia una delle formazioni di maggior prestigio nel ricco panorama del teatro amatoriale italiano. Ogni sua esibizione sulla scena della manifestazione maceratese è stata accolta sempre con grande favore dal pubblico.


 



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giovedì 14 novembre 2013
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Il “Pigmalione” dell’Accademia Campogalliani

MACERATA TEATRO - Al «Lauro Rossi» è andato in scena il capolavoro di George Barnard Shaw


di Walter Cortella
Il cartellone del 45o Festival Macerata Teatro, dopo la commedia contemporanea, vagamente tinta di giallo, Tressette con il morto di Gerry Petrosino, torna al teatro classico proponendo Pigmalione, di George Bernard Shaw, nell’allestimento dell’«Accademia F. Campogalliani» di Mantova, per la regia di Maria Grazia Bettini.
In questa celebre commedia l’autore affronta temi a lui molto cari, come la lotta di classe, l’emancipazione femminile, la fonetica e la superficialità dell’alta borghesia, ma forse il nodo centrale intorno al quale ruota tutta la vicenda è la manipolazione operata da sempre dall’uomo a danno dei suoi simili.

Nel caso specifico,
il prof. Higgins, illustre studioso di fonetica, colpito dai modi rudi e dal linguaggio a dir poco pittoresco di Elisa Doolittle, una umile fioraia incontrata casualmente in una serata di pioggia sul marciapiedi antistante un teatro londinese, decide di impartirle lezioni private per farle acquisire buone maniere e un linguaggio più corretto. È convinto che nel giro di soli sei mesi riuscirà a introdurla addirittura a corte. Non c’è che dire, una bella pretesa! Un esperimento intrigante! In realtà, il suo ambizioso progetto nasconde tra le pieghe un risultato secondario non del tutto condivisibile. Va bene l’elevamento culturale delle persone, ma fino a qual punto è lecito togliere qualcuno dalla strada, “ripulirlo” in tutti sensi, fargli conoscere nuovi stili di vita, assaporare solo per un breve tempo i piaceri e i lussi di un mondo del tutto diverso dal suo per poi abbandonarlo al suo destino? Che cosa ne sarà di lui una volta concluso l’esperimento? Riuscirà a farsi accettare nei nuovi ambienti sociali o dovrà rientrare sconfitto nel suo habitat naturale, nel quale si sentirà non più comunque a suo agio?

Di primo acchito non è facile dare una risposta a questa domanda, ma è grave che il cinico prof. Higgins di Shaw non si ponga assolutamente il quesito, nemmeno quando l’onesto colonnello Pickering, suo estimatore ed entusiasta partner nell’esperimento, lo induce a riflettere sulla liceità della sua operazione socio-culturale. A Higgins non interessa affatto il futuro della sua allieva, è un argomento che non lo sfiora minimamente. E invece dovrebbe farlo riflettere.Lui, egoista, narcisista e cinico, vuol ad ogni costo vincere la scommessa che ha fatto in fondo con se stesso: plasmare una nuova creatura, più nobile dell’originale,almeno all’apparenza, per far rivivere così nel XX secolo il mito del Pigmalione di Ovidio. Mutatis mutandis, è ciò che accade quando un pover’uomo, confinato nel ghetto dell’indigenza, vince improvvisamente uno di quei ricchissimi jackpot a sei zeri! Quale stravolgimenti può indurre nella sua esistenza una simile vincita inattesa, anche se in segreto sempre desiderata? Non è facile fare previsioni, è vero, ma l’esperienza ci dice che quei neo-ricchi hanno in seguito pagato a caro prezzo tanta fortuna. Il  buon senso dovrebbe illuminare chi di dovere! Ma torniamo alla commedia, proposta nella traduzione di Luigi Lunari nella quale, finalmente, la simpatica Doolittle parla un cockney made in Italy, ovvero un italiano infarcito di errori sintattici, di espressioni grevi e di termini scurrili, tipico di un strato sociale di bassa levatura, eliminando una grossa e ridicola incongruenza, quella di sentire una fioraia inglese di nome Doolittle che a Londra si rivolge a persone naturalmente anch’esse inglesi, in un improbabile lingua dalla cadenza pugliese o ciociara.

Inammissibile! In questo modo, il Pigmalione di Lunari è chiaramente più gradevole e credibile.Grazie, Lunari. La commedia è giocata sul filo dell’umorismo più raffinato, dall’inizio alla fine. Ottima l’interpretazione di tutti i componenti del cast, a cominciare da Diego Fusari, il cinico e «odioso» prof. Higgins, sempre sicuro di sé sulla scena. Una riuscita caratterizzazione, la sua. Accanto a lui, una graziosa Rossella Avanzi, convincente sia nel ruolo dell’umile fioraia che in quella di nuova lady. Ha saputo rendere appieno la «metamorfosi» operata in lei dal celebre linguista. Mario Zolin, impeccabile nel ruolo del colonnello Pickering, un ufficiale d’altri tempi, con il suo aplomb d’alta scuola. E che dire di Francesca Campogalliani? Perfetta nei panni della signora Higgins, dolce con gli ospiti e severa con il bizzoso e viziato figlio. Sempre pacata e raffinata nelle movenze. Adolfo Vaini ha il merito di aver conferito grande calore umano al rude ma simpatico Alfred Doolittle, più incline alla sana e godereccia vita delle osterie che a quella «ingessata» del nuovo ricco. Impeccabile la sua interpretazione. Bravi anche tutti gli altri elementi del cast, ma vorrei citare in particolare Antonella Farina. Austera nel tratto ma elegante nelle movenze, ha dato vita ad una perfetta signora Pearce, la governante di casa Higgins.E la scenografia del trio Fusari-Pizzoli-Zolin? Originale, semplice e raffinata: niente suppellettili ridondanti, ma leggeri disegni su pannelli mobili e sedie bianche, ad evocare un sobrio arredamento in stile Chippendale. I vari cambi di scena sono stati eseguiti tutti «a vista» dagli stessi protagonisti, con eleganti movimenti coreografici. Un vero tocco di classe. Infine un commento sui costumi, opera di Francesca Campogalliani e Diego Fusari: deliziosi, ricercati e ricchi. Numerosi e di raffinata fattura. Onori alla sartoria Costa Pereira. Con questo Pigmalione di così alto livello artistico, diretto con collaudata perizia da Maria Grazia Bettini, l’«Accademia Campogalliani», da sempre «punto di forza» della kermesse maceratese, si conferma come una delle migliori compagnie amatoriali italiane.
(Foto di Maurizio Iesari)

 

il «Pigmalione»Rossella Avanzi «lady Doolittle»Rossella Avanzi «Elisa Doolittle»Adolfo Vaini «Alfred Doolittle»
10 nov

Diego Fusari

  • Miglior attore
  • 45ª RASSEGNA NAZIONALE “A. PERUGINI”
  • Teatro Lauro Rossi
    MACERATA
  • domenica 10 novembre 2013
 

Pigmalione

MOTIVAZIONE:
Protagonista di una performance che restituisce un personaggio prigioniero di un aplomb britannico, che solo alla fine rivela la sua umanità, disposto a ripensare la propria esistenza, fino a quel momento riempita soltanto dalle gratificazioni personali di una cultura di élite. Un’interpretazione costruita su tempi, ritmi e toni perfetti.

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«Pigmalione» asso pigliatutto


Si aggiudica numerosi premi al 45o Festival Macerata Teatro


mercoledì 27 novembre 2013


di Walter Cortella


Francesca CampogallianiOrmai il 45o Festival Macerata Teatro appartiene al passato. I riflettori del «L.Rossi» sono spenti ma è ancora viva l’eco degli applausi con i quali il pubblico ha salutato, nel corso della cerimonia di premiazione, i rappresentanti delle Compagnie partecipanti. Diciamo subito che l’edizione 2013 della riuscita kermesse maceratese ha visto il trionfo indiscusso dell’«Accademia F.Campogalliani» di Mantova che con il suo Pigmalione di G. B. Shaw si è aggiudicato ben cinque premi. 
La giuria di esperti le ha assegnato il prestigioso trofeo «A.Perugini», destinato al migliore spettacolo, con la seguente motivazione: «Lo spettacolo restituisce le giuste e coinvolgenti atmosfere della Londra vittoriana, attraverso il recupero di ogni dettaglio. Si misurano due mondi: quello emarginato, che risulterà vincente, e quello falsamente aristocratico che dovrà, suo malgrado, adattarsi alle nuove realtà. Una vicenda raccontata in una sintesi artistica felice che illustra, come in un dipinto, i tempi, i ritmi, i contrasti di pensiero del miglior teatro classico».

Il miglior attore Diego FusariA corollario di questo riconoscimento, ci sono gli altri premi: miglior attore a Diego Fusari per la sua superlativa interpretazione del professor Higgins: «Protagonista di una performance che restituisce un personaggio prigioniero dell’aplomb britannico, che solo alla fine rivela la sua umanità, disposto a ripensare la propria esistenza, fino a quel momento riempita soltanto dalle gratificazioni personali di una cultura d’élite. Un’interpretazione costruita su tempi, ritmi e toni perfetti»; premio per la migliore attrice a Francesca Campogalliani, nel ruolo della raffinata madre dell’illustre linguista per aver «... saputo tratteggiare con assoluta e magnetica padronanza della scena un personaggio solo apparentemente uguale a se stesso, che unitamente alla giovane protagonista ha contribuito a sfaldare le certezze di un’epoca e di un mondo. Ancora una volta ha dimostrato qualità interpretative che esaltano tutta la sua lunga storia sul palcoscenico»; migliore caratterizzazione maschile ad Adolfo VainiAdolfo Vaini (Alfred Doolittle) per aver «... dato vita a un personaggio divertente e sopra le righe, che pur contestando le regole morali della società del suo tempo, in effetti si dimostra padrone di sé, determinato nel suo agire e capace con intelligenza e furbizia di approfittare delle circostanze che il caso gli offre per ottenere un salto sociale che lo soddisfa esteriormente, consentendogli anche di vendicarsi dei tanti soprusi ricevuti»; premio per la migliore scenografia, creata dal trio Fusari-Pizzoli-Zolin: «L’impianto scenico risolve con intelligenza e originalità le difficoltà prodotte dal testo. Attraverso soluzioni giocose e nello stesso tempo aderenti a un’idea contemporanea di scenografia, vengono illustrate tutte le diverse situazioni proposte dal lavoro, tra didascalia e astrazione». Inoltre, nomination per la regista Maria Grazia Bettini. E non basta: terzo gradino per la Compagnia mantovana sull’immaginario podio delle preferenze popolari. Un risultato di grandissimo rilievo che premia una delle formazioni di maggior prestigio nel ricco panorama del teatro amatoriale italiano. Ogni sua esibizione sulla scena della manifestazione maceratese è stata accolta sempre con grande favore dal pubblico.


 



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Il “Pigmalione” dell’Accademia Campogalliani

MACERATA TEATRO - Al «Lauro Rossi» è andato in scena il capolavoro di George Barnard Shaw


di Walter Cortella
Il cartellone del 45o Festival Macerata Teatro, dopo la commedia contemporanea, vagamente tinta di giallo, Tressette con il morto di Gerry Petrosino, torna al teatro classico proponendo Pigmalione, di George Bernard Shaw, nell’allestimento dell’«Accademia F. Campogalliani» di Mantova, per la regia di Maria Grazia Bettini.
In questa celebre commedia l’autore affronta temi a lui molto cari, come la lotta di classe, l’emancipazione femminile, la fonetica e la superficialità dell’alta borghesia, ma forse il nodo centrale intorno al quale ruota tutta la vicenda è la manipolazione operata da sempre dall’uomo a danno dei suoi simili.

Nel caso specifico,
il prof. Higgins, illustre studioso di fonetica, colpito dai modi rudi e dal linguaggio a dir poco pittoresco di Elisa Doolittle, una umile fioraia incontrata casualmente in una serata di pioggia sul marciapiedi antistante un teatro londinese, decide di impartirle lezioni private per farle acquisire buone maniere e un linguaggio più corretto. È convinto che nel giro di soli sei mesi riuscirà a introdurla addirittura a corte. Non c’è che dire, una bella pretesa! Un esperimento intrigante! In realtà, il suo ambizioso progetto nasconde tra le pieghe un risultato secondario non del tutto condivisibile. Va bene l’elevamento culturale delle persone, ma fino a qual punto è lecito togliere qualcuno dalla strada, “ripulirlo” in tutti sensi, fargli conoscere nuovi stili di vita, assaporare solo per un breve tempo i piaceri e i lussi di un mondo del tutto diverso dal suo per poi abbandonarlo al suo destino? Che cosa ne sarà di lui una volta concluso l’esperimento? Riuscirà a farsi accettare nei nuovi ambienti sociali o dovrà rientrare sconfitto nel suo habitat naturale, nel quale si sentirà non più comunque a suo agio?

Di primo acchito non è facile dare una risposta a questa domanda, ma è grave che il cinico prof. Higgins di Shaw non si ponga assolutamente il quesito, nemmeno quando l’onesto colonnello Pickering, suo estimatore ed entusiasta partner nell’esperimento, lo induce a riflettere sulla liceità della sua operazione socio-culturale. A Higgins non interessa affatto il futuro della sua allieva, è un argomento che non lo sfiora minimamente. E invece dovrebbe farlo riflettere.Lui, egoista, narcisista e cinico, vuol ad ogni costo vincere la scommessa che ha fatto in fondo con se stesso: plasmare una nuova creatura, più nobile dell’originale,almeno all’apparenza, per far rivivere così nel XX secolo il mito del Pigmalione di Ovidio. Mutatis mutandis, è ciò che accade quando un pover’uomo, confinato nel ghetto dell’indigenza, vince improvvisamente uno di quei ricchissimi jackpot a sei zeri! Quale stravolgimenti può indurre nella sua esistenza una simile vincita inattesa, anche se in segreto sempre desiderata? Non è facile fare previsioni, è vero, ma l’esperienza ci dice che quei neo-ricchi hanno in seguito pagato a caro prezzo tanta fortuna. Il  buon senso dovrebbe illuminare chi di dovere! Ma torniamo alla commedia, proposta nella traduzione di Luigi Lunari nella quale, finalmente, la simpatica Doolittle parla un cockney made in Italy, ovvero un italiano infarcito di errori sintattici, di espressioni grevi e di termini scurrili, tipico di un strato sociale di bassa levatura, eliminando una grossa e ridicola incongruenza, quella di sentire una fioraia inglese di nome Doolittle che a Londra si rivolge a persone naturalmente anch’esse inglesi, in un improbabile lingua dalla cadenza pugliese o ciociara.

Inammissibile! In questo modo, il Pigmalione di Lunari è chiaramente più gradevole e credibile.Grazie, Lunari. La commedia è giocata sul filo dell’umorismo più raffinato, dall’inizio alla fine. Ottima l’interpretazione di tutti i componenti del cast, a cominciare da Diego Fusari, il cinico e «odioso» prof. Higgins, sempre sicuro di sé sulla scena. Una riuscita caratterizzazione, la sua. Accanto a lui, una graziosa Rossella Avanzi, convincente sia nel ruolo dell’umile fioraia che in quella di nuova lady. Ha saputo rendere appieno la «metamorfosi» operata in lei dal celebre linguista. Mario Zolin, impeccabile nel ruolo del colonnello Pickering, un ufficiale d’altri tempi, con il suo aplomb d’alta scuola. E che dire di Francesca Campogalliani? Perfetta nei panni della signora Higgins, dolce con gli ospiti e severa con il bizzoso e viziato figlio. Sempre pacata e raffinata nelle movenze. Adolfo Vaini ha il merito di aver conferito grande calore umano al rude ma simpatico Alfred Doolittle, più incline alla sana e godereccia vita delle osterie che a quella «ingessata» del nuovo ricco. Impeccabile la sua interpretazione. Bravi anche tutti gli altri elementi del cast, ma vorrei citare in particolare Antonella Farina. Austera nel tratto ma elegante nelle movenze, ha dato vita ad una perfetta signora Pearce, la governante di casa Higgins.E la scenografia del trio Fusari-Pizzoli-Zolin? Originale, semplice e raffinata: niente suppellettili ridondanti, ma leggeri disegni su pannelli mobili e sedie bianche, ad evocare un sobrio arredamento in stile Chippendale. I vari cambi di scena sono stati eseguiti tutti «a vista» dagli stessi protagonisti, con eleganti movimenti coreografici. Un vero tocco di classe. Infine un commento sui costumi, opera di Francesca Campogalliani e Diego Fusari: deliziosi, ricercati e ricchi. Numerosi e di raffinata fattura. Onori alla sartoria Costa Pereira. Con questo Pigmalione di così alto livello artistico, diretto con collaudata perizia da Maria Grazia Bettini, l’«Accademia Campogalliani», da sempre «punto di forza» della kermesse maceratese, si conferma come una delle migliori compagnie amatoriali italiane.
(Foto di Maurizio Iesari)

 

il «Pigmalione»Rossella Avanzi «lady Doolittle»Rossella Avanzi «Elisa Doolittle»Adolfo Vaini «Alfred Doolittle»
10 nov

Adolfo Vaini

  • Migliore caratterizzazione maschile
  • 45ª RASSEGNA NAZIONALE “A. PERUGINI”
  • Teatro Lauro Rossi
    MACERATA
  • domenica 10 novembre 2013
 

Pigmalione

MOTIVAZIONE:
Ha dato vita ad un personaggio divertente sopra le righe, che pur contestando le regole morali della società del suo tempo, in effetti si dimostra padrone di sé, determinato nel suo agire e capace con intelligenza e furbizia di approfittare delle circostanze che il Caso gli offre per ottenere un salto sociale che lo soddisfa esteriormente, consentendogli anche di vendicarsi dei tanti soprusi ricevuti.

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«Pigmalione» asso pigliatutto


Si aggiudica numerosi premi al 45o Festival Macerata Teatro


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di Walter Cortella


Francesca CampogallianiOrmai il 45o Festival Macerata Teatro appartiene al passato. I riflettori del «L.Rossi» sono spenti ma è ancora viva l’eco degli applausi con i quali il pubblico ha salutato, nel corso della cerimonia di premiazione, i rappresentanti delle Compagnie partecipanti. Diciamo subito che l’edizione 2013 della riuscita kermesse maceratese ha visto il trionfo indiscusso dell’«Accademia F.Campogalliani» di Mantova che con il suo Pigmalione di G. B. Shaw si è aggiudicato ben cinque premi. 
La giuria di esperti le ha assegnato il prestigioso trofeo «A.Perugini», destinato al migliore spettacolo, con la seguente motivazione: «Lo spettacolo restituisce le giuste e coinvolgenti atmosfere della Londra vittoriana, attraverso il recupero di ogni dettaglio. Si misurano due mondi: quello emarginato, che risulterà vincente, e quello falsamente aristocratico che dovrà, suo malgrado, adattarsi alle nuove realtà. Una vicenda raccontata in una sintesi artistica felice che illustra, come in un dipinto, i tempi, i ritmi, i contrasti di pensiero del miglior teatro classico».

Il miglior attore Diego FusariA corollario di questo riconoscimento, ci sono gli altri premi: miglior attore a Diego Fusari per la sua superlativa interpretazione del professor Higgins: «Protagonista di una performance che restituisce un personaggio prigioniero dell’aplomb britannico, che solo alla fine rivela la sua umanità, disposto a ripensare la propria esistenza, fino a quel momento riempita soltanto dalle gratificazioni personali di una cultura d’élite. Un’interpretazione costruita su tempi, ritmi e toni perfetti»; premio per la migliore attrice a Francesca Campogalliani, nel ruolo della raffinata madre dell’illustre linguista per aver «... saputo tratteggiare con assoluta e magnetica padronanza della scena un personaggio solo apparentemente uguale a se stesso, che unitamente alla giovane protagonista ha contribuito a sfaldare le certezze di un’epoca e di un mondo. Ancora una volta ha dimostrato qualità interpretative che esaltano tutta la sua lunga storia sul palcoscenico»; migliore caratterizzazione maschile ad Adolfo VainiAdolfo Vaini (Alfred Doolittle) per aver «... dato vita a un personaggio divertente e sopra le righe, che pur contestando le regole morali della società del suo tempo, in effetti si dimostra padrone di sé, determinato nel suo agire e capace con intelligenza e furbizia di approfittare delle circostanze che il caso gli offre per ottenere un salto sociale che lo soddisfa esteriormente, consentendogli anche di vendicarsi dei tanti soprusi ricevuti»; premio per la migliore scenografia, creata dal trio Fusari-Pizzoli-Zolin: «L’impianto scenico risolve con intelligenza e originalità le difficoltà prodotte dal testo. Attraverso soluzioni giocose e nello stesso tempo aderenti a un’idea contemporanea di scenografia, vengono illustrate tutte le diverse situazioni proposte dal lavoro, tra didascalia e astrazione». Inoltre, nomination per la regista Maria Grazia Bettini. E non basta: terzo gradino per la Compagnia mantovana sull’immaginario podio delle preferenze popolari. Un risultato di grandissimo rilievo che premia una delle formazioni di maggior prestigio nel ricco panorama del teatro amatoriale italiano. Ogni sua esibizione sulla scena della manifestazione maceratese è stata accolta sempre con grande favore dal pubblico.


 



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Il “Pigmalione” dell’Accademia Campogalliani

MACERATA TEATRO - Al «Lauro Rossi» è andato in scena il capolavoro di George Barnard Shaw


di Walter Cortella
Il cartellone del 45o Festival Macerata Teatro, dopo la commedia contemporanea, vagamente tinta di giallo, Tressette con il morto di Gerry Petrosino, torna al teatro classico proponendo Pigmalione, di George Bernard Shaw, nell’allestimento dell’«Accademia F. Campogalliani» di Mantova, per la regia di Maria Grazia Bettini.
In questa celebre commedia l’autore affronta temi a lui molto cari, come la lotta di classe, l’emancipazione femminile, la fonetica e la superficialità dell’alta borghesia, ma forse il nodo centrale intorno al quale ruota tutta la vicenda è la manipolazione operata da sempre dall’uomo a danno dei suoi simili.

Nel caso specifico,
il prof. Higgins, illustre studioso di fonetica, colpito dai modi rudi e dal linguaggio a dir poco pittoresco di Elisa Doolittle, una umile fioraia incontrata casualmente in una serata di pioggia sul marciapiedi antistante un teatro londinese, decide di impartirle lezioni private per farle acquisire buone maniere e un linguaggio più corretto. È convinto che nel giro di soli sei mesi riuscirà a introdurla addirittura a corte. Non c’è che dire, una bella pretesa! Un esperimento intrigante! In realtà, il suo ambizioso progetto nasconde tra le pieghe un risultato secondario non del tutto condivisibile. Va bene l’elevamento culturale delle persone, ma fino a qual punto è lecito togliere qualcuno dalla strada, “ripulirlo” in tutti sensi, fargli conoscere nuovi stili di vita, assaporare solo per un breve tempo i piaceri e i lussi di un mondo del tutto diverso dal suo per poi abbandonarlo al suo destino? Che cosa ne sarà di lui una volta concluso l’esperimento? Riuscirà a farsi accettare nei nuovi ambienti sociali o dovrà rientrare sconfitto nel suo habitat naturale, nel quale si sentirà non più comunque a suo agio?

Di primo acchito non è facile dare una risposta a questa domanda, ma è grave che il cinico prof. Higgins di Shaw non si ponga assolutamente il quesito, nemmeno quando l’onesto colonnello Pickering, suo estimatore ed entusiasta partner nell’esperimento, lo induce a riflettere sulla liceità della sua operazione socio-culturale. A Higgins non interessa affatto il futuro della sua allieva, è un argomento che non lo sfiora minimamente. E invece dovrebbe farlo riflettere.Lui, egoista, narcisista e cinico, vuol ad ogni costo vincere la scommessa che ha fatto in fondo con se stesso: plasmare una nuova creatura, più nobile dell’originale,almeno all’apparenza, per far rivivere così nel XX secolo il mito del Pigmalione di Ovidio. Mutatis mutandis, è ciò che accade quando un pover’uomo, confinato nel ghetto dell’indigenza, vince improvvisamente uno di quei ricchissimi jackpot a sei zeri! Quale stravolgimenti può indurre nella sua esistenza una simile vincita inattesa, anche se in segreto sempre desiderata? Non è facile fare previsioni, è vero, ma l’esperienza ci dice che quei neo-ricchi hanno in seguito pagato a caro prezzo tanta fortuna. Il  buon senso dovrebbe illuminare chi di dovere! Ma torniamo alla commedia, proposta nella traduzione di Luigi Lunari nella quale, finalmente, la simpatica Doolittle parla un cockney made in Italy, ovvero un italiano infarcito di errori sintattici, di espressioni grevi e di termini scurrili, tipico di un strato sociale di bassa levatura, eliminando una grossa e ridicola incongruenza, quella di sentire una fioraia inglese di nome Doolittle che a Londra si rivolge a persone naturalmente anch’esse inglesi, in un improbabile lingua dalla cadenza pugliese o ciociara.

Inammissibile! In questo modo, il Pigmalione di Lunari è chiaramente più gradevole e credibile.Grazie, Lunari. La commedia è giocata sul filo dell’umorismo più raffinato, dall’inizio alla fine. Ottima l’interpretazione di tutti i componenti del cast, a cominciare da Diego Fusari, il cinico e «odioso» prof. Higgins, sempre sicuro di sé sulla scena. Una riuscita caratterizzazione, la sua. Accanto a lui, una graziosa Rossella Avanzi, convincente sia nel ruolo dell’umile fioraia che in quella di nuova lady. Ha saputo rendere appieno la «metamorfosi» operata in lei dal celebre linguista. Mario Zolin, impeccabile nel ruolo del colonnello Pickering, un ufficiale d’altri tempi, con il suo aplomb d’alta scuola. E che dire di Francesca Campogalliani? Perfetta nei panni della signora Higgins, dolce con gli ospiti e severa con il bizzoso e viziato figlio. Sempre pacata e raffinata nelle movenze. Adolfo Vaini ha il merito di aver conferito grande calore umano al rude ma simpatico Alfred Doolittle, più incline alla sana e godereccia vita delle osterie che a quella «ingessata» del nuovo ricco. Impeccabile la sua interpretazione. Bravi anche tutti gli altri elementi del cast, ma vorrei citare in particolare Antonella Farina. Austera nel tratto ma elegante nelle movenze, ha dato vita ad una perfetta signora Pearce, la governante di casa Higgins.E la scenografia del trio Fusari-Pizzoli-Zolin? Originale, semplice e raffinata: niente suppellettili ridondanti, ma leggeri disegni su pannelli mobili e sedie bianche, ad evocare un sobrio arredamento in stile Chippendale. I vari cambi di scena sono stati eseguiti tutti «a vista» dagli stessi protagonisti, con eleganti movimenti coreografici. Un vero tocco di classe. Infine un commento sui costumi, opera di Francesca Campogalliani e Diego Fusari: deliziosi, ricercati e ricchi. Numerosi e di raffinata fattura. Onori alla sartoria Costa Pereira. Con questo Pigmalione di così alto livello artistico, diretto con collaudata perizia da Maria Grazia Bettini, l’«Accademia Campogalliani», da sempre «punto di forza» della kermesse maceratese, si conferma come una delle migliori compagnie amatoriali italiane.
(Foto di Maurizio Iesari)

 

il «Pigmalione»Rossella Avanzi «lady Doolittle»Rossella Avanzi «Elisa Doolittle»Adolfo Vaini «Alfred Doolittle»
10 nov

Diego Fusari
Daniele Pizzoli
Mario Zolin

  • Migliore scenografia
  • 45ª RASSEGNA NAZIONALE “A. PERUGINI”
  • Teatro Lauro Rossi
    MACERATA
  • domenica 10 novembre 2013
 

Pigmalione

MOTIVAZIONE:
Hanno risolto con intelligenza e originalità le difficoltà prodotte dal testo. Attraverso soluzioni giocose e nello stesso tempo aderenti a un’idea contemporanea di scenografia, vengono illustrate tutte le diverse situazioni proposte dal lavoro, tra didascalia e astrazione.

CM cronachemaceratesi.it
mercoledì 27 novembre 2013
CM cronachemaceratesi.it la tua provincia in rete
 

«Pigmalione» asso pigliatutto


Si aggiudica numerosi premi al 45o Festival Macerata Teatro


mercoledì 27 novembre 2013


di Walter Cortella


Francesca CampogallianiOrmai il 45o Festival Macerata Teatro appartiene al passato. I riflettori del «L.Rossi» sono spenti ma è ancora viva l’eco degli applausi con i quali il pubblico ha salutato, nel corso della cerimonia di premiazione, i rappresentanti delle Compagnie partecipanti. Diciamo subito che l’edizione 2013 della riuscita kermesse maceratese ha visto il trionfo indiscusso dell’«Accademia F.Campogalliani» di Mantova che con il suo Pigmalione di G. B. Shaw si è aggiudicato ben cinque premi. 
La giuria di esperti le ha assegnato il prestigioso trofeo «A.Perugini», destinato al migliore spettacolo, con la seguente motivazione: «Lo spettacolo restituisce le giuste e coinvolgenti atmosfere della Londra vittoriana, attraverso il recupero di ogni dettaglio. Si misurano due mondi: quello emarginato, che risulterà vincente, e quello falsamente aristocratico che dovrà, suo malgrado, adattarsi alle nuove realtà. Una vicenda raccontata in una sintesi artistica felice che illustra, come in un dipinto, i tempi, i ritmi, i contrasti di pensiero del miglior teatro classico».

Il miglior attore Diego FusariA corollario di questo riconoscimento, ci sono gli altri premi: miglior attore a Diego Fusari per la sua superlativa interpretazione del professor Higgins: «Protagonista di una performance che restituisce un personaggio prigioniero dell’aplomb britannico, che solo alla fine rivela la sua umanità, disposto a ripensare la propria esistenza, fino a quel momento riempita soltanto dalle gratificazioni personali di una cultura d’élite. Un’interpretazione costruita su tempi, ritmi e toni perfetti»; premio per la migliore attrice a Francesca Campogalliani, nel ruolo della raffinata madre dell’illustre linguista per aver «... saputo tratteggiare con assoluta e magnetica padronanza della scena un personaggio solo apparentemente uguale a se stesso, che unitamente alla giovane protagonista ha contribuito a sfaldare le certezze di un’epoca e di un mondo. Ancora una volta ha dimostrato qualità interpretative che esaltano tutta la sua lunga storia sul palcoscenico»; migliore caratterizzazione maschile ad Adolfo VainiAdolfo Vaini (Alfred Doolittle) per aver «... dato vita a un personaggio divertente e sopra le righe, che pur contestando le regole morali della società del suo tempo, in effetti si dimostra padrone di sé, determinato nel suo agire e capace con intelligenza e furbizia di approfittare delle circostanze che il caso gli offre per ottenere un salto sociale che lo soddisfa esteriormente, consentendogli anche di vendicarsi dei tanti soprusi ricevuti»; premio per la migliore scenografia, creata dal trio Fusari-Pizzoli-Zolin: «L’impianto scenico risolve con intelligenza e originalità le difficoltà prodotte dal testo. Attraverso soluzioni giocose e nello stesso tempo aderenti a un’idea contemporanea di scenografia, vengono illustrate tutte le diverse situazioni proposte dal lavoro, tra didascalia e astrazione». Inoltre, nomination per la regista Maria Grazia Bettini. E non basta: terzo gradino per la Compagnia mantovana sull’immaginario podio delle preferenze popolari. Un risultato di grandissimo rilievo che premia una delle formazioni di maggior prestigio nel ricco panorama del teatro amatoriale italiano. Ogni sua esibizione sulla scena della manifestazione maceratese è stata accolta sempre con grande favore dal pubblico.


 



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giovedì 14 novembre 2013
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Il “Pigmalione” dell’Accademia Campogalliani

MACERATA TEATRO - Al «Lauro Rossi» è andato in scena il capolavoro di George Barnard Shaw


di Walter Cortella
Il cartellone del 45o Festival Macerata Teatro, dopo la commedia contemporanea, vagamente tinta di giallo, Tressette con il morto di Gerry Petrosino, torna al teatro classico proponendo Pigmalione, di George Bernard Shaw, nell’allestimento dell’«Accademia F. Campogalliani» di Mantova, per la regia di Maria Grazia Bettini.
In questa celebre commedia l’autore affronta temi a lui molto cari, come la lotta di classe, l’emancipazione femminile, la fonetica e la superficialità dell’alta borghesia, ma forse il nodo centrale intorno al quale ruota tutta la vicenda è la manipolazione operata da sempre dall’uomo a danno dei suoi simili.

Nel caso specifico,
il prof. Higgins, illustre studioso di fonetica, colpito dai modi rudi e dal linguaggio a dir poco pittoresco di Elisa Doolittle, una umile fioraia incontrata casualmente in una serata di pioggia sul marciapiedi antistante un teatro londinese, decide di impartirle lezioni private per farle acquisire buone maniere e un linguaggio più corretto. È convinto che nel giro di soli sei mesi riuscirà a introdurla addirittura a corte. Non c’è che dire, una bella pretesa! Un esperimento intrigante! In realtà, il suo ambizioso progetto nasconde tra le pieghe un risultato secondario non del tutto condivisibile. Va bene l’elevamento culturale delle persone, ma fino a qual punto è lecito togliere qualcuno dalla strada, “ripulirlo” in tutti sensi, fargli conoscere nuovi stili di vita, assaporare solo per un breve tempo i piaceri e i lussi di un mondo del tutto diverso dal suo per poi abbandonarlo al suo destino? Che cosa ne sarà di lui una volta concluso l’esperimento? Riuscirà a farsi accettare nei nuovi ambienti sociali o dovrà rientrare sconfitto nel suo habitat naturale, nel quale si sentirà non più comunque a suo agio?

Di primo acchito non è facile dare una risposta a questa domanda, ma è grave che il cinico prof. Higgins di Shaw non si ponga assolutamente il quesito, nemmeno quando l’onesto colonnello Pickering, suo estimatore ed entusiasta partner nell’esperimento, lo induce a riflettere sulla liceità della sua operazione socio-culturale. A Higgins non interessa affatto il futuro della sua allieva, è un argomento che non lo sfiora minimamente. E invece dovrebbe farlo riflettere.Lui, egoista, narcisista e cinico, vuol ad ogni costo vincere la scommessa che ha fatto in fondo con se stesso: plasmare una nuova creatura, più nobile dell’originale,almeno all’apparenza, per far rivivere così nel XX secolo il mito del Pigmalione di Ovidio. Mutatis mutandis, è ciò che accade quando un pover’uomo, confinato nel ghetto dell’indigenza, vince improvvisamente uno di quei ricchissimi jackpot a sei zeri! Quale stravolgimenti può indurre nella sua esistenza una simile vincita inattesa, anche se in segreto sempre desiderata? Non è facile fare previsioni, è vero, ma l’esperienza ci dice che quei neo-ricchi hanno in seguito pagato a caro prezzo tanta fortuna. Il  buon senso dovrebbe illuminare chi di dovere! Ma torniamo alla commedia, proposta nella traduzione di Luigi Lunari nella quale, finalmente, la simpatica Doolittle parla un cockney made in Italy, ovvero un italiano infarcito di errori sintattici, di espressioni grevi e di termini scurrili, tipico di un strato sociale di bassa levatura, eliminando una grossa e ridicola incongruenza, quella di sentire una fioraia inglese di nome Doolittle che a Londra si rivolge a persone naturalmente anch’esse inglesi, in un improbabile lingua dalla cadenza pugliese o ciociara.

Inammissibile! In questo modo, il Pigmalione di Lunari è chiaramente più gradevole e credibile.Grazie, Lunari. La commedia è giocata sul filo dell’umorismo più raffinato, dall’inizio alla fine. Ottima l’interpretazione di tutti i componenti del cast, a cominciare da Diego Fusari, il cinico e «odioso» prof. Higgins, sempre sicuro di sé sulla scena. Una riuscita caratterizzazione, la sua. Accanto a lui, una graziosa Rossella Avanzi, convincente sia nel ruolo dell’umile fioraia che in quella di nuova lady. Ha saputo rendere appieno la «metamorfosi» operata in lei dal celebre linguista. Mario Zolin, impeccabile nel ruolo del colonnello Pickering, un ufficiale d’altri tempi, con il suo aplomb d’alta scuola. E che dire di Francesca Campogalliani? Perfetta nei panni della signora Higgins, dolce con gli ospiti e severa con il bizzoso e viziato figlio. Sempre pacata e raffinata nelle movenze. Adolfo Vaini ha il merito di aver conferito grande calore umano al rude ma simpatico Alfred Doolittle, più incline alla sana e godereccia vita delle osterie che a quella «ingessata» del nuovo ricco. Impeccabile la sua interpretazione. Bravi anche tutti gli altri elementi del cast, ma vorrei citare in particolare Antonella Farina. Austera nel tratto ma elegante nelle movenze, ha dato vita ad una perfetta signora Pearce, la governante di casa Higgins.E la scenografia del trio Fusari-Pizzoli-Zolin? Originale, semplice e raffinata: niente suppellettili ridondanti, ma leggeri disegni su pannelli mobili e sedie bianche, ad evocare un sobrio arredamento in stile Chippendale. I vari cambi di scena sono stati eseguiti tutti «a vista» dagli stessi protagonisti, con eleganti movimenti coreografici. Un vero tocco di classe. Infine un commento sui costumi, opera di Francesca Campogalliani e Diego Fusari: deliziosi, ricercati e ricchi. Numerosi e di raffinata fattura. Onori alla sartoria Costa Pereira. Con questo Pigmalione di così alto livello artistico, diretto con collaudata perizia da Maria Grazia Bettini, l’«Accademia Campogalliani», da sempre «punto di forza» della kermesse maceratese, si conferma come una delle migliori compagnie amatoriali italiane.
(Foto di Maurizio Iesari)

 

il «Pigmalione»Rossella Avanzi «lady Doolittle»Rossella Avanzi «Elisa Doolittle»Adolfo Vaini «Alfred Doolittle»
4 ott

Francesca Campogalliani
Diego Fusari
Daniele Pizzoli
Mario Zolin

  • ’ALCIBIADE DELLA CHIARA’ per la migliore scenografia e costumi
  • 66º Festival Nazionale d’Arte Drammatica
  • Pesaro
  • venerdì 4 ottobre 2013
 

Pigmalione

MOTIVAZIONE:
Per aver creato con pochi ed eleganti elementi le atmosfere di una Londra inizio ’900, caotica e bagnata dalla pioggia, e descritto gli interni con originali e snelle scenografie bianche serigrafate; bellissimi anche i costumi.

...

11 mag

Acc. Campogalliani

  • Attribuito ai vincitori della Maschera d’Oro Fita.
  • 19º PREMIO FABER CONFARTIGIANATO
  • Vicenza
  • sabato 11 maggio 2013
 
23 mar

Acc. Campogalliani

  • Maschera d’oro: MIGLIORE COMPAGNIA
  • 25ª MASCHERA D’ORO
  • Teatro San Marco
    Vicenza
  • sabato 23 marzo 2013
 

Pigmalione

MOTIVAZIONE:
Un sapiente segno stilistico caratterizza questo "Pigmalione" che la compagnia riesce o realizzare puntando direttamente su un’eleganza mai fine a se stessa, ma attenta piuttosto a mantenere nella rappresentazione il gusto del dialogo e della battuta, la vivacità dei personaggi, l’intelligenza e la leggerezza, ma anche une vena di nostalgia.
Tutto concorre a ritrovare ancora oggi il sopore e il fascino di una commedia che poco ha perduto del suo smalto e del suo virtuosismo linguistico: attori ben calati nel ruolo e sempre persuasivi, due straordinari protagonisti, costumi splendidi, un allestimenta scenico giocato sull’allusione piuttosto che sulla maniera, una tenuta del palcoscenico che non conosce mai una pausa o un’incertezza e il sorriso sapiente del teatro, quello vero.

SCENA - Notizie U.I.L.T. n. 73
lunedì 1 luglio 2013
Logo SCENA SCENA - Notizie U.I.L.T. n. 70
 

PREMIO ALLA CARRI ERA PER
FRANCESCA CAMPOGALLIANI


Grande successo per l’ACCADEMIA “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” al Teatro Olimpico di Vicenza con lo spettacolo “Pigmalione”/strong> di George Bernard Shaw, nella traduzione italiana del drammaturgo Luigi Lunari. Con questa messa in scena, diretta da Maria Grazia Bettini, la storica compagnia mantovana si è aggiudicata, per la terza volta, la vittoria del Festival nazionale Maschera d’Oro e il Premio Faber e con ciò l’opportunità di presentare il proprio spettacolo sul palcoscenico del più antico teatro coperto del mondo, gioiello cinquecentesco nato dalla genialità di Andrea Palladio e Vincenzo Scamozzi.
L’ACCADEMIA “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” ha proposto un “Pigmalione” di grande raffinatezza stilistica, elegante e misurato, capace di mantenere in equilibrio la vena brillante del testo di Shaw e i suoi affondi di critica alla società superficiale e finta del suo (ma anche del nostro) tempo. La mano sicura di Maria Grazia Bettini ha mosso gli attori in modo tale da farne risaltare sia l’armonia corale sia le individualità, con Diego Fusari (Higgins), Rossella Avanzi (Elisa), Mario Zolin (Pickering) e Adolfo Vaini (Doolittle) nei ruoli principali. Tra loro anche Francesca Campogalliani, nella parte dell’energica madre del professore che, per scommessa, trasforma una povera e rozza fioraia in una signora dell’alta società. All’attrice, in particolare, la giuria del festival ha voluto assegnare un Premio speciale alla carriera, per la passione che da sempre la unisce al teatro.

ACCADEMIA TEATRALE “FRANCESCO CAMPOGALLIANI”
Teatrino di Palazzo D’Arco
Piazza D’Arco, 2 - 46100 Mantova
tel. e fax 0376.325363
teatro.campogalliani@libero.it
www.teatro-campogalliani.it


L’ACCADEMIA TEATRALE “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” in Pigmalione L’ACCADEMIA TEATRALE “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” in Pigmalione

23 mar

Maria Grazia Bettini

  • Maschera d’oro: MIGLIORE REGIA
  • 25ª MASCHERA D’ORO
  • Teatro San Marco
    Vicenza
  • sabato 23 marzo 2013
 

Pigmalione

MOTIVAZIONE:
Fin dalla prima scene, quegli ombrelli tutti aperti che si sfiorano senza toccorsi mai evidenziano lo stile registico che Maria Grazia Bettini ha dato a questo allestimento di un’eleganza e di un fascino innegabili, tutto giocato sulla precisione e l’intelligenza, così come sulla continuità della recitazione e dei sentimenti.
Nell’andare e venire dall’irsuto grammelot della protagonista alla lingua sofisticata del salotto, la regista fa tesoro dell’ efficace versione italiana di Luigi Lunari, riuscendo altresì a cogliere nella loro interezze le contraddizioni delle relazioni umane e a dare senso ulteriore alla misoginia del linguista scapolo e ancora immaturo sentimentalmente.
E qui entrano in campo la sapiente direzione degli attori e il rapporto con lo spazio scenico, non perdendo mai di vista l’interazione su cui si regge questo perfetta commedia.

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PREMIO ALLA CARRI ERA PER
FRANCESCA CAMPOGALLIANI


Grande successo per l’ACCADEMIA “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” al Teatro Olimpico di Vicenza con lo spettacolo “Pigmalione”/strong> di George Bernard Shaw, nella traduzione italiana del drammaturgo Luigi Lunari. Con questa messa in scena, diretta da Maria Grazia Bettini, la storica compagnia mantovana si è aggiudicata, per la terza volta, la vittoria del Festival nazionale Maschera d’Oro e il Premio Faber e con ciò l’opportunità di presentare il proprio spettacolo sul palcoscenico del più antico teatro coperto del mondo, gioiello cinquecentesco nato dalla genialità di Andrea Palladio e Vincenzo Scamozzi.
L’ACCADEMIA “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” ha proposto un “Pigmalione” di grande raffinatezza stilistica, elegante e misurato, capace di mantenere in equilibrio la vena brillante del testo di Shaw e i suoi affondi di critica alla società superficiale e finta del suo (ma anche del nostro) tempo. La mano sicura di Maria Grazia Bettini ha mosso gli attori in modo tale da farne risaltare sia l’armonia corale sia le individualità, con Diego Fusari (Higgins), Rossella Avanzi (Elisa), Mario Zolin (Pickering) e Adolfo Vaini (Doolittle) nei ruoli principali. Tra loro anche Francesca Campogalliani, nella parte dell’energica madre del professore che, per scommessa, trasforma una povera e rozza fioraia in una signora dell’alta società. All’attrice, in particolare, la giuria del festival ha voluto assegnare un Premio speciale alla carriera, per la passione che da sempre la unisce al teatro.

ACCADEMIA TEATRALE “FRANCESCO CAMPOGALLIANI”
Teatrino di Palazzo D’Arco
Piazza D’Arco, 2 - 46100 Mantova
tel. e fax 0376.325363
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23 mar

Francesca Campogalliani

  • Premio alla carriera
  • 25ª MASCHERA D’ORO
  • Teatro San Marco
    Vicenza
  • sabato 23 marzo 2013
 

Pigmalione

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PREMIO ALLA CARRI ERA PER
FRANCESCA CAMPOGALLIANI


Grande successo per l’ACCADEMIA “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” al Teatro Olimpico di Vicenza con lo spettacolo “Pigmalione”/strong> di George Bernard Shaw, nella traduzione italiana del drammaturgo Luigi Lunari. Con questa messa in scena, diretta da Maria Grazia Bettini, la storica compagnia mantovana si è aggiudicata, per la terza volta, la vittoria del Festival nazionale Maschera d’Oro e il Premio Faber e con ciò l’opportunità di presentare il proprio spettacolo sul palcoscenico del più antico teatro coperto del mondo, gioiello cinquecentesco nato dalla genialità di Andrea Palladio e Vincenzo Scamozzi.
L’ACCADEMIA “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” ha proposto un “Pigmalione” di grande raffinatezza stilistica, elegante e misurato, capace di mantenere in equilibrio la vena brillante del testo di Shaw e i suoi affondi di critica alla società superficiale e finta del suo (ma anche del nostro) tempo. La mano sicura di Maria Grazia Bettini ha mosso gli attori in modo tale da farne risaltare sia l’armonia corale sia le individualità, con Diego Fusari (Higgins), Rossella Avanzi (Elisa), Mario Zolin (Pickering) e Adolfo Vaini (Doolittle) nei ruoli principali. Tra loro anche Francesca Campogalliani, nella parte dell’energica madre del professore che, per scommessa, trasforma una povera e rozza fioraia in una signora dell’alta società. All’attrice, in particolare, la giuria del festival ha voluto assegnare un Premio speciale alla carriera, per la passione che da sempre la unisce al teatro.

ACCADEMIA TEATRALE “FRANCESCO CAMPOGALLIANI”
Teatrino di Palazzo D’Arco
Piazza D’Arco, 2 - 46100 Mantova
tel. e fax 0376.325363
teatro.campogalliani@libero.it
www.teatro-campogalliani.it


L’ACCADEMIA TEATRALE “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” in Pigmalione L’ACCADEMIA TEATRALE “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” in Pigmalione

dic

Acc. Campogalliani

  • Primo premio della giuria
  • 3º TROFEO CATULLO Festival nazionale del teatro amatoriale
  • Palazzo dei congressi
    Sirmione Brescia
  • dicembre 2012
 

Il berretto a sonagli (2016)

 

 

...

dic

Acc. Campogalliani

  • Primo premio del pubblico
  • 3º TROFEO CATULLO Festival nazionale del teatro amatoriale
  • Palazzo dei congressi
    Sirmione Brescia
  • dicembre 2012
 

Il berretto a sonagli (2016)

 

 

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dic

Acc. Campogalliani

  • Primo premio della giuria
  • 3º TROFEO CATULLO Festival nazionale del teatro amatoriale
  • Palazzo dei congressi
    Sirmione Brescia
  • dicembre 2012
 

Il berretto a sonagli (2024)

 

 

...

dic

Acc. Campogalliani

  • Primo premio del pubblico
  • 3º TROFEO CATULLO Festival nazionale del teatro amatoriale
  • Palazzo dei congressi
    Sirmione Brescia
  • dicembre 2012
 

Il berretto a sonagli (2024)

 

 

...

giu

Acc. Campogalliani

  • Gradimento del pubblico
  • LA TORRE CHE RIDE Festival nazionale del Teatro brillante Spazio Gigli
  • Porto Recanati
  • giugno 2012
 

Il Clan delle Vedove

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martedì 26 giugno 2012
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Serata di gala per “La Torre che ride”



PORTO RECANATI - Tra un’esibizione e l’altra sono stati consegnati i premi agli artisti che hanno preso parte al Festival



martedì 26 giugno 2012 
di Walter Cortella


Il 1º Festival Nazionale «La Torre che ride» ha vissuto la sua «Serata di gala» a conclusione della manifestazione che ha richiamato all’Arena B.Gigli un numero di spettatori di gran lunga superiore alle più rosee aspettative. Il sindaco Rosalba Ubaldi ha pubblicamente espresso la sua legittima soddisfazione. «Portorecanati ha ampliato con questa interessante iniziativa il già ricco ventaglio delle sue proposte per l’estate in corso. Sia il pubblico che gli operatori economici hanno risposto con slancio all’appello e ciò mi riempie di gioia. Tutto l’operato dell’Amministrazione comunale è rivolto a favore della città, dei suoi abitanti e dei turisti. E questa è stata un’ulteriore buona occasione per farla conoscere anche ai componenti delle Compagnie, giunti dalla Lombardia, dal Veneto e dalla Puglia, come località balneare d’eccellenza, insignita ancora una volta della «bandiera blu». Confermo fin d’ora, malgrado il poco favorevole momento che il nostro Paese sta attraversando, la ferma volontà dell’Amministrazione di dare il suo sostegno anche per il prossimo anno al Festival, rivelatosi manifestazione dall’alto contenuto artistico». Questo in sintesi il pensiero espresso dal Sindaco in occasione del suo intervento alla cerimonia della consegna dei premi agli artisti. Stefano Cosimi, Direttore Artistico della manifestazione, ha così esternato la sua soddisfazione: «Il Festival ha richiesto uno notevole sforzo organizzativo e alla fine tutto è andato bene. Voglio perciò ancora una volta ringraziare il mio staff per l’impegno profuso. Un ringraziamento particolare va all’Amministrazione comunale nella persona del sindaco Ubaldi per la fiducia accordatami «sulla parola» e agli sponsor che hanno sostenuto economicamente l’iniziativa. La partecipazione delle Compagnie è stata massiccia, ben superiore alle aspettative, se si pensa che il debutto di una manifestazione trova sempre grosse difficoltà iniziali. Il livello qualitativo delle opere a concorso è stato decisamente alto, a conferma del grado di maturità artistica raggiunto dal teatro amatoriale italiano. Dello stesso avviso è stata Federica Bernardini, presidente della FITA Marche, sotto la cui egida è nato questo nuovo Festival che, ne sono sicuro, diverrà in futuro un punto di riferimento nel ricco calendario di concorsi, grazie anche alla sua precisa connotazione di ribalta per lavori «brillanti». La serata, condotta da due spiritosi presentatori…..amatoriali, i coniugi Cosimi, è iniziata con una sfilata di moda. Graziose modelle ha indossato gli eleganti abiti realizzati con gran gusto dalla ditta Giemme di Civitanova.

Quindi il numeroso pubblico ha applaudito con calore l’esibizione di Lorenzo Tarabelli e Federica Agostinelli della «Tarabelli Dance Accademy», due autentici virtuosi della danza, che si collocano tra i dodici migliori ballerini del mondo. Deliziose e coinvolgenti le evoluzioni eseguite dalla coppia lauretana. La variegata «serata di gala» ha portato, infine, alla ribalta Adriano Taborro (strumenti a corde) con il suo Ensamble, composto da Alessandra Roganti (voce), Riccardo Andrenacci (batteria) e Paolo Galassi (chitarra e basso). Tra un’esibizione e l’altra sono stati consegnati i premi agli artisti che hanno preso parte al Festival. Miglior attore non protagonista è risultato Gigi Santi, l’intrigante cardinale Ambone de Il diavolo con le zinne di Dario Fo. La commedia, presentata dal Teatro dei Picari di Macerata è stata premiata per il migliore allestimento scenico. Migliore attrice non protagonista, la spiritosa Elisabetta Rubini, la «Jacqueline» di Monsieur Masure di Claude Magnier della Compagnia Colpi di Scena di Gravina di Puglia. Il premio di migliore attrice protagonista è stato assegnato alle tre simpatiche ed effervescenti interpreti de Il Clan delle vedove di Ginette Beauvais-Garcin, la divertente commedia messa in scena dall’Accademia Campogalliani di Mantova che ha ottenuto il più alto gradimento da parte del pubblico.

Anche per il miglior attore protagonista, la giuria ha assegnato il premio a due attori: Paolo Marchetto (Oscar) e Diego Della Benetta (Felix), interpreti de La strana coppia di Neil Simon, proposto dalla Compagnia dell’Orso di Lonigo (VI). Questo lavoro, ritenuto dalla giuria il migliore spettacolo della manifestazione, si è aggiudicato anche un premio in denaro di mille euro. Infine, ad Andrea Caldarelli è stato conferito il premio di miglior regista per aver diretto con abilità la commedia brillante Il matrimonio perfetto di Robin Hawdon, messa in scena dal Gruppo Teatrale di Pedaso. Il premio gli è stato consegnato da Paolo Cartechini, presidente del Consiglio Provinciale. Tutte le compagnie partecipanti hanno ricevuto una targa-ricordo con l’immagine della «Torre che ride», realizzata dal Mº Nino Di Fazio. A rendere ancor più interessante ed articolato il Festival, ogni spettacolo è stato preceduto nei locali della Pinacoteca comunale da un «preludio», nel corso del quale due esperti di teatro dello staff  hanno incontrato, alla presenza di uno scelto pubblico, il regista o i protagonisti della pièce in programma. Un’iniziativa che ha dato un tocco di classe alla riuscita manifestazione. Sulla scorta del lusinghiero successo complessivo, gli organizzatori si possono ritenere più che soddisfatti e cominciare a pensare già all’edizione del prossimo anno.

 

giu

Francesca Campogalliani

  • Migliore attrice
  • LA TORRE CHE RIDE Festival nazionale del Teatro brillante Spazio Gigli
  • Porto Recanati
  • giugno 2012
 

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Serata di gala per “La Torre che ride”



PORTO RECANATI - Tra un’esibizione e l’altra sono stati consegnati i premi agli artisti che hanno preso parte al Festival



martedì 26 giugno 2012 
di Walter Cortella


Il 1º Festival Nazionale «La Torre che ride» ha vissuto la sua «Serata di gala» a conclusione della manifestazione che ha richiamato all’Arena B.Gigli un numero di spettatori di gran lunga superiore alle più rosee aspettative. Il sindaco Rosalba Ubaldi ha pubblicamente espresso la sua legittima soddisfazione. «Portorecanati ha ampliato con questa interessante iniziativa il già ricco ventaglio delle sue proposte per l’estate in corso. Sia il pubblico che gli operatori economici hanno risposto con slancio all’appello e ciò mi riempie di gioia. Tutto l’operato dell’Amministrazione comunale è rivolto a favore della città, dei suoi abitanti e dei turisti. E questa è stata un’ulteriore buona occasione per farla conoscere anche ai componenti delle Compagnie, giunti dalla Lombardia, dal Veneto e dalla Puglia, come località balneare d’eccellenza, insignita ancora una volta della «bandiera blu». Confermo fin d’ora, malgrado il poco favorevole momento che il nostro Paese sta attraversando, la ferma volontà dell’Amministrazione di dare il suo sostegno anche per il prossimo anno al Festival, rivelatosi manifestazione dall’alto contenuto artistico». Questo in sintesi il pensiero espresso dal Sindaco in occasione del suo intervento alla cerimonia della consegna dei premi agli artisti. Stefano Cosimi, Direttore Artistico della manifestazione, ha così esternato la sua soddisfazione: «Il Festival ha richiesto uno notevole sforzo organizzativo e alla fine tutto è andato bene. Voglio perciò ancora una volta ringraziare il mio staff per l’impegno profuso. Un ringraziamento particolare va all’Amministrazione comunale nella persona del sindaco Ubaldi per la fiducia accordatami «sulla parola» e agli sponsor che hanno sostenuto economicamente l’iniziativa. La partecipazione delle Compagnie è stata massiccia, ben superiore alle aspettative, se si pensa che il debutto di una manifestazione trova sempre grosse difficoltà iniziali. Il livello qualitativo delle opere a concorso è stato decisamente alto, a conferma del grado di maturità artistica raggiunto dal teatro amatoriale italiano. Dello stesso avviso è stata Federica Bernardini, presidente della FITA Marche, sotto la cui egida è nato questo nuovo Festival che, ne sono sicuro, diverrà in futuro un punto di riferimento nel ricco calendario di concorsi, grazie anche alla sua precisa connotazione di ribalta per lavori «brillanti». La serata, condotta da due spiritosi presentatori…..amatoriali, i coniugi Cosimi, è iniziata con una sfilata di moda. Graziose modelle ha indossato gli eleganti abiti realizzati con gran gusto dalla ditta Giemme di Civitanova.

Quindi il numeroso pubblico ha applaudito con calore l’esibizione di Lorenzo Tarabelli e Federica Agostinelli della «Tarabelli Dance Accademy», due autentici virtuosi della danza, che si collocano tra i dodici migliori ballerini del mondo. Deliziose e coinvolgenti le evoluzioni eseguite dalla coppia lauretana. La variegata «serata di gala» ha portato, infine, alla ribalta Adriano Taborro (strumenti a corde) con il suo Ensamble, composto da Alessandra Roganti (voce), Riccardo Andrenacci (batteria) e Paolo Galassi (chitarra e basso). Tra un’esibizione e l’altra sono stati consegnati i premi agli artisti che hanno preso parte al Festival. Miglior attore non protagonista è risultato Gigi Santi, l’intrigante cardinale Ambone de Il diavolo con le zinne di Dario Fo. La commedia, presentata dal Teatro dei Picari di Macerata è stata premiata per il migliore allestimento scenico. Migliore attrice non protagonista, la spiritosa Elisabetta Rubini, la «Jacqueline» di Monsieur Masure di Claude Magnier della Compagnia Colpi di Scena di Gravina di Puglia. Il premio di migliore attrice protagonista è stato assegnato alle tre simpatiche ed effervescenti interpreti de Il Clan delle vedove di Ginette Beauvais-Garcin, la divertente commedia messa in scena dall’Accademia Campogalliani di Mantova che ha ottenuto il più alto gradimento da parte del pubblico.

Anche per il miglior attore protagonista, la giuria ha assegnato il premio a due attori: Paolo Marchetto (Oscar) e Diego Della Benetta (Felix), interpreti de La strana coppia di Neil Simon, proposto dalla Compagnia dell’Orso di Lonigo (VI). Questo lavoro, ritenuto dalla giuria il migliore spettacolo della manifestazione, si è aggiudicato anche un premio in denaro di mille euro. Infine, ad Andrea Caldarelli è stato conferito il premio di miglior regista per aver diretto con abilità la commedia brillante Il matrimonio perfetto di Robin Hawdon, messa in scena dal Gruppo Teatrale di Pedaso. Il premio gli è stato consegnato da Paolo Cartechini, presidente del Consiglio Provinciale. Tutte le compagnie partecipanti hanno ricevuto una targa-ricordo con l’immagine della «Torre che ride», realizzata dal Mº Nino Di Fazio. A rendere ancor più interessante ed articolato il Festival, ogni spettacolo è stato preceduto nei locali della Pinacoteca comunale da un «preludio», nel corso del quale due esperti di teatro dello staff  hanno incontrato, alla presenza di uno scelto pubblico, il regista o i protagonisti della pièce in programma. Un’iniziativa che ha dato un tocco di classe alla riuscita manifestazione. Sulla scorta del lusinghiero successo complessivo, gli organizzatori si possono ritenere più che soddisfatti e cominciare a pensare già all’edizione del prossimo anno.

 

giu

Loredana Sartorello

  • Migliore attrice
  • LA TORRE CHE RIDE Festival nazionale del Teatro brillante Spazio Gigli
  • Porto Recanati
  • giugno 2012
 

Il Clan delle Vedove

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Serata di gala per “La Torre che ride”



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martedì 26 giugno 2012 
di Walter Cortella


Il 1º Festival Nazionale «La Torre che ride» ha vissuto la sua «Serata di gala» a conclusione della manifestazione che ha richiamato all’Arena B.Gigli un numero di spettatori di gran lunga superiore alle più rosee aspettative. Il sindaco Rosalba Ubaldi ha pubblicamente espresso la sua legittima soddisfazione. «Portorecanati ha ampliato con questa interessante iniziativa il già ricco ventaglio delle sue proposte per l’estate in corso. Sia il pubblico che gli operatori economici hanno risposto con slancio all’appello e ciò mi riempie di gioia. Tutto l’operato dell’Amministrazione comunale è rivolto a favore della città, dei suoi abitanti e dei turisti. E questa è stata un’ulteriore buona occasione per farla conoscere anche ai componenti delle Compagnie, giunti dalla Lombardia, dal Veneto e dalla Puglia, come località balneare d’eccellenza, insignita ancora una volta della «bandiera blu». Confermo fin d’ora, malgrado il poco favorevole momento che il nostro Paese sta attraversando, la ferma volontà dell’Amministrazione di dare il suo sostegno anche per il prossimo anno al Festival, rivelatosi manifestazione dall’alto contenuto artistico». Questo in sintesi il pensiero espresso dal Sindaco in occasione del suo intervento alla cerimonia della consegna dei premi agli artisti. Stefano Cosimi, Direttore Artistico della manifestazione, ha così esternato la sua soddisfazione: «Il Festival ha richiesto uno notevole sforzo organizzativo e alla fine tutto è andato bene. Voglio perciò ancora una volta ringraziare il mio staff per l’impegno profuso. Un ringraziamento particolare va all’Amministrazione comunale nella persona del sindaco Ubaldi per la fiducia accordatami «sulla parola» e agli sponsor che hanno sostenuto economicamente l’iniziativa. La partecipazione delle Compagnie è stata massiccia, ben superiore alle aspettative, se si pensa che il debutto di una manifestazione trova sempre grosse difficoltà iniziali. Il livello qualitativo delle opere a concorso è stato decisamente alto, a conferma del grado di maturità artistica raggiunto dal teatro amatoriale italiano. Dello stesso avviso è stata Federica Bernardini, presidente della FITA Marche, sotto la cui egida è nato questo nuovo Festival che, ne sono sicuro, diverrà in futuro un punto di riferimento nel ricco calendario di concorsi, grazie anche alla sua precisa connotazione di ribalta per lavori «brillanti». La serata, condotta da due spiritosi presentatori…..amatoriali, i coniugi Cosimi, è iniziata con una sfilata di moda. Graziose modelle ha indossato gli eleganti abiti realizzati con gran gusto dalla ditta Giemme di Civitanova.

Quindi il numeroso pubblico ha applaudito con calore l’esibizione di Lorenzo Tarabelli e Federica Agostinelli della «Tarabelli Dance Accademy», due autentici virtuosi della danza, che si collocano tra i dodici migliori ballerini del mondo. Deliziose e coinvolgenti le evoluzioni eseguite dalla coppia lauretana. La variegata «serata di gala» ha portato, infine, alla ribalta Adriano Taborro (strumenti a corde) con il suo Ensamble, composto da Alessandra Roganti (voce), Riccardo Andrenacci (batteria) e Paolo Galassi (chitarra e basso). Tra un’esibizione e l’altra sono stati consegnati i premi agli artisti che hanno preso parte al Festival. Miglior attore non protagonista è risultato Gigi Santi, l’intrigante cardinale Ambone de Il diavolo con le zinne di Dario Fo. La commedia, presentata dal Teatro dei Picari di Macerata è stata premiata per il migliore allestimento scenico. Migliore attrice non protagonista, la spiritosa Elisabetta Rubini, la «Jacqueline» di Monsieur Masure di Claude Magnier della Compagnia Colpi di Scena di Gravina di Puglia. Il premio di migliore attrice protagonista è stato assegnato alle tre simpatiche ed effervescenti interpreti de Il Clan delle vedove di Ginette Beauvais-Garcin, la divertente commedia messa in scena dall’Accademia Campogalliani di Mantova che ha ottenuto il più alto gradimento da parte del pubblico.

Anche per il miglior attore protagonista, la giuria ha assegnato il premio a due attori: Paolo Marchetto (Oscar) e Diego Della Benetta (Felix), interpreti de La strana coppia di Neil Simon, proposto dalla Compagnia dell’Orso di Lonigo (VI). Questo lavoro, ritenuto dalla giuria il migliore spettacolo della manifestazione, si è aggiudicato anche un premio in denaro di mille euro. Infine, ad Andrea Caldarelli è stato conferito il premio di miglior regista per aver diretto con abilità la commedia brillante Il matrimonio perfetto di Robin Hawdon, messa in scena dal Gruppo Teatrale di Pedaso. Il premio gli è stato consegnato da Paolo Cartechini, presidente del Consiglio Provinciale. Tutte le compagnie partecipanti hanno ricevuto una targa-ricordo con l’immagine della «Torre che ride», realizzata dal Mº Nino Di Fazio. A rendere ancor più interessante ed articolato il Festival, ogni spettacolo è stato preceduto nei locali della Pinacoteca comunale da un «preludio», nel corso del quale due esperti di teatro dello staff  hanno incontrato, alla presenza di uno scelto pubblico, il regista o i protagonisti della pièce in programma. Un’iniziativa che ha dato un tocco di classe alla riuscita manifestazione. Sulla scorta del lusinghiero successo complessivo, gli organizzatori si possono ritenere più che soddisfatti e cominciare a pensare già all’edizione del prossimo anno.

 

giu

Gabriella Pezzoli

  • Migliore attrice
  • LA TORRE CHE RIDE Festival nazionale del Teatro brillante Spazio Gigli
  • Porto Recanati
  • giugno 2012
 

Il Clan delle Vedove

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martedì 26 giugno 2012
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Serata di gala per “La Torre che ride”



PORTO RECANATI - Tra un’esibizione e l’altra sono stati consegnati i premi agli artisti che hanno preso parte al Festival



martedì 26 giugno 2012 
di Walter Cortella


Il 1º Festival Nazionale «La Torre che ride» ha vissuto la sua «Serata di gala» a conclusione della manifestazione che ha richiamato all’Arena B.Gigli un numero di spettatori di gran lunga superiore alle più rosee aspettative. Il sindaco Rosalba Ubaldi ha pubblicamente espresso la sua legittima soddisfazione. «Portorecanati ha ampliato con questa interessante iniziativa il già ricco ventaglio delle sue proposte per l’estate in corso. Sia il pubblico che gli operatori economici hanno risposto con slancio all’appello e ciò mi riempie di gioia. Tutto l’operato dell’Amministrazione comunale è rivolto a favore della città, dei suoi abitanti e dei turisti. E questa è stata un’ulteriore buona occasione per farla conoscere anche ai componenti delle Compagnie, giunti dalla Lombardia, dal Veneto e dalla Puglia, come località balneare d’eccellenza, insignita ancora una volta della «bandiera blu». Confermo fin d’ora, malgrado il poco favorevole momento che il nostro Paese sta attraversando, la ferma volontà dell’Amministrazione di dare il suo sostegno anche per il prossimo anno al Festival, rivelatosi manifestazione dall’alto contenuto artistico». Questo in sintesi il pensiero espresso dal Sindaco in occasione del suo intervento alla cerimonia della consegna dei premi agli artisti. Stefano Cosimi, Direttore Artistico della manifestazione, ha così esternato la sua soddisfazione: «Il Festival ha richiesto uno notevole sforzo organizzativo e alla fine tutto è andato bene. Voglio perciò ancora una volta ringraziare il mio staff per l’impegno profuso. Un ringraziamento particolare va all’Amministrazione comunale nella persona del sindaco Ubaldi per la fiducia accordatami «sulla parola» e agli sponsor che hanno sostenuto economicamente l’iniziativa. La partecipazione delle Compagnie è stata massiccia, ben superiore alle aspettative, se si pensa che il debutto di una manifestazione trova sempre grosse difficoltà iniziali. Il livello qualitativo delle opere a concorso è stato decisamente alto, a conferma del grado di maturità artistica raggiunto dal teatro amatoriale italiano. Dello stesso avviso è stata Federica Bernardini, presidente della FITA Marche, sotto la cui egida è nato questo nuovo Festival che, ne sono sicuro, diverrà in futuro un punto di riferimento nel ricco calendario di concorsi, grazie anche alla sua precisa connotazione di ribalta per lavori «brillanti». La serata, condotta da due spiritosi presentatori…..amatoriali, i coniugi Cosimi, è iniziata con una sfilata di moda. Graziose modelle ha indossato gli eleganti abiti realizzati con gran gusto dalla ditta Giemme di Civitanova.

Quindi il numeroso pubblico ha applaudito con calore l’esibizione di Lorenzo Tarabelli e Federica Agostinelli della «Tarabelli Dance Accademy», due autentici virtuosi della danza, che si collocano tra i dodici migliori ballerini del mondo. Deliziose e coinvolgenti le evoluzioni eseguite dalla coppia lauretana. La variegata «serata di gala» ha portato, infine, alla ribalta Adriano Taborro (strumenti a corde) con il suo Ensamble, composto da Alessandra Roganti (voce), Riccardo Andrenacci (batteria) e Paolo Galassi (chitarra e basso). Tra un’esibizione e l’altra sono stati consegnati i premi agli artisti che hanno preso parte al Festival. Miglior attore non protagonista è risultato Gigi Santi, l’intrigante cardinale Ambone de Il diavolo con le zinne di Dario Fo. La commedia, presentata dal Teatro dei Picari di Macerata è stata premiata per il migliore allestimento scenico. Migliore attrice non protagonista, la spiritosa Elisabetta Rubini, la «Jacqueline» di Monsieur Masure di Claude Magnier della Compagnia Colpi di Scena di Gravina di Puglia. Il premio di migliore attrice protagonista è stato assegnato alle tre simpatiche ed effervescenti interpreti de Il Clan delle vedove di Ginette Beauvais-Garcin, la divertente commedia messa in scena dall’Accademia Campogalliani di Mantova che ha ottenuto il più alto gradimento da parte del pubblico.

Anche per il miglior attore protagonista, la giuria ha assegnato il premio a due attori: Paolo Marchetto (Oscar) e Diego Della Benetta (Felix), interpreti de La strana coppia di Neil Simon, proposto dalla Compagnia dell’Orso di Lonigo (VI). Questo lavoro, ritenuto dalla giuria il migliore spettacolo della manifestazione, si è aggiudicato anche un premio in denaro di mille euro. Infine, ad Andrea Caldarelli è stato conferito il premio di miglior regista per aver diretto con abilità la commedia brillante Il matrimonio perfetto di Robin Hawdon, messa in scena dal Gruppo Teatrale di Pedaso. Il premio gli è stato consegnato da Paolo Cartechini, presidente del Consiglio Provinciale. Tutte le compagnie partecipanti hanno ricevuto una targa-ricordo con l’immagine della «Torre che ride», realizzata dal Mº Nino Di Fazio. A rendere ancor più interessante ed articolato il Festival, ogni spettacolo è stato preceduto nei locali della Pinacoteca comunale da un «preludio», nel corso del quale due esperti di teatro dello staff  hanno incontrato, alla presenza di uno scelto pubblico, il regista o i protagonisti della pièce in programma. Un’iniziativa che ha dato un tocco di classe alla riuscita manifestazione. Sulla scorta del lusinghiero successo complessivo, gli organizzatori si possono ritenere più che soddisfatti e cominciare a pensare già all’edizione del prossimo anno.

 

nov

Francesca Campogalliani
Loredana Sartorello
Gabriella Pezzoli

  • Migliore attrice
  • 43ª RASSEGNA NAZIONALE “A. PERUGINI”
  • Teatro Lauro Rossi
    MACERATA
  • novembre 2011
 

Il Clan delle Vedove

MOTIVAZIONE
"Le attrici si sono calate con pari efficacia e piacevolezza nei rispettivi personaggi, evidenziando indubbie capacità interpretative e notevole affiatamento sulla scena. Ciascuna di esse ha saputo mantenere le proprie peculiarità espressive contribuendo a dar vita a tre diversi caratteri di donne che affrontano l’"esser vedove" in modo amabilmente ironico e traggono dall’amicizia la capacità di reinventarsi con un sorriso."

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martedì 15 novembre 2011
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15 novembre 2011

C’è allegria nel “Clan delle vedove”

Gradito ritorno della Compagnia mantovana al 43o Festival Macerata Teatro


Il clan delle vedovedi Walter Cortella

L’Accademia Campogalliani di Mantova approda ancora una volta al L. Rossi per presentare «Il clan delle vedove», una divertente commedia di Ginette Beauvais Garcin, scritta ormai venti anni fa, ma che a dispetto del tempo trascorso conserva ancora la freschezza e il brio di allora. Merito anche della regista Maria Grazia Bettini che ha saputo dare all’azione il giusto ritmo e i tempi della comicità.

La trama della commedia è semplice: un banale e ridicolo incidente domestico provoca la morte del marito di Rose (Francesca Campogalliani) che viene subito circondata dall’affetto di due amiche, anch’esse vedove, i cui mariti avevano a lungo coltivato relazioni extra coniugali. Nasce così un «clan» e le tre donne, dopo il primo comprensibile momento di dolore, decidono di riprendersi la loro vita, della quale i rispettivi mariti le avevano in qualche modo defraudate. Vogliono cambiar vita e con una buona dose di cinismo, capiscono che in fondo la condizione vedovile non è del tutto spiacevole. Si ripetono che è finito il tempo delle vedove inconsolabili, vestite perennemente a lutto e che è giunto il momento di vivere al meglio gli attimi fuggenti che la vita può ancora regalare. Fanno grandi progetti per riscattarsi dalla quotidianità della loro esistenza di mogli fedeli e dedite alle cure domestiche. Ma nel momento più bello, in cui quei progetti sembrano potersi realizzare, arriva il fulmine a ciel sereno. Dal nulla sbuca Sophie Clouzot (Antonella Farina), una donna giovane e procace, che senza preamboli dichiara di essere stata per anni l’amante del marito di Rose. E come se non bastasse, da quella relazione sono nate due gemelle. Per Rose, da sempre assolutamente certa della fedeltà del marito, questo è un duro colpo. Sophie e le figlie costituiscono, inoltre, un grave pericolo poiché avanzano diritti concreti sull’eredità dell’uomo. Ma come spesso accade in commedie del genere, c’è posto anche per l’amore: Pierre (Matteo Bertoni) il figlio unico di Jackie (Gabriella Pezzoli) si innamora di una delle gemelle. E poiché «buon sangue non mente», anche lui ha un’amante. Insomma, il tradimento la fa proprio da padrone in questa storia. Malgrado gli infruttuosi tentativi di ridare lustro alle loro vite, le tre vedove continuano a consolarsi a vicenda e a fare progetti. La più effervescente è Marcelle (Loredana Sartorello), sempre in cerca di nuove esperienze amorose. Ma la sua delusione è grande quando il suo uomo, Jean Julien (Adolfo Vaini), di ritorno da un viaggio a Casablanca, si ripresenta... vestito da donna. La commedia è molto divertente e ricca di gustose gags sempre garbate e nel finale c’è ancora spazio per un coup de théâtre: la povera Rose, ormai rassegnata ad avere una famiglia allargata, scopre che il ragazzino del palazzo accanto è un altro figlio illegittimo del marito.
Il cast, completamente al femminile, si avvale di tre protagoniste di prim’ordine (nella foto, Campogalliani, Pezzoli e Sartorello), da sempre punti di forza della Compagnia, una delle più valide nel panorama del teatro amatoriale italiano. La loro alta professionalità ha reso più agevole il compito della regista che le ha lasciate libere nell’interpretazione dei singoli personaggi. Molto belli i costumi di Francesca Campogalliani e Diego Fusari, che ha curato anche la scenografia tradizionalmente borghese.

 

apr

  • Gradimento: 8.64
  • 30º Sipario d’oro
  • Lizzana - Rovereto
  • aprile 2011
 
feb

Rossella Avanzi

  • Migliore attrice
  • 23º Festival Nazionale “Maschera d’oro”
  • Teatro San Marco
    Vicenza
  • febbraio 2011
 

La fiaccola sotto il moggio

...

feb

Adolfo Vaini

  • Miglior caratterista
  • 23º Festival Nazionale “Maschera d’oro”
  • Teatro San Marco
    Vicenza
  • febbraio 2011
 

La fiaccola sotto il moggio

...

giu

Acc. Campogalliani

  • Primo classificato "GRADIMENTO DEL PUBBLICO"
  • TEATRIKA festival teatrale nazionale 3ª ed. Compagnia degli Evasi
  • Castelnuovo Magra (La Spezia)
  • giugno 2010
 

Nel nome del padre

Gazzetta di Mantova
lunedì 12 luglio 2010

 

Campogalliani: nuovi riconoscimenti
Premiata anche Francesca Caprari

"Nel nome del padre", commedia di Luigi Lunari strettamente legata all’Accademia ‘Francesco Campogalliani’ di Mantova, che continua ad averla in cartellone ed a farla conoscere nel resto d’Italia.
Ultimo appuntamento: Teatrika, festival teatrale nazionale svoltosi a Castelnuovo Magra con la partecipazione di compagnie di Beverino (La Spezia), Folignano (Ascoli Piceno), ma anche Orbassano (Torino) e, fuori concorso, di Enrico Bonavera, l’Arlecchino ben conosciuto anche a Mantova.
Domenica 27 giugno era in calendario l’Accademia Campogalliani, che ha colpito ancora, raggiungendo una media-punteggio di 9,6 dalla giuria popolare. Ha ottenuto cosi il Premio Gradimento al miglior spettacolo, mentre Francesca Caprari (nella foto) ha vinto il premio della miglior attrice.
Ma, lo ricordiamo, gli spettatori non si sono limitati alla valutazione numerica, da 5 a 10, ma hanno lasciato sulle schede i loro giudizi, letti in sede di premiazione: “attori strepitosi” (l’altro protagonista è Claudio Soldà); “finalmente teatro bello, semplice, curato, emozionante”; “regia accurata e geniale” (di Aldo Signoretti); “il ritmo della recitazione non dà spazio a cali di tensione”; e ancora “duro lavoro per interpretarlo, essendo solo due sul palco”.
La macchina teatrale di “Nel nome del padre” è super-collaudata ed a Castelnuovo Magra ha funzionato, oltre con Caprari-Soldà-Signoretti, con Nicola Martinelli e Monica Volta (colonna sonora); Giorgio Ghiotti e Roberta Bonfiglio (luci e proiezioni); Ermanno Balestrieri (mixer sonoro); Fausta De Compadri (direzione di scena); Gerardo Vitale e Luigi Savioli (aiuti di palcoscenico).
Quanto al medagliere, podio più alto per giurie tecniche o popolari a Gorizia (2005); Nave (2006); Vicenza e Verona (2007); Pesaro e Imperia (2008) e ancora Verona (2010). Alle venti repliche a Mantova, l’Accademia Campogalliani ha aggiunto trasferte a Milano (cinque repliche), Bolzano, Montebelluna, Rivara Torinese, Canneto sull’Oglio, Pegognaga.
E fanno trentasette repliche, dato non certo frequente nel teatro amatoriale italiano. (rda)

giu

Francesca Caprari

  • Migliore attrice
  • TEATRIKA festival teatrale nazionale 3ª ed. Compagnia degli Evasi
  • Castelnuovo Magra (La Spezia)
  • giugno 2010
 

Nel nome del padre

Gazzetta di Mantova
lunedì 12 luglio 2010

 

Campogalliani: nuovi riconoscimenti
Premiata anche Francesca Caprari

"Nel nome del padre", commedia di Luigi Lunari strettamente legata all’Accademia ‘Francesco Campogalliani’ di Mantova, che continua ad averla in cartellone ed a farla conoscere nel resto d’Italia.
Ultimo appuntamento: Teatrika, festival teatrale nazionale svoltosi a Castelnuovo Magra con la partecipazione di compagnie di Beverino (La Spezia), Folignano (Ascoli Piceno), ma anche Orbassano (Torino) e, fuori concorso, di Enrico Bonavera, l’Arlecchino ben conosciuto anche a Mantova.
Domenica 27 giugno era in calendario l’Accademia Campogalliani, che ha colpito ancora, raggiungendo una media-punteggio di 9,6 dalla giuria popolare. Ha ottenuto cosi il Premio Gradimento al miglior spettacolo, mentre Francesca Caprari (nella foto) ha vinto il premio della miglior attrice.
Ma, lo ricordiamo, gli spettatori non si sono limitati alla valutazione numerica, da 5 a 10, ma hanno lasciato sulle schede i loro giudizi, letti in sede di premiazione: “attori strepitosi” (l’altro protagonista è Claudio Soldà); “finalmente teatro bello, semplice, curato, emozionante”; “regia accurata e geniale” (di Aldo Signoretti); “il ritmo della recitazione non dà spazio a cali di tensione”; e ancora “duro lavoro per interpretarlo, essendo solo due sul palco”.
La macchina teatrale di “Nel nome del padre” è super-collaudata ed a Castelnuovo Magra ha funzionato, oltre con Caprari-Soldà-Signoretti, con Nicola Martinelli e Monica Volta (colonna sonora); Giorgio Ghiotti e Roberta Bonfiglio (luci e proiezioni); Ermanno Balestrieri (mixer sonoro); Fausta De Compadri (direzione di scena); Gerardo Vitale e Luigi Savioli (aiuti di palcoscenico).
Quanto al medagliere, podio più alto per giurie tecniche o popolari a Gorizia (2005); Nave (2006); Vicenza e Verona (2007); Pesaro e Imperia (2008) e ancora Verona (2010). Alle venti repliche a Mantova, l’Accademia Campogalliani ha aggiunto trasferte a Milano (cinque repliche), Bolzano, Montebelluna, Rivara Torinese, Canneto sull’Oglio, Pegognaga.
E fanno trentasette repliche, dato non certo frequente nel teatro amatoriale italiano. (rda)

feb

Gabriella Pezzoli

  • Migliore attrice caratterista
  • 22º Festival Nazionale “Maschera d’oro”
  • Teatro San Marco
    Vicenza
  • febbraio 2010
 

Scherzi d’amore in salsa tragica

Gazzetta di Mantova
mercoledì 31 marzo 2010
Logo Gazzetta di Mantova

 

Campogalliani da premio


M entre si stanno concludendo al Teatrino D’Arco le rappresentazioni dedicate agli autori contemporanei mantovani (da Una vita da cani di Giuliano Parenti a La regina e il suo giullare di Fausto Bertolini, ancora 4 repliche dal 10 al 18 aprile), la Campogalliani registra anche i successi ottenuti nelle rassegne teatrali a cui ha partecipato di recente con gli altri spettacoli del repertorio.


A Gorizia nel Festival Internazionale del Castello il dramma Foibe rosse di Frediano Sessi con la regia di Aldo Signoretti ha ricevuto il Premio speciale-Targa d’argento per «la coraggiosa scelta di affrontare vicende dolorose del nostro passato mantenendone viva la memoria e elevando il teatro alla sua vocazione naturale di alto impegno civile». A Verona, nel Teatro di S. Teresa, nella stagione ‘Ti aspetto a teatro’, la Campogalliani ha presentato il pluripremiato Nel nome del padre di Luigi Lunari, sempre con la regia di Signoretti e l’interpretazione di Claudio Soldà e Francesca Caprari, ottenendo i soli 2 premi in palio per il testo e per la sua realizzazione, entrambi assegnati con referendum del pubblico. Infine a Vicenza, per la rassegna ‘Maschera d’oro’ al Teatro S. Marco, il Cechov di Scherzi d’amore in salsa tragica diretto da Maria Grazia Bettini, ha ottenuto 10 nomination per le varie categorie di miglior spettacolo, regia, interpretazione e allestimento, da cui sono poi emersi 2 primi premi assoluti riconosciuti a Damiano Scaini (I danni del tabacco) e a Gabriella Pezzoli (L’orso). Una somma di riconoscimenti che va a riconfermare i meriti della compagnia, che sta ora preparandosi all’importante appuntamento del 24 aprile prossimo al Teatro Bibiena, dove, con la regia di Maria Grazia Bettini sarà rappresentato La fiaccola sotto il moggio di Gabriele D’Annunzio, quale manifestazione finale del Convegno di studi sul grande poeta organizzato dall’Accademia Nazionale Virgiliana. Ma la stagione per la Campogalliani non sarà ancora terminata in quanto porterà in scena per tre recite al Teatro Nuovo di Milano il suo spettacolo su Cechov, inserito nella Stagione ufficiale del noto Teatro milanese di piazza San Babila, dopo aver vinta la rassegna estiva del 2009 dedicata al teatro amatoriale, promossa dallo stesso teatro. E per finire, dopo i saggi della Scuola di teatro, chiuderà i battenti del Teatrino D’Arco con Nel nome del padre di Luigi Lunari il 18 e il 19 giugno per due rappresentazioni inserite nell’ambito del calendario degli spettacoli dell’Arlecchino d’oro 2010, organizzato dalla Fondazione Umberto Artioli-Mantova Capitale Europea dello Spettacolo.

feb

Damiano Scaini

  • Migliore attore caratterista
  • 22º Festival Nazionale “Maschera d’oro”
  • Teatro San Marco
    Vicenza
  • febbraio 2010
 

Scherzi d’amore in salsa tragica

Gazzetta di Mantova
mercoledì 31 marzo 2010
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Campogalliani da premio


M entre si stanno concludendo al Teatrino D’Arco le rappresentazioni dedicate agli autori contemporanei mantovani (da Una vita da cani di Giuliano Parenti a La regina e il suo giullare di Fausto Bertolini, ancora 4 repliche dal 10 al 18 aprile), la Campogalliani registra anche i successi ottenuti nelle rassegne teatrali a cui ha partecipato di recente con gli altri spettacoli del repertorio.


A Gorizia nel Festival Internazionale del Castello il dramma Foibe rosse di Frediano Sessi con la regia di Aldo Signoretti ha ricevuto il Premio speciale-Targa d’argento per «la coraggiosa scelta di affrontare vicende dolorose del nostro passato mantenendone viva la memoria e elevando il teatro alla sua vocazione naturale di alto impegno civile». A Verona, nel Teatro di S. Teresa, nella stagione ‘Ti aspetto a teatro’, la Campogalliani ha presentato il pluripremiato Nel nome del padre di Luigi Lunari, sempre con la regia di Signoretti e l’interpretazione di Claudio Soldà e Francesca Caprari, ottenendo i soli 2 premi in palio per il testo e per la sua realizzazione, entrambi assegnati con referendum del pubblico. Infine a Vicenza, per la rassegna ‘Maschera d’oro’ al Teatro S. Marco, il Cechov di Scherzi d’amore in salsa tragica diretto da Maria Grazia Bettini, ha ottenuto 10 nomination per le varie categorie di miglior spettacolo, regia, interpretazione e allestimento, da cui sono poi emersi 2 primi premi assoluti riconosciuti a Damiano Scaini (I danni del tabacco) e a Gabriella Pezzoli (L’orso). Una somma di riconoscimenti che va a riconfermare i meriti della compagnia, che sta ora preparandosi all’importante appuntamento del 24 aprile prossimo al Teatro Bibiena, dove, con la regia di Maria Grazia Bettini sarà rappresentato La fiaccola sotto il moggio di Gabriele D’Annunzio, quale manifestazione finale del Convegno di studi sul grande poeta organizzato dall’Accademia Nazionale Virgiliana. Ma la stagione per la Campogalliani non sarà ancora terminata in quanto porterà in scena per tre recite al Teatro Nuovo di Milano il suo spettacolo su Cechov, inserito nella Stagione ufficiale del noto Teatro milanese di piazza San Babila, dopo aver vinta la rassegna estiva del 2009 dedicata al teatro amatoriale, promossa dallo stesso teatro. E per finire, dopo i saggi della Scuola di teatro, chiuderà i battenti del Teatrino D’Arco con Nel nome del padre di Luigi Lunari il 18 e il 19 giugno per due rappresentazioni inserite nell’ambito del calendario degli spettacoli dell’Arlecchino d’oro 2010, organizzato dalla Fondazione Umberto Artioli-Mantova Capitale Europea dello Spettacolo.

gen

  • Unici premi per miglior testo e migliore realizzazione assegnati con referendum del pubblico.
  • Ti aspetto a teatro
  • Teatro Santa Teresa
    Verona
  • gennaio 2010
 
nov

Acc. Campogalliani

  • Quarto classificato premio del pubblico
  • 19º Festival Teatrale Internazionale “CASTELLO di GORIZIA 2009”
  • Teatro Kulturni Dom
    GORIZIA
  • novembre 2009
 
nov

Acc. Campogalliani

  • Premio speciale "Targa d’Argento" UILT
  • 19º Festival Teatrale Internazionale “CASTELLO di GORIZIA 2009”
  • Teatro Kulturni Dom
    GORIZIA
  • novembre 2009
 
giu

  • Miglior spettacolo
  • 2º Festival teatro amatoriale
  • Teatro Nuovo
    Milano
  • giugno 2009
 

Scherzi d’amore in salsa tragica

Gazzetta di Mantova
lunedì 3 agosto 2009


Campogalliani pigliatutto a Milano


 

Trionfo dell’Accademia Teatrale Campogalliani alla seconda edizione del Festival del Teatro Amatoriale nello storico Teatro Nuovo di Milano. Anche quest’anno la compagnia mantovana è stata invitata, dopo un’accurata selezione di venti compagnie su tutto il territorio nazionale, a partecipare alla ra