Ci sono pagine ancora poco conosciute della nostra storia durante la seconda guerra mondiale: una delle più dolorose è quella che riguarda i circa 750.000 militari italiani ridotti in schiavitù nei lager nazisti dopo l’8 Settembre 1943; una vicenda importante non solo per i numeri, ma anche per la palese ingiustizia e violenza subita da questi uomini che furono catturati, rastrellati e deportati nei territori della Germania nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell’armistizio. Identificati con il termine di IMI (Internati Militari Italiani), non furono mai considerati prigionieri di guerra, e privi pertanto della tutela internazionale che questo status avrebbe loro conferito, vennero rinchiusi nei lager nazisti, con scarsa assistenza, senza controlli igienici e sanitari e obbligati arbitrariamente e unilateralmente per quasi due lunghissimi anni, ad un massacrante lavoro forzato.
Questo spettacolo è stato allestito in occasione del Giorno della Memoria per non dimenticare coloro che con grande coraggio hanno scelto di non aderire alla Repubblica di Salò e di non combattere con l’esercito tedesco dopo l’armistizio dell’8 settembre, rifiutando di rendersi complici delle efferatezze compiute nell’ultimo periodo bellico dai fascisti e dai nazisti.
Lo spettacolo è stato realizzato con le seguenti preziose collaborazioni: Comune di San Giorgio-Bigarello, nelle persone dell’ex sindaco Mauro Morselli ed ex assessore Massimo Arvati; Valerio Mariotti, Presidente Sezione di Firenze Associazione Nazionale Divisione Acqui; Gabriella Gotti del progetto Memorieincammino; Istituto Alcide Cervi; Cristina Leonardi di Bolzano; ANPI di Bolzano; Ambrogio Ponzi di Fidenza; Sergio Leali di Mantova; Maurizio Fochi, in rappresentanza dei Vigili del Fuoco di Mantova; professoressa Marisa Mazzola di Curtatone; Chiara Faroni e Francesco Sarzi Maddidini, parenti di Emma Cremonesi; Alberto Guareschi, figlio di Giovannino Guareschi; Biblioteca Civica di Asiago per Mario Rigoni Stern; Teo Cavallini di Firenze, figlio di Sauro Cavallini; Gastone Gal dell’ANEI di Padova; Maria Zuccati di Mantova; Andrea Guerra figlio di Tonino Guerra; Antonella Mariani, giornalista di Avvenire.
Sabato 20 settembre, alle ore 16, nella sede di via Mazzini 28, l’Università della Terza Età (UTE) ospiterà un evento commemorativo nell’ambito del ciclo dedicato alla Resistenza. La Compagnia Teatrale Campogalliani, diretta da Daniele Pizzoli, metterà in scena la storia versa di un internato militare mantovano, catturato dai tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e deportato in Germania. La vicenda personale del soldato diventa emblematica di quella vissuta da oltre 600.000 militari italiani che, rifiutandosi di aderire alla Repubblica di Salò e di combattere al fianco dei nazifascisti, furono internati nei campi di concentramento tedeschi.
Il 20 settembre è la Giornata nazionale dell’Internato Militare Italiano (IMI), istituita per mantenere viva la memoria di questi uomini. In quello stesso giorno del 1943, Hitler decise di non riconoscere agli IMI lo status di prigioniero di guerra, in violazione della Convenzione di Ginevra del 1929, sottraendoli così alla protezione internazionale e condannandoli ai lavori forzati. Gli IMI rappresentano una forma di Resistenza senza armi, nata dal rifiuto morale e politico di collaborare con il regime nazifascista. Nonostante le gravi privazioni, le violenze subite e le altissime perdite nei lager, il loro contributo alla lotta contro il nazifascismo è stato a lungo ignorato dalla storiografia ufficiale.
L’evento promosso da UTE vuole ridare voce a questi protagonisti silenziosi della storia italiana, riaffermando la necessità di ricordare che dietro ogni numero c’era un uomo con la propria dignità. Si tratta di un dovere civile e morale, volto a ricostruire una pagina dolorosa ma fondamentale della nostra memoria collettiva
Nella sede dell’Università della Terza Età (Ute) a Mantova in via Mazzini 28, sabato alle 16 si terrà un evento del ciclo dedicato alla resistenza italiana.
Protagonista sarà la Compagnia teatrale “Francesco Campogalliani” diretta da Daniele Pizzoli, che metterà in scena la storia vera di un internato militare mantovano. Catturato da tedeschi dopo l’8 settembre 1943, il soldato fu deportato in Germania.
La sua vicenda personale e emblematica di quella di oltre 600mila militari italiani che rifiutando di aderire alla Repubblica di Salò e di combattere al dei nazifascisti, furono internati nei campi di concentramento tedeschi.
Il 20 settembre è riconosciuto come Giornata nazionale dell’Internato militare italiano(Imi), istituita per conservare la memoria di questi resistenti. Proprio in quel giorno del 1943, Hitler decretò che agli Imi non sarebbe stato riconosciuto lo status di prigionieri di guerra, in violazione della Convenzione di Ginevra del 1929. Ciò li privò della protezione internazionale e li condannò ai lavori forzati. Gli internati militari italiani rappresentano una forma di Resistenza non armata, nata da un profondo rifiuto morale e politico di collaborare con il regime nazifascista. Nonostante abbiano subito privazioni estreme, violenze e altissime perdite nei lager, il loro sacrificio è rimasto a lungo ignorato dalla storiografia ufficiale.
Con questo evento l’Ute intende ridare voce a questi protagonisti silenziosi della nostra storia, sottolineando l’importanza di ricordare la scelta coraggiosa di questi uomini.
Un dovere civile e morale che contribuisce a ricostruire una pagina dolorosa della nostra storia.