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La Regina e il suo Giullare
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La Regina e il suo Giullare

Matafora... sagace sul rapporto tra arte e potere di ieri e di oggi

Adattamento teatrale di Mario Zolin da
"Calabacillas e la grande Regina" di Fausto Bertolini
Regia di: Mario Zolin

L’OPERA

La Regina e il suo giullare

La regina e il suo giullare…
Racconto o metafora che esce dal particolare storico e universalizza, fuori dal tempo e dalla Storia, la lotta tra potere, satira e arte.
La regina sente, o vorrebbe sentire, il dominio sul suo giullare.
Il giullare lusinga la sua regina, ma con un sottile gioco psicologico o con smaccate provocazioni, nonostante le aperte dichiarazioni di sottomissione, riesce ad incrinare le certezze della sovrana.
La regina domina il suo giullare o viceversa?
Forse la domanda non è pertinente… È il potere o, meglio, il desiderio del potere che domina su tutti: è in gioco il potere della regina, ma anche quello del giullare e il potere spesso sfugge dal controllo di chi, con troppo accanimento o in modo illusorio, cerca di tenerlo nelle proprie mani.
Il potere, nell’illusione che crea, arriva a generare una dipendenza di amore-odio: la regina ama il suo giullare, ma sogna di tagliargli la testa, il giullare, da parte sua, ama la sua regina, ma sogna di congiurare contro di lei.

 

NOTA DELL’AUTORE

La Regina e il suo giullare

La pièces teatrale vuole mettere in scena il rapporto intercorrente tra l’artista e il potere politico.
Qui, l’artista viene rappresentato da CALABACILLAS, buffone alla corte di Filippo di Spagna e il potere politico viene incarnato da Elisabetta I d’Inghilterra. Il connubio relazionale è, ovviamente, metastorico e assolutamente simbolico. La relazione di queste due dimensioni sociali è caratterizzata da un’incessante dialettica che, se a volte può assumere toni più farseschi che drammatici, altre sconfina nel comico o nel grottesco. E’ la rappresentazione di una interdipendenza indissolubile, sottesa da interessi, equivoci, sfide, rivalità, comunanze o contrasti di intenti, che fanno della pièce un caledeoscopio vivace e variopinto del sempre e costante rapporto che lega l’Artista al Potere, sia in termini di sottomissione che di ribellione.

 

NOTA SULL’AUTORE

La Regina e il suo giullare

Fausto Bertolini, nativo di Pegognaga (Mantova)

Laureato in filosofia estetica presso l’Ateneo di Bologna. Master triennale in spicologia del profondo presso l’Università degli Studi Statale di Milano.

Ha seguito corsi di regia presso l’Accademia del "Piccolo Teatro" di Milano e presso il Centro Sperimentale di Cinematrografia di Roma.

Come programmista regista ha diretto diversi servizi e documentari per la RAI.

È stato assistente di Federico Fellini (Il Casanova) e di Bernardo Bertolucci (Novecento). Autore di diversi romanzi, tra cui "L’Angelo sulla credenza", Ed. Mursia, Milano 2007.

 

La Regina e il suo giullare

Personaggi e interpreti

La grande Regina
Francesca Caprari
Il Giullare
Claudio Soldà
 

Realizzazione

Regia
Mario Zolin
Scene e costumi
Mario Zolin
Direzione luci
Giorgio Codognola
Colonna sonora
Nicola Martinelli
Mixage sonoro
Ermanno Balestrieri
 
SCENA - Notizie U.I.L.T. n. 66
sabato 1 ottobre 2011
Logo SCENA SCENA - Notizie U.I.L.T. n. 47
 

ACCADEMIA “FRANCESCO CAMPOGALLIANI”


Per il 66º anno di attività, l’ACCADEMIA “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” presenta, al Teatro di Palazzo D’Arco di Mantova, la stagione 2011-2012 offrendo al pubblico un programma particolarmente eclettico.
Il sipario si apre il 6 settembre con “La stanza delle donne”, per la regia di Maria Grazia Bettini e Diego Fusari, crudele trasposizione teatrale di Gabriella Schina del romanzo Come se io non ci fossi di Slavenka Drakulic, sugli efferati crimini compiuti ai danni delle donne musulmane durante la guerra in Kossovo. Uno squarcio atroce sulla barbarie umana, narrato splendidamente con note di delicata poesia. Lo spettacolo costituisce un evento collaterale di Festivaletteratura 2011 di Mantova.
Seguirà, in un’unica serata, l’8 ottobre, “La regina e il suo giullare” di Fausto Bertolini, regia di Mario Zolin. Duetto satirico tra una immaginaria regina Elisabetta ed il suo giullare, su un tema sempre intrigante e ricco di stimoli intellettuali quale quello tra il potere dominante e la sua messa alla berlina dalla cultura, in un gioco di specchi rovesciati: ironia, dileggio, satira per palati fini.
Dal 20 ottobre fino al 20 dicembre, “Il berretto a sonagli”, di Luigi Pirandello, con regia di Mario Zolin, uno sguardo sulle contraddizioni dell’uomo, la sua incapacità di dare un diverso destino alle proprie aspirazioni, soffocate dal ben pensare di una società bigotta e conformista. Paradosso travestito di comicità.
Il 31 dicembre andrà in scena “Ogni gallina ha il suo perché”, tre atti unici di Achille Campanile: “150 la gallina canta”, “Povero Piero” e “Delitto a Villa Rowng”, per la regia di Maria Grazia Bettini. Un ultimo dell’anno in allegria con farse surreali ai confini del teatro dell’assurdo. Repliche fino al 21 gennaio.
Il 28 gennaio riapparirà uno dei testi più riusciti ed intensi di Luigi Lunari: “Nel nome del padre”. Due attori di grande spessore gareggiano in bravura per dar vita a due personaggi tormentati ed introversi, vittime della grandezza e dell’arroganza dei loro padri (Togliatti e Kennedy). La regia è di Aldo Signoretti.
Dal 9 febbraio, la mente raffinata e geniale della scrittrice mantovana Chiara Prezzavento ci regala questa novità assoluta: “Di uomini e di poeti”, scritta per le celebrazioni virgiliane con debutto, nel settecentesco Teatro Bibiena di Mantova, il 14 ottobre 2011 per la regia di Maria Grazia Bettini.
Dal 1º marzo “Il clan delle vedove” di Ginette Beauvais Garcin, regia di Maria Grazia Bettini. Due ore se ne volano via tra mordaci slanci di sincerità ed ironia, illusioni che si frantumano contro realtà inaspettate, gags irresistibili!
Dal 12 aprile “Vita da cani” di Franco Parenti, autore mordace e satirico che ha saputo rispecchiare i limiti della nostra società nelle debolezze umane. Il primo dei due atti unici (“Pelone”) gioca sull’ineludibile desiderio di socialità insito nell’uomo e che qui si estrinseca in una duplice via alla vita. Il secondo atto unico (“Babau”), apparentemente farsesco, nasconde una arguta e spietata analisi della società moderna. La regia di entrambi gli atti porta la firma di Maria Grazia Bettini.
Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2011, l’ACCADEMIA “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” riproporrà al pubblico I LUNEDÌ DEL D’ARCO, un ciclo di incontri letterari che quest’anno sono dedicati alla celebrazione del 150º dell’Unità d’Italia: sei serate di letture drammatizzate dedicate al Risorgimento riunite sotto il titolo accattivante “Va pensiero... verso l’Italia Unita”.

ACCADEMIA TEATRALE “FRANCESCO CAMPOGALLIANI”
Teatrino di Palazzo D’Arco
Piazza D’Arco, 2 - 46100 Mantova
tel. e fax 0376.325363
teatro.campogalliani@libero.it
www.teatro-campogalliani.it


L’ACCADEMIA TEATRALE “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” in Rebecca, la prima miglie L’ACCADEMIA TEATRALE “FRANCESCO CAMPOGALLIANI” ne La regina e il suo giullare

Gazzetta di Mantova
mercoledì 3 marzo 2010
Logo Gazzetta di Mantova

 

La Campogalliani mette in scena Bertolini


Prosegue la stagione dell’Accademia Campogalliani al Teatrino d’Arco: subito dopo le ultime repliche straordinarie di Vita da Cani di Giuliano Parenti andrà in scena La Regina e il suo Giullare di Fausto Bertolini nella versione rielaborata da Mario Zolin che ne è anche regista. La piéce teatrale vuole mettere in scena il rapporto che intercorre tra artista e potere politico; in questo contesto l’artista è rappresentato da Calabacillas, il buffone di corte di Filippo II di Spagna, mentre il potere politico è quello simboleggiato dalla regina Elisabetta I d’Inghilterra. Tale connubio relazionale è senza dubbio metastorico e del tutto simbolico, ma assume, a seconda dei momenti scenici toni dialettici che spaziano dalla farsa al dramma, dal grottesco al comico. L’autore dell’opera è il mantovano Fausto Bertolini, nativo di Pegognaga, che vanta un nutrito curriculum sia in campo cinematografico che teatrale. La Campogalliani ha scelto questa sua opera proprio per valorizzare gi autori mantovani di nascita, come è stato per Giuliano Parenti, nell’ambito di un programma che vedrà in autunno la versione in vernacolo de Le Baruffe Chiozzotte di Goldoni elaborata dalla compianta Ada Magri. La Regina e il suo Giullare vedrà in scena gli attori Francesca Caprari (la grande Regina) e Claudio Soldà (Calabacillas); Mario Zolin, regista, ha curato scene e costumi; completano il cast Giorgio Codognola per la direzione luci, Nicola Martinelli per la colonna sonora ed Ermanno Balestrieri per il mixage audio. Repliche da venerdi 12 marzo a domenica 18 aprile, anche se un’anteprima si terrà sabato 6 marzo al teatro Soms di Castellucchio (ore 21). Prenotazioni aperte presso la biglietteria del Teatrino d’Arco, mercoledi-sabato ore 17-18.30 (0376 325363).