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Bibi e il Re degli Elefanti
  • DETTAGLI
  • LOCANDINA
  • CAST
  • RASSEGNA STAMPA
La Scuola di Teatro di Mantova
in collaborazione con
Accademia Teatrale "Francesco Campogalliani"

presenta

Bibi e il Re degli Elefanti

Atto unico in quattro quadri di Chiara Prezzavento

DRAMMATIS PERSONAE
Regia di: Maria Grazia Bettini

 

NOTA DELL’AUTORE

La storia narrata in Bibi e il Re degli Elefanti è stata desiderata, discussa e sognata ben prima di arrivare sulla carta e sul palcoscenico.

Da sempre credo fermamente nel potere dell’immaginazione che - come gli Inglesi dicono a proposito di una buona tazza di te - forse non cura nulla, ma di certo giova a tutto, dalla malinconia alla peste nera, passando per l’unghia incarnita e le pene d’amore. L’idea di Bibi e del suo elefante immaginario è nata discutendo questa teoria con il Professor Zamboni, pediatra acuto e sensibile, cui premeva una storia che raccontasse di malattia e speranza.

L’associazione tra la speranza e l’immaginazione - e ancor più tra l’immaginazione e quella forza di affrontare la difficoltà che genera e sostiene la speranza - è stata per me immediata e istintiva. E se qualche riluttanza mi frenava dallo scrivere in un campo delicato come quello dell’infanzia, la storia che germoliava via via da questi stimoli ha travolto le mie resistenze: nati da un incontro di pensiero e istinto, di memorie e di concetto, Bibi, Bogus e Giovanna la Pulzella chiedevano con insistenza di essere scritti.

Secondo gli studi recenti in materia, i due terzi dei bambini si creano dei compagni immaginari: amici fedeli e rassicuranti da cui ricevere appoggio, complicità e conforto, punti di riferimento all’interno di dimensioni psicologiche chiuse o perdute per gli adulti. Mi sono chiesta quanto più acuto debba essere il bisogno di queste "presenze" - così diffuso tra i bambini sani e felici - per un bambino che si sente derubato della sua infanzia e, forse, tradito dall’impotenza degli adulti di fronte al nemico invisibile chiamato malattia. Bogus e Giovanna non simboleggiano, come teme la mamma di Bibi, una fuga della realtà: rappresentano invece la forza interiore dell’individuo, la costruzione di un carattere e la ricerca di una bussola morale.

Nei suoi compagni immaginari, senza saperlo, Bibi costruisce non soltanto la sicurezza di cui ha bisogno e un elemento magico che trasfigura la sua situazione, ma anche un senso di cià che è giusto e sbagliato. Nel momento del bisogno, della sofferenza e dell’incertezza, in Bogus e Giovanna - ovvero nel dialogo con se stessa - Bibi trova coraggio, speranza, bellezza, perseveranza e principi: in una parola, cresce.

La dimensione teatrale restituisce alla vicenda di un piccolo essere umano che sboccia in circostanze dolorose il sogno e la magia sospesa di una favola vista con occhi bambini.

 

Chiara Prezzavento

 

 

Personaggi e interpreti

Beatrice, detta Bibi
Sara Spagna
La Mamma di Bibi
Chiara Boiani
Il Dottore
Valentino Staffoli
LÂ’Infermiera
Irene Generali
Bogus, il Re degli Elefanti (in esilio)
Massimo Fabris
Giovanna, la Pulzella
Annalaura Melotti
 

Realizzazione

Regia
Maria Grazia Bettini
Scene
Daniele Pizzoli
Musiche
Nicola Martinelli
Luci
Giorgio Codognola
Mixer sonoro
Marina Alberini
Costumi
Francesca Campogalliani
Grafica
Adolfo Vaini
 
Gazzetta di Mantova
martedì 26 ottobre 2010
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TEATRO IN FIERA

La piccola Bibi Fiaba a lieto fine


Debutta in fiera a Gonzaga Bibi e il Re degli Elefanti, atto unico di Chiara Prezzavento, portato in scena dalla Scuola di teatro di Mantova con Accademia Virgiliana e Accademia Campogalliani. La giovane autrice mantovana racconta il tema dell’oncologia pediatrica attraverso gli occhi della piccola Bibi (una bravissima Sara Spagna) e dei suoi magici compagni immaginari, l’elefante Bogus e Giovanna la Pulzella, simboli di speranza. L’impatto del male e delle cure, lo smarrimento dei piccoli pazienti, i timori dei genitori, il lavoro del personale ospedaliero diventano fiaba a lieto fine. Regia di Maria Grazia Bettini.