L’universo delle opere shakespeariane è popolato di personaggi che abitano ed agiscono su vari piani e dimensioni sospese. Esseri ed energie che nel sogno vivono di un interscambio continuo, riportandoci poi alla dinamica della ragione, che conosciamo come riferimento e luogo della cosiddetta razionalità e comunicazione. Nel luogo di riferimento viene così riportata, assimilata e riadattata ogni immagine ed esperienza vissuta nelle altre dimensioni mentali e fisiche. Per Shakespeare molte di queste esperienze avvengono nei boschi, nei giardini, quasi sempre in ore notturne.
Nella notte shakesperiana arriva di tutto... Alcune volte i luoghi sono interni o vicinanze di stanze e torri di castelli(il fantasma del padre di AMLETO), ma sempre nella notte, stato oscuro di abbandono, perdita di dimensione logica, con possibili spostamenti di tempo e di livelli. L’intreccio delle trame diviene volutamente difficoltoso da seguire, si intersecano vari piani dei racconti, che successivamente confluiranno e si chiariranno in vista del finale.
Commedia di ambiente boschivo, dove avvengono prodigi tra personaggi umani ed animali è IL SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE, scritta tra il 1595 e 1596. Una commedia fantastica e vivace, omaggio di Shakespeare all’innamoramento cieco e folle. La vita delle strade londinesi si mescola al mondo magico dei folletti in una storia romantica ed intricata, pare fosse stata ideata per festeggiare le nozze del maestro inglese.
Un sogno senza fondo per dare la dimensione di un infinito universo interiore.
Nel dramma di MACBETH Shakespeare usa il sangue, il coltello o il pugnale come simboli, anche qui e’ la notte accompagnata da uno stato allucinatorio incalzante e folle che porta la coppia dei due assassini a scoprirsi, autodenunciandosi. Un mondo che si trasforma, che diviene un incubo, perdendo ogni possibile riferimento al quotidiano, scandito dalle tormentose, oscure predizioni delle tre streghe. Le streghe della predizione di Macbeth influenzeranno tutta l’opera, innalzandolo prima e portandolo alla perdizione poi.
Qualunque sapore abbiano, siano essi sogni od incubi, il loro sapore cambia ed abbraccia piani differenti.
Ne LA TEMPESTA, abbiamo la definizione contenutistica del significato del sogno, che interagisce con gli altri stati umani: Prospero: Noi siamo fatti della stessa sostanza materiale di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vita è ruotante nel sonno.
In Shakespeare il sogno diviene premonizione, indicazione da percorrere, rivelazione, sempre coinvolgimento completo, totalizzante. Il sogno sembra apparire il nostro riferimento reale, perché? Se dovessimo rispondere alla domanda: noi cosa siamo? Potremmo dire: noi siamo il sogno, cioè: siamo fatti della materia di cui son fatti i sogni, per dirla come Shakespeare ci indica nella sua opera testamentaria: La tempesta.
Divertissement shakespeariano
La rassegna "Estate alle Bertone" inneggia al fiabesco, nel bosco rischiarato dalla luna
08/07/2016
di Maria Luisa Abate
Nel quattrocentesimo anniversario dalla morte di William Shakespeare, l’Accademia Teatrale “Campogalliani” mette in scena “Shakespeare Dreams, favole e sogni: il sogno di una notte di mezza estate”, lavoro teatrale ispirato alla celebre commedia scritta dal Bardo inglese alla fine del ‘500. Venerdì 8 luglio alle ore 21 il Parco delle Bertone apre i propri cancelli allo spettacolo promosso da Parco del Mincio e Amici di Palazzo Te, che valorizza l’aspetto fiabesco della drammaturgia ambientata in uno scenario notturno, tra fate danzanti, elfi, folletti e inni alla natura e all’amore.
Le figure shakespeariane vivono dimensioni sospese, in radure rischiarate dalla suggestiva luce lunare, proprio come avviene alle Bertone, luogo magico dove ammirare i colori del tramonto, odorare i profumi del bosco, udire i richiami delle cicogne, veder volteggiare le lucciole. La messa in scena firmata da Maria Grazia Bettini immagina stanze, torri e castelli dove avvengono prodigi tra umani e animali, con richiami ad Amleto, a Macbeth e a La Tempesta, ovvero al mondo fantastico che può trasformarsi in innamoramento folle oppure in un incubo per le inquietanti predizioni di personaggi stregati.
ESTATE ALLE BERTONE
Shakespeare Dreams: il teatro di Shakespeare in scena alle Bertone con la Campogalliani
Il Parco delle Bertone torna infatti a farsi teatro per accogliere l’arte di Shakespeare, nel quarto centenario della morte, interpretata dagli attori dell’Accademia Teatrale Campogalliani.
Nell’ambito della rassegna Estate alle Bertone promossa dal Parco del Mincio con la collaborazione degli Amici di Palazzo Te, venerdì va in scenaShakespeare Dreams, favole e sogni: il sogno di una notte di mezza estate, uno spettacolo - come evidenziano gli organizzatori - "che è innanzitutto una meravigliosa fiaba, fatta di notturni illuminati dalla luna, fate che danzano e variazioni sul tema della natura dell’amore".
Un paio di anni fa, al teatrino di Palazzo D’Arco, ci fu una rassegna dedicata al grande drammaturgo.
"L’universo delle opere shakespeariane è popolato di personaggi che abitano ed agiscono su vari piani e dimensioni sospese e molte di queste esperienze avvengono nei boschi, nei giardini, quasi sempre in ore notturne".
Alla bravura degli attori dell’Accademia si aggiunge perciò la magia del luogo, tra i chiaroscuri del tramonto, i profumi del bosco, i richiami notturni delle cicogne e il luccichio delle lucciole.
La messinscena è a cura di Maria Grazia Bettini. Lo spettacolo avrà inizio alle 21, ingresso serale 4 euro.
«Nella notte shakesperiana e anche in quella delle Bertone arriva di tutto: alcune volte i luoghi sono interni o vicinanze di stanze e torri di castelli (il fantasma del padre di Amleto), prodigi tra personaggi umani ed animali (Il sogno di una notte di mezza estate, scritta tra il 1595 e 1596, una commedia fantastica e vivace, omaggio di Shakespeare all’innamoramento cieco e folle), e poi Macbeth con un mondo che si trasforma, che diviene un incubo, perdendo ogni possibile riferimento al quotidiano, scandito dalle tormentose, oscure predizioni delle tre streghe».
Fino al sogno che diviene premonizione ne La Tempesta: «noi siamo il sogno, cioè: siamo fatti della materia di cui son fatti i sogni, per dirla come Shakespeare ci indica nella sua opera testamentaria» spiega la regista Maria Grazia Bettini che ha composto il dipanarsi delle scene.
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