Dall’11 ottobre la commedia dai risvolti sempre attuali di Molière sul palco Teatrino d’Arco fino al 9 novembre
Campogalliani, via alla stagione con “Il malato immaginario”

MANTOVA Il sipario della stagione teatrale dell’Accademia Campogalliani si alza l’11 ottobre (fino al 9 novembre) con la messa in scena de “Il malato immaginario” di Molière, con la regia di Maria Grazia Bettini.
La rappresentazione si svolge in un ambiente asettico, con una poltrona su cui siede un benestante borghese ipocondriaco, due sedie, un tavolino pieno di pozioni e attrezzi medicali, un letto sempre pronto ad accogliere il “malato”. La stanza vuole essere la metafora della sua solitudine e la prigione della sua nevrosi/depressione. Argan spreca la sua vita tra poltrona, letto, toilette, clisteri e salassi. Sotto la cuffia candida, nella vestaglia stropicciata, nelle calze molli sui piedi ciabattanti, si trova un’incapacità genetica a prendere qualsiasi decisione. Il suo contraltare è Tonina, una cameriera tuttofare, che il padrone vive spesso come un incubo, omnipresente e impicciona, che vede tutto e tine in mano tutto.
Ossessionato dalla propria salute e convinto che non si sia nulla di più importante della Medicina, Argan ha deciso di dare in moglie a un medico goffo e pedante la propria figlia maggiore Angelica, che è invece innamorata di un bel giovane. Ale spalle di Argan tram Belina, la sua seconda moglie, che vuole impossessarsi dell’intero patrimonio del marito. A dar man forte ad Angelica ci sono però Tonina, molto arguta e determinata, e Beraldo, il fratello saggio del “malato”, che convincono Argan a fingersi morto. La reazione di grande cinismo e soddisfazione di Belinaper l’agognato decesso del coniuge e la genuina disperazione di Angelica per la morte del padre, lo convincono a scacciare la moglie e a dare in sposa la figlia al suo innamorato, a patto però che il giovane diventi medico. Nel finale Argan, che accetta di essere insignito ad honorem della laurea in medicina, viene circondato da un balletto di falsità e canzonatura proprio da quelle figure tanto odiate e sbeffeggiate da Molière.
Dietro al protagonista, malato immaginario, c’è Molière, malato vero. È l’attore Molière che muore nel suo personaggio, come avviene realmente nella Comedie Francaise la sera del 17 febbraio 1673.
La regia si legge nella note, ha ambientato la commedia nell’Ottocento, dove accanto alle nuove terapie, sopravvivono le vecchie, tra le quali un posto immeritato era occupato dal salasso.
In questa messa in scena sono forse stati attenuati i toni drammatici per previlegiare la sostanziale struttura comica del testo, che però i stinge talvolta in smorfia e amarezza quando veicola per bocca di Beraldo (alias Molière) serie riflessioni sui disvalori della società, sulla vita e sulla morte. Il grottesco quindi prevale sulla farsa. La comicità è bonaria e immediata.
Per informazioni e prenotazioni telefono 0376 325363 - 375 7384473, prevendita conline tramite www.mailticket.it o direttamente dal sito www.teatro-campogalliani.it.